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Lugano

Il Lugano cede al terzo overtime nella maratona di Ginevra

Bianconeri battuti dopo 114 minuti, ma per tutto l’incontro mettono in difficoltà i padroni di casa. Il Lugano ha fatto tremare i granata e conserva le sue chance

(PostFinance/KEYSTONE/Martial Trezzini)

Il Lugano cede al terzo overtime nella maratona di Ginevra

GINEVRA – LUGANO

3-2

(1-1, 0-1, 1-0; 0-0, 0-0, 1-0)

Reti: 16’41 Vatanen (Omark, Hartikainen) 1-0, 17’49 Carr (Thürkauf, Zanetti) 1-1, 35’36 Bennett (Thürkauf) 1-2, 58’41 Hartikainen (Filppula, Vatanen) 2-2, 114’06 Pouliot (Richard, Karrer) 3-2

Note: Les Vernets, 7’135 spettatori
Arbitri: Hebeisen, Kaukokari; Stalder, Meusy
Penalità: Ginevra 4×2, Lugano 10×2 + 1×20

Assenti: Mark ArcobelloBrett Connolly (infortunati), Markus Granlund (ammalato), Yves StoffelDavide FadaniAlessandro Villa (sovrannumero)

GINEVRA – Certo che fa male, una maratona durata quasi quanto due partite intere, la seconda partita più lunga di sempre in National League, ha premiato il Ginevra, con il colpo decisivo proprio del discusso Tanner Richard (leggermente deviato da Pouliot).

Il Lugano da questa interminabile battaglia, che dal secondo overtime sembrava un incontro tra due pugili barcollanti ma decisi a non cedere, ne esce sconfitto ma non indebolito, anzi, consapevole ancor di più che l’impresa contro i granata è difficile ma fattibile.

Il divario sul piano tecnico si è visto di nuovo, ma la squadra di Gianinazzi, priva oltretutto anche di Granlund e con soli quattro stranieri di movimento oltre a Koskinen, per tutto l’incontro ha messo a nudo le difficoltà tattiche e caratteriali della squadra diretta da Jan Cadieux, il quale fino a quel power play concesso da un Marco Müller decisamente poco in serata – ma sul quale non si può puntare il dito – ha dubitato (e probabilmente continuerà a farlo, nonostante la vittoria) e vacillato non poco di fronte alle capacità di resilienza dei bianconeri e a quella del suo coach di leggere la partita.

(PostFinance/KEYSTONE/Martial Trezzini)

È vero che già “ai punti” (o statistiche) il Ginevra avrebbe potuto chiudere l’incontro nei primi sessanta minuti, ma nei playoff statistiche e numeri non contano se non per gol fatti e subiti, e da quel punto di vista i granata hanno dovuto attendere una carambola da flipper finita con una deviazione di spalla di Hartikainen per raddrizzare la baracca nel finale nonostante il doppio dei tiri.

Gli ospiti, ridisegnati ulteriormente per l’assenza di Granlund, hanno messo in pista una prestazione da playoff totale, e non hanno nulla da rimproverarsi per la sconfitta, arrivata poco dopo anche un clamoroso incrocio dei pali colpito da Guerra, di nuovo uno dei migliori della formazione bianconera.

Il piano partita, di nuovo, è stato quello visto nelle scorse uscite, determinazione, solidità e disciplina, con un Koskinen in formato NHL a sorreggere tutto quello che poteva, purtroppo anche lui impotente di fronte alla sfortuna di certe carambole. La determinazione del Lugano comunque ha ancora messo in difficoltà i padroni di casa, incapaci di cambiare schema tattico e di schiacciare completamente l’avversario, basati moltissimo sulle giocate dei suoi fuoriclasse ma poco su una vera idea di gestione della partita.

(PostFinance/KEYSTONE/Martial Trezzini)

Cadieux ha spremuto all’inverosimile i suoi migliori giocatori per arrivare alla vittoria sudatissima e anche questo è un segnale che il Lugano ha sempre le sue carte da giocare e che Gianinazzi riesce a gestire meglio le energie fisiche e mentali della sua squadra con un polso decisamente meno tremolante, mostrandosi molto più calmo e ragionevole del suo avversario di panchina.

Se il bianconero più utilizzato è stato Klok con 41 minuti di ghiaccio (segue Mirco Müller con 38), dall’altra parte anche un attaccante come il 38enne Filppula ha superato i 40 minuti, sorpassato però da Vatanen di qualche secondo, Karrer a quota 41 minuti e Tömmernes con l’incredibile (e incosciente?) tempo di gioco di 52 minuti!

Questo mette a nudo le difficoltà ginevrine con una squadra più profonda e completa di quella bianconera, la quale ha dovuto pure fare i conti con l’assenza del suo miglior giocatore, mantenendo però una sana gestione delle rotazioni che potrà venire utile nel proseguo della serie.

(PostFinance/KEYSTONE/Martial Trezzini)

È anche qui che si gioca la sfida, il coach del Servette è già arrivato alla mossa della “spremitura”, Gianinazzi ha ancora carte da giocare (si spera nel rientro di Granlund martedì) ma soprattutto dimostra molta calma e capacità di lettura del gioco, così come la sua squadra conferma lo spirito battagliero che ha già fatto altre vittime.

No, il Lugano non esce indebolito da questa sconfitta. I bianconeri dovranno ancora per forza cercare un break esterno e il pareggio nella serie, ma tutto quello che si è visto in quei 114 interminabili minuti di gioco dicono che il gigante granata può essere abbattuto facendo leva sulle delle debolezze che ha già messo in bella mostra. Un tempo qualcuno diceva che un elefante va mangiato un pezzo per volta.


IL PROTAGONISTA

Mikko Koskinen: Il portiere finlandese è stato sconfitto con il suo Lugano, ma la prestazione è stata da incorniciare. In queste sfide ad eliminazione il numero 19 ha forse finalmente trovato il giusto spirito, e anche in Gara-3 ha giustificato il suo curriculum con una prestazione solidissima e di personalità, dominando la zona attorno alla sua area di porta. Anche lui può essere un fattore decisivo in questo quarto di finale.


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