LUGANO – Dopo la bella prova messa in pista alla Vaillant Arena di Davos, il Lugano era atteso ad una prova di maturità. Vincere alla Resega, magari convincendo, avrebbe lanciato un bel segnale sullo stato di forma dei bianconeri, visto che dopo essere stati più volte concreti ed efficaci in trasferta, in terra sottocenerina avevano raccolto solo 6 punti, contro Berna e Rapperswil. E per cercare conferme, Fischer ha presentato la medesima formazione tornata vincente dai Grigioni, con la sola modifica riguardante il portiere titolare, ruolo toccato stavolta a Manzato.
Il Lugano la sfida l’ha presa sul serio, eccome, e grazie a due invenzioni di Metropolit, Dal Pian prima e Reuille poco dopo hanno fissato lo score sul 2-0 già dopo 3’ e 19”. Un inizio scoppiettante che ha facilitato le cose ai bianconeri, decisamente slegati e sicuri di loro stessi, durante un primo periodo in cui il Losanna ha avuto la prima vera occasione a 10 secondi dalla sirena, a testimoniare il dominio luganese. Contropiedi veloci, fore checking in zona neutra e ogni contrasto fisico portato con decisione, questi i tre fattori principali che hanno caratterizzato il gioco proposto dal Lugano.
Due reti di distanza che sarebbero potute essere anche il doppio, e avendolo capito, i bianconeri hanno premuto ulteriormente sull’acceleratore nel periodo centrale, andando però qualche volta in errore con le azioni in velocità, non tutte bene automatizzate, ma comunque pericolose. Poco male, la pazienza e il lavoro ha comunque portato alla rete in mischia dell’onnipresente Micflikier, rete che ha portato la sfida a rallentare i ritmi e il Lugano ad essere più prudente.
Attenzione però a questo Losanna, 26 punti non si fanno per caso, e infatti, in una situazione di superiorità numerica vodese, Genoway ha confezionato la rete dell’ex, che ha ridato un leggero smalto alla contesa. I ritmi si sono di nuovo alzati, ma sono andati a favore di nuovo del Lugano, più bravo dell’avversario a giocare in velocità. Ne sono nati diversi errori da pare degli uomini di Ehlers, e uno in particolare è costato caro: disco rubato con maestria da Micflikier a un ingenuo difensore ospite, bruciante accelerazione del canadese in entrata del terzo e assist perfetto per Kostner che ha seguito al centro, 4 a 1 e partita chiusa definitivamente.
Diverse le note positive emerse in questa partita: dapprima giungono finalmente segnali di grande crescita della squadra nel suo insieme. Alcune fasi di gioco vedono ancora qualche “inciampata” ma l’assimilazione degli schemi e la loro messa in pratica in velocità è in evidente miglioramento. Questo grazie anche all’equilibrio che Fischer sta finalmente trovando nell’assemblaggio delle linee d’attacco. E non a caso la linea di Mclean, Micflikier e Kostner è quella che nelle ultime partite ha prodotto più reti e occasioni, l’amalgama fra tre giocatori così diversi tra loro per caratteristiche, ma uguali nel sacrificio e negli sforzi a tutta pista, ha costruito un terzetto che si completa alla perfezione.
Stessa cosa dicasi per la prima linea, efficace e spettacolare per molti tratti. Il topscorer Metropolit – tornato a livelli molto alti per fantasia e continuità – sta paradossalmente giovando della separazione da Micflikier, il lavoro di Reuille, l’intelligenza e il senso della posizione di Dal Pian fanno il resto, in una linea tanto inedita fino a poche settimane fa, quanto efficace. Il reparto difensivo conferma la sua solidità, 48 reti subite (tante quanto la capolista Davos, Kloten e meno di Friborgo e Ginevra) sono un’ottima statistica – oltre ai soli 20 tiri e pure poco pericolosi concessi al Losanna – calcolando pure le sole 4 incassate negli ultimi 3 incontri.
E tra i protagonisti di questa efficienza difensiva vi è sicuramente un Kparghai finora da molti sottovalutato, ma preziosissimo per l’uscita dalle assi e per un primo passaggio veloce e pulito. Anche l’attacco, con tutti gli scongiuri del caso, sembra aver trovato degli sbocchi, e se Mclean sta ricaricando le cartucce, qualcun altro sembra aver disinserito la sicura, e notizia positiva, ora il Lugano è finalmente dotato di un secondo blocco produttivo e decisivo, caratteristica questa che è mancata già dalla scorsa stagione.
Se occorre trovare delle note negative per tenere alta l’attenzione, occorre dire che diverse volte il Lugano rischia ancora di farsi trascinare alle assi in attacco, zona poco gradita e utile agli avversari per rallentare la manovra bianconera. Tra i singoli purtroppo da pochi segni di risveglio Heikkinen, troppo discontinuo e poco concentrato in difesa. Attenzione, perché un nuovo arrivo straniero a Lugano potrebbe essere preso in considerazione.
Potremmo dire che la pausa arriva al momento sbagliato, ma solo perché è un momento positivo per la squadra, il che significa che ci si potrà ricaricare in assoluta serenità. In attesa del rientro di qualche infortunato, il Lugano di Fischer comincia a convincere sul serio, ma la bravura ora starà nel rientrare dopo la pausa almeno sugli stessi livelli visti negli ultimi giorni. Bisogna pure essere consapevoli che nulla è stato fatto, e che la stagione è ancora lunga, ma è giusto rallegrarsi di ciò che la pazienza sta producendo, senza farsi prendere da eccessive esaltazioni, la concentrazione sarà l’unica a dover sempre essere ai massimi livelli.