LUGANO – FRIBORGO
4-2
(1-0, 2-1, 1-1)
Reti: 15’51 Fazzini (Arcobello, Boedker) 1-0, 26’27 Desharnais (Bykov, Furrer) 1-1, 33’44 Fazzini (Heed) 2-1, 36’27 Traber (Herburger) 3-1, 46’10 Boedker (Arcobello, Heed) 4-1, 46’33 DiDomenico (Schmid)
Penalità: Lugano 2×2′, Friborgo 5×2′
Note: Corner Arena, 773 spettatori
Arbitri: Lemelin, Mollard; Kehrli, Duarte
Assenti: Jani Lajunen, Raffaele Sannitz (infortunati), Daniel Carr, Philip Kurashev, Loic Vedova, Sandro Zangger, Jari Näser, Lucas Matewa, Davide Fadani, Nicolò Ugazzi, Alessandro Villa, Riccardo Werder
LUGANO – Alla fine, nonostante i pochi presenti, gli applausi per i bianconeri erano piuttosto convinti dopo la vittoria per 4-2 contro il Gottéron. Nell’affrontare i dragoni la truppa di Serge Pelletier si è trovata immersa nell’impegno finora più competitivo di questo preseason, disputando una partita che era in clima di campionato.
Gran ritmo, ingaggio fisico già autunnale, e componenti tecniche anche piuttosto elevate. In questo contesto il Lugano sta affinando la sua fluidità e gli automatismi di gioco, che in diversi blocchi sembrano già ottimamente sviluppati, sempre in attesa di Daniel Carr e Philipp Kurashev.
Proprio per quello che hanno mostrato sul ghiaccio i bianconeri, l’inserimento dei due citati potrebbe rappresentare un “problema grasso” per il tecnico di Montréal, dato che la limatura del line up sta dando una forma precisa al Lugano, ma il loro inserimento non potrà che procurare altre soluzioni e la conseguente concorrenza a scalare anche nel bottom six.
Contro il Gottèron il Lugano ha confermato sostanzialmente due fattori, da una difesa che sta trovando la sua solidità con un gioco semplice ed efficace, a un top six che potenzialmente potrebbe fare sfracelli in campionato se confermerà le impressioni date in questo preseason.
L’intesa tra due autentici fuoriclasse come Mikkel Boedker e Mark Arcobello è già consolidata, e quello che può uscire da un blocco del genere – con Fazzini a scaricare in rete i numerosi assist – fa già sognare i tifosi.
La partita contro la squadra di Dubé è stata sicuramente un test più probante anche sul piano della velocità e dell’intensità rispetto alle due uscite contro il Langnau, e anche in questo il Lugano ha dato segnali positivi.
Nonostante un periodo di vuoto dopo l’infortunio di Walker (il numero 91 sembrava aver perso i sensi dopo uno scontro ed è stato evacuato in barella) i padroni di casa hanno trovato la maniera di limitare i danni al solo pareggio di Desharnais, andando poi a colpire con buon cinismo salendo fin sul 3-1.
In questo caso si è vista la buona intercambiabilità del quarto blocco, il più brillante in quei momenti di difficoltà e capace di segnare il terzo gol, ma soprattutto – anche dopo l’inserimento di Haussener per Walker – la checker line ha mostrato ottima mobilità e brillantezza fisica, grazie anche alla spinta di un Morini di nuovo all’ala ma che in quel ruolo costituisce sicuramente una specie di lusso.
Sul resto della squadra si confermano le buone impressioni date da Herburger, sempre più calato in un ruolo da playmaker, con Suri e Bürgler a costruire una linea offensiva che mostra un’intesa invidiabile e che difficilmente verrà modificata per far spazio ai nuovi arrivi. Più facile che Pelletier vada a cercare combinazioni con Bertaggia e Lammer, entrambi non ancora a pieno regime e alla ricerca della giusta collocazione, mentre Romanenghi ad oggi sembra il principale candidato a cedere il posto al centro in arrivo da Chicago.
Nel complesso, sulle tre partite da venerdì a oggi, il Lugano ha mostrato un’ottima crescita, e le certezze già acquisite nell’ultima parte della scorsa stagione con Pelletier in panchina si stanno pian piano avvolgendo attorno a una squadra che in poche settimane ha cambiato volto e potenziale.
E lo farà ancora, allo staff bianconero il compito di rodare una squadra che da incompleta, incompiuta e mal costruita si sta trasformando in qualcosa di molto più intrigante e pericoloso.
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