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Lugano

Il Lugano è in crescita e torna vincitore dalla trasferta di Kloten

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KLOTEN – Dopo la sudata vittoria in terra vodese in quel di Losanna, il Lugano era atteso ad un’altra difficile trasferta, a far visita al Kloten, una delle squadre più in forma del campionato. La partita era particolare per alcune sfide interne, come quella fra due tecnici esordienti come Hollenstein e Fischer, che condividono anche un passato tra i giocatori svizzeri più forti delle loro epoche.

O come quelle tra i vari vicecampioni del mondo presenti in pista, Gerber, Bieber, Von Gunten e Blum da una parte e Vauclair, Walker e lo stesso Fischer dall’altra. Altra sfida interessante era quella tra i due portieri, il confermato Merzlikins in maglia bianconera e Martin Gerber in quella dei Flyers, con 21 anni di differenza tra i due.

Fischer ha voluto premiare il giovane portiere lettone, dimostrando coraggio e fiducia nei mezzi propri, oltre che in quelli del numero 30, e ha portato a Kloten anche l’esordiente Kparghai. Altre novità le si sono riscontrate nell’assemblaggio dei blocchi, più equilibrati, soprattutto con un Fritsche tornato a giostrare come centro e Fazzini schierato in prima linea con Domenichelli e Mclean.

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La ricerca dell’equilibrio tra i blocchi e tra le fasi di gioco è sembrata dare i suoi frutti, grazie anche agli stessi bianconeri, scesi con una grande determinazione sul ghiaccio, cosa che ha sorpreso non poco gli aviatori. L’uno-due piazzato nel primo tempo grazie ad Hirschi ed Heikkinen – finalmente al tiro e guarda caso finalmente in gol – ha esaltato i ticinesi e spiazzato gli uomini di Hollenstein, che per tutto il primo periodo hanno subito l’incedere continuo del Lugano.

Probabilmente questo primo periodo è stato il migliore disputato dal Lugano, sia per efficienza difensiva – quello non era il problema principale – ma soprattutto per le soluzioni offensive che i bianconeri sono riusciti a trovare. Molto più fluidi, diretti e con le idee chiare, gli attaccanti hanno finalmente mostrato anche quella presenza e quella cattiveria necessaria a dominare territorialmente anche lo slot offensivo e a tenere sempre sotto pressione la difesa avversaria.

Oltre alle reti basterebbero a testimoniare questo improvviso cambiamento i 43 tiri verso Martin Gerber, distribuiti equamente nei tre periodi (15, 15 e 13) che dicono anche di un Lugano costante e deciso per tutto l’incontro. E questa costanza ha fatto sì che anche la rete di Stancescu in entrata di secondo periodo – Blatter espulso – non abbia intaccato minimamente le intenzioni degli ospiti, che hanno continuato per la loro strada, con visibile soddisfazione di Fischer. E dove ci scappava qualche errorino o qualche attaccante di casa, ci ha messo le classiche pezze Merzlikins, sicuro e deciso nei suoi interventi e duro quanto basta nel difendere la propria area, insomma una partita quasi perfetta sottolineata dal 95,8 % di parate.

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L’impressione è che nonostante le assenze, Fischer stia trovando a furia di tentativi la formula giusta per assemblare le linee, che hanno dato vita a un Lugano molto equilibrato e sufficientemente veloce per tenere a bada Jenni e banda. A rigor di logica è arrivata la rete di Walker – grazie ad uno sfortunato errore di Gerber – nel terzo tempo che ha sigillato la vittoria, e quella di Ulmer a porta vuota per il morale e le statistiche, che hanno regalato tre meritatissimi punti ai bianconeri.

Una partita da incorniciare da parte del Lugano, che ha saputo mantenere alto lo standard di gioco e velocità per tutto l’incontro. Guarda caso questa vittoria è coincisa con il ritorno ad alti livelli di alcuni giocatori importantissimi. Su tutti uno scatenato Dan Fritsche, che nel ruolo di centro è evidentemente più a suo agio. Ma ciò che ha fatto la differenza sono stati gli ingaggi vinti – il primo come assist diretto per il gol di Heikkinen – l’intelligenza di gioco nelle situazioni speciali e la costanza in un brillante fore checking. Non è uno scorer naturale l’ex ginevrino, ma queste sono sue grandi qualità, e quando le mette in mostra diventano maledettamente pesanti.

Di Heikkinen, si diceva. Ebbene il finnico è tornato anche lui ai livelli per cui lo si conosce, e i sei tiri in porta in power play, conditi da una rete e un assist, basterebbero a testimoniarlo, ma sul suo conto vi sono da registrare l’ordine difensivo e l‘ottima guida nelle ripartenze veloci. In partite come queste non poteva che esaltarsi anche Walker, che trova la prima rete in bianconero ma soprattutto si distingue come un pattinatore eccezionale e intelligente per come sa farsi trovare, soprattutto in fase di copertura e fore checking, nel posto giusto per i suoi compagni e in quello sbagliato per gli avversari, davvero un acquisto azzeccato.

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Di Merzlikins ne abbiamo parlato, così come della sua grande partita, e allora sarà interessante vedere come lo staff tecnico gestirà il binomio con Manzato, almeno finché Flückiger non sarà guarito. Da menzionare anche le ottime prestazioni di Balmelli, Kostner e Simion.

Come non ci si è illusi dopo la prestazione contro il Berna, non occorre trarre conclusioni affrettate nemmeno ora, ma la prestazione del Lugano a Kloten è stata, per disciplina, costanza e produzione di soluzioni offensive, la migliore sin qui disputata, e di questi momenti occorre approfittare, senza esaltazioni o sottovalutando gli avversari, ma con la consapevolezza che la strada è quella giusta.

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