LUGANO – LANGNAU
5-2
(1-0, 0-0, 4-2)
Reti: 4’27 Quenneville (Arcobello, Fazzini) 1-0, 46’50 Thürkauf (Carr, Mirco Müller) 2-0, 50’42 Hausheer (Ruotsalainen, Zanetti) 3-0, 51’45 Weibel (Saarela, Riikola) 3-1, 55’56 Thürkauf (Joly) 4-1, 59’03 Pesonen (Saarela, Riikola) 4-2, 59’08 Andersson (Ruotsalainen) 5-2
Note: Cornèr Arena, 6’225 spettatori
Arbitri: Hürlimann, Piechaczek; Wolf, Schlegel
Penalità: Lugano 2×2, Langnau 1×2
Assenti: Marco Müller, Julian Walker, Markus Granlund, Stephane Patry, Niklas Schlegel, Giovanni Morini, Samuel Guerra, Jeremi Gerber (infortunati), Mario Kempe, Joey LaLeggia, Matt Tennyson (sovrannumero)
LUGANO – La corsa che si sta correndo lì a cavallo della linea che dà l’accesso ai playoff diretti si fa di sera in sera più appassionante che mai. Lugano, Berna e Davos non sono disposte a concedere un centimetro agli avversari e tutte e tre se ne escono venerdì sera con successi da tre punti molto pesanti, mantenendo quindi invariate posizioni di classifica e distanze.
Un compito non facile se l’è trovato di fronte il Lugano, affrontando quel Langnau che domina la classifica parziale di queste ultime settimane, insomma i Tigers fino a venerdì sera erano la squadra del momento, impegnati nella rincorsa all’Ambrì Piotta per l’accesso ai play-in.
Ci si aspettava una squadra bernese battagliera e compatta e così è stato, i ragazzi di Paterlini hanno sempre saputo dire la loro di fronte a un Lugano organizzato e determinato ma che ha sofferto sulle fiammate del primo blocco ospite, salvandosi anche grazie a un palo di Mäenalanen nel primo periodo e a diversi grandi interventi di Koskinen.
La rete del vantaggio trovata da John Quenneville nel primo tempo – primo gol in bianconero dopo 17 partite! – al termine di una pregevole trama della sua linea con Fazzini e Arcobello, ha forse illuso il numeroso pubblico presente che da lì via la partita potesse essere in discesa, mentre Saarela e compagni avevano ben altri piani.
Col passare dei minuti il Langnau ha cercato dapprima di tagliare le veloci partenze dal proprio terzo del Lugano, e quando ha trovato il sistema di tarpare quelle ali non ha fatto altro che abbassare il ritmo delle transizioni, cercando soprattutto nel secondo periodo di mantenere il possesso del disco nel terzo offensivo con la panchina bianconera lontana.
In un match che si è fatto un po’ “appiccicoso”, a partire da metà incontro i padroni di casa hanno sofferto parecchio, il Langnau ha operato il suo massimo sforzo spingendo molto con le prime due linee, ed è lì che probabilmente il Lugano ha virtualmente vinto la partita, impedendo ai Tigers di trovare le reti prima della seconda pausa, facilitando così una riorganizzazione da parte degli uomini di Gianinazzi.
Nel terzo periodo infatti il Langnau ha sempre avuto parte nel gioco, ma il Lugano ha saputo di nuovo rialzare il proprio baricentro, raddoppiando con Thürkauf (con la complicità di un goffo Boltshauser) e andando sul 3-0 con Hausheer, primo gol in National League per il difensore bianconero.
È pur vero che i Tigers hanno tentato il rientro dopo il botta e risposta tra Weibel (in power play) e Thürkauf e quindi cercando di risalire dal 4-1 con la complicità di un Lugano forse un po’ “distratto” nei minuti finali, ma dal 50′ via la vittoria dei bianconeri non è mai sembrata in discussione nonostante i momenti un po’ concitati con anche una rete annullata agli ospiti per un calcio al disco.
Va piuttosto anche rimarcata la voglia e la determinazione che la squadra di Paterlini ha messo sul ghiaccio, rendendo la sfida un esame ben più difficile di quello che si possa pensare per il Lugano, conscio di aver affrontato una squadra scesa in Ticino per battagliare fino all’ultimo centimetro e anche organizzata aldilà delle differenze tecniche.
Il Lugano ha vinto grazie a maggior maestria nel gestire i momenti importanti – il finale di secondo periodo e l’inizio del terzo – e anche alla pazienza nell’attendere il momento buono per affondare i colpi su una squadra che logicamente si è sbilanciata in avanti alla ricerca della rimonta.
Non è mancato nemmeno il gran lavoro per la truppa bianconera, impegnata fisicamente per sessanta minuti ma cui ha risposto alla grande soprattutto anche grazie a un quarto blocco pimpante e pericoloso che ha visto il rientro – più che positivo – di Lorenzo Canonica, oltre al citato blocco di Arcobello che ha proposto le trame di gioco migliori.
E quando la famosa prima linea non è in serata (alla faccia, con la doppietta di Thürkauf) ben venga poter contare ancora su quel numero 36 che in quanto a “regia” dimostra ancora di non essere secondo a nessuno.
IL PROTAGONISTA
Mikko Koskinen: Solo quel concitato finale gli ha rovinato la serata provandolo di uno shutout che sarebbe stato più che meritato, ma la prestazione complessiva del portiere finlandese è stata da incorniciare. Solido, sicuro e sempre in posizione, ha tenuto in piedi il Lugano in quella difficile fase verso la seconda pausa, salvando ancora il risultato nel terzo tempo con un paio di spostamenti rapidissimi e movimenti d’istinto. È questo il Koskinen che tutti vorrebbero vedere.