ZURIGO – I playoff, si sa, si giocano anche e soprattutto su quei piccoli episodi che così piccoli non sono. Quanto possono pesare 2 minuti sull’arco di un match? Moltissimo, addirittura risultano decisivi se si parla di 2 minuti di gioco in 5 contro 3 “contornati” da altra superiorità semplice.
In quel frangente di gioco, il Lugano le sue carte le ha giocate malissimo, sprecando quell’occasione clamorosa di sbloccare una partita che ha visto una sola rete in 60′, mostrando parecchia indecisione e confusione nella gestione del disco.
Inutile dire che dopo quei lunghi minuti di gioco in power play non sfruttati, il prezzo da pagare è sempre alto, stavolta il più salato di tutti, dato che Geering, su un successivo 5 contro 4 a favore dei padroni di casa, ha infilato l’1-0, game winning gol di Gara 3.
È vero, si può sempre recriminare sulla traversa clamorosa di Hofmann nel finale, su quel tiro sciagurato di Klasen a due passi da un grande Schlegel o ancora su quel passaggio di troppo qua e là. È inutile, quella superiorità numerica pesa eccome, gestita male anche dalla panchina mandando in pista uomini che il power play nelle ultime partite non lo avevano giocato, lasciando dentro anche Klasen per un’infinità.
Fermiamoci qui, perché diventerebbe stucchevole andare avanti su questo argomento, ma concentriamoci su una partita giocata nella giusta maniera dal Lugano, impostata da subito su binari molto fisici. D’altra parte questa è l’unica maniera di affrontare i playoff e una squadra tecnicamente attrezzata come gli ZSC Lions e i bianconeri sembrano definitivamente lanciati su questa tattica, dimostrando che le giuste armi possono far male agli uomini di Walsson.
Proprio sul forecheck molto alto di Lapierre e compagni i Lions hanno mostrato difficoltà nel rilancio del disco quando pressati da vicino, incorrendo in molti turn over (fatto molto inusuale nel loro sistema di gioco) trovando problemi anche quando hanno cercato di “ingabbiare” i bianconeri nel loro terzo, esercizio preferito di Wick e compagni.
Un lavoro a dir poco enorme delle linee più pesanti, con il citato Lapierre davanti a tutti in box play, Sannitz, Walker e Wilson, un lavoro che ha limitato la velocità di transizione dei padroni di casa, ma che nel contempo ha tarpato un po’ le ali di Ireland.
Aldilà di un intraprendente Klasen, i giocatori più offensivi del Lugano hanno faticato a trovare vie dirette per la porta, preferendo il passaggio di troppo nello slot quando per finalizzare un contropiede sarebbe bastata un po’ di sana cattiveria contro unoSchlegel decisamente in palla.
Vi è inoltre da sottolineare come le troppe penalità incassate dai bianconeri abbiano spezzato troppo spesso il game plan di Ireland, con i suoi incapaci di poter riprendere il filo del discorso in transizione a causa dei continui box play. Un box play che resta una delle grandi doti di questo Lugano, con interpreti a dir poco specialisti della situazione, ma a furia di penalità, prima o poi la si paga, come nel caso di Geering, oltretutto nel momento peggiore.
Da questa partita il Lugano esce con un grande rimpianto, ma anche con molte certezze. È pur vero che perdere 1-0 o 5-0 nei playoff cambia relativamente poco, ma questo risultato e la maniera in cui è arrivato dimostra che i bianconeri se la possono giocare fino in fondo, e questa Gara 3 non decide (si spera almeno) alcunché.
Le certezze si trovano in una difesa capace di bloccare un’enormità di tiri e di chiudere gli spazi per il disco, impedendo l’arrivo di troppi dischi sporchi davanti a Merzlikins (altro punto fermo della squadra, eccezionale anche giovedì), un carattere ritrovato che ha permesso alla squadra di crederci fino ai secondi finali e di respingere l’urto iniziale dopo il rigore di Herzog.
In fondo è “solo” una sconfitta, da sabato i bianconeri potranno rimediare e hanno la certezza di averne pienamente i mezzi a patto che quei “piccoli” episodi di cui sopra stavolta vengano sfruttati a proprio favore, perché una nuova opportunità di potrebbe non esserci.
Purtroppo in Gara 3 questo esercizio si è ritorto contro Klasen e compagni, spreconi all’inverosimile con quel 5 contro 3 del secondo tempo e giustiziati dai Lions poco dopo da Geering.
Si spera che il Lugano nell’immediato futuro non sprechi ulteriormente queste occasioni (semmai ce ne saranno ancora), perché col passare delle partite diventeranno sempre più decisivi ai fini della serie.
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