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Lugano

Il Lugano deve sudare all’esordio per battere l’Ajoie

I bianconeri non brillano ma piegano i giurassiani grazie all’unica rete ottenuta da Andersson. In ombra Granlund e Kaski, ma shutout alla prima per Koskinen

Il Lugano deve sudare all’esordio per battere l’Ajoie

LUGANO – AJOIE

1-0

(1-0, 0-0, 0-0)

Reti: 4’29 Andersson (Josephs, Thürkauf) 1-0

Note: Cornèr Arena, 5’069 spettatori
Arbitri: Wiegand, Ströbel; Cattaneo, Schlegel
Penalità: Lugano 3×2′, Ajoie 3×2′

Assenti: Daniel CarrJulian Walker (infortunati), Thibault FattonDavide FadaniNicolò UgazziJari NäserAlessandro VillaRiccardo Werder (Rockets)

LUGANO – Quella vinta dal Lugano sull’Ajoie può venire definita come la classica partita dalla quale salvare solo i tre punti ottenuti. È vero, esordire con una vittoria e senza subire reti era sicuramente tra gli obiettivi dei bianconeri alla vigilia del debutto in campionato, e perlomeno possiamo lasciar passare questo primo weekend con la tranquillità del primo bottino buttato in fondo al sacco.

Certo è che dal prossimo impegno, che vedrà stavolta i Lions ospiti alla Cornèr Arena, la squadra di McSorley sarà chiamata a un deciso cambio di marcia dopo il balbettante debutto. Nella serata in cui è stata dedicata la cerimonia di ritiro della maglia di Julien Vauclair, i bianconeri si sono fatti insomma un po’ sorprendere dall’organizzazione “precaria” e devota al contenimento dell’Ajoie che, come da copione e largamente atteso, è sceso al sud delle Alpi per combattere fino all’ultima goccia di sudore.

E dire che il gol di Andersson dopo una bella iniziativa di Josephs dopo nemmeno cinque giri di orologio sembrava il preludio a una serata perlomeno tranquilla per Koskinen e compagni, i quali dopo un primo tempo così così aldilà della rete hanno sprecato molto nel periodo centrale pur costruendo in maniera disordinata.

In quel frangente sarebbe bastato insaccare un paio di quelle occasioni – con un palo clamoroso colpito da Patry – per far crollare il castello costruito da Pesan, dove il solo gigante Gauthier, Devos e Leduc sapevano portare idee in fase offensiva. Ed è stato proprio in scia a quelle occasioni sprecate che il Lugano ha passato il peggior momento della partita, quando gli stranieri della squadra ospite hanno messo alle corde i bianconeri, tenuti in partita dalle parate di Koskinen.

Nemmeno nel terzo conclusivo la squadra di McSorley è riuscita a scrollarsi di dosso quell’apparente nervosismo o qualsivoglia lo si definisca, fatto sta che fino all’ultimo la partita è rimasta in bilico, troncata nel minuto finale quando un fallo di Leduc ha impedito ai giurassiani di schierarsi per l’assalto finale.

Non ha brillato il Lugano, tutt’altro, anche i nuovi come Granlund e Kaski hanno commesso diversi errori e la squadra ha faticato nel costruire azioni fluide contro il profondo forecheck dell’Ajoie, trovandosi anche spesso fuori posizione sulle ripartenze di Asselin e compagni.

Contro gli ZSC Lions il Lugano dovrà mostrare ben altro volto, perché ora la scusa della partita d’esordio è stata bruciata, per mantenere il ritmo come desiderato dai bianconeri occorre pigiare sull’acceleratore e togliersi la ruggine estiva.


IL PROTAGONISTA

Julien Vauclair: Trovare un protagonista vero in una partita così piatta è difficile, allora dedichiamo questo spazio al neo direttore sportivo dell’Ajoie. Poco prima del match un emozionato e commosso “Julio” è stato accolto dai cori e dagli applausi di quella che per venti anni è stata casa sua, con quella maglia numero 3 issata sotto le volte della Cornèr Arena dopo averla indossata per quasi mille partite con i bianconeri. Le sue lacrime hanno fatto capire a tutti quanto tenesse a quei colori, e soprattutto che pochi come lui meritavano questo omaggio.


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