GINEVRA – LUGANO
1-2
(1-1, 0-1, 0-0)
Reti: 8’07 Arcobello (Chiesa) 0-1, 19’43 Vatanen (Tömmernes, Filppula) 1-1, 25’47 Carr (Thürkauf) 1-2
Note: Les Vernets, 4’927 spettatori
Arbitri: Stricker, Tscherrig; Burgy, Steenstra
Penalità: Ginevra 2×2′, Lugano 4×2′
Assenti: Troy Josephs, Mirco Müller, Julian Walker (infortunati), Yannick Herren (ammalato), Leland Irving, Davide Fadani, Mikkel Boedker, Juho Markkanen, Nelson Chiquet (sovrannumero)
GINEVRA – Si arriva a un punto della stagione dove ci si trova davanti una partita che vale quasi tutto. Quella che attendeva il Lugano era Gara 1 dei preplayoff a Les Vernets, passaggio fondamentale per scavalcare lo steccato che divide dai playoff e soprattutto che separa le parole dai fatti.
E poi sono quelle partite che nell’attesa ti mettono davanti i numeri e le statistiche, con la pista granata fortino inespugnato da 15 partite, il Lugano sempre battuto fuori casa da 6 partite consecutive e privo del miglior difensore del campionato.
Numeri, fatti, che però davanti a un nuovo inizio non hanno più importanza, perché chi vive queste sfide sa che la testa deve fare il famoso “click” che ti porta in un’altra dimensione, con un colpo di spugna si cancella tutto. E allora succede che il Lugano nello stesso tempo mette fine alla sua serie nera in trasfera e abbatte il forte ginevrino che sembrava imbattibile, subisce una sola rete e riesce a contenere i temibili attaccanti delle aquile reggendo fino in fondo privo del grande capo Mirco Müller e infine – quello che conta – prendendosi il break nella serie.
Nelle settimane scorse Chris McSorley lo ripeteva sempre: “al momento giusto vedremo il vero Lugano”, e per ora è stato di parola. Tutti i giocatori bianconeri, dal primo all’ultimo, hanno giocato una partita di grandissima intensità, sacrificio ma anche intelligenza, davanti a uno Schlegel che nel giorno del suo rientro ha ancora dato risposta a chi chiedeva quanto fosse importante per questa squadra.
Con lui in porta il Lugano gioca con un’altra confidenza, conosce meglio i suoi movimenti e di suo il portiere ci mette la calma e la freddezza di un giocatore continuamente sottovalutato e che al netto della riuscita degli interventi ha vinto la sfida interna contro Descloux, su cui pesa la rete di Arcobello.
In grandissimo spolvero, il capitano bianconero ha portato in vantaggio il Lugano in shorthand alla seconda superiorità dei ginevrini, tanto per entrare in partita in maniera semplice e tranquilla. Il Lugano ha resistito al miglior power play del campionato subito in entrata per poi scrollarsi di dosso la tensione e guadagnare metri verso il portiere avversario.
Dopo un primo tempo in crescita ma chiuso con la rete del pareggio di Vatanen, i bianconeri hanno cambiato marcia in maniera decisa nel secondo periodo, quando hanno ritrovato il vantaggio e con un gioco più diretto e centrale non solo hanno creato diversi grattacapi alla difesa di casa, ma sono riusciti a mantenere più pulito il proprio slot difensivo.
E quando Cadieux ha deciso di giocarsela “all-in”, con Vatanen, Filppula e soprattutto Tömmernes onnipresenti (28’14 di ghiaccio per il difensore svedese) McSorley ha capito che la sua squadra doveva soffrire e ha saputo infondere la giusta calma. I difensori chiamati in causa hanno giocato con grande attenzione e pulizia (ottime le prestazioni di Chiesa, Riva e Guerra) senza dover spremere nessuno all’inverosimile in una partita intensissima e di suo molto dispendiosa.
Spesso i bianconeri, ancora presi da troppe penalità, si sono trovati ad inseguire il disco ad inizio azione, questo anche per le grandi capacità agli ingaggi del Ginevra (77% Filppula, 66% Richard) ma il grande lavoro alle assi e dietro la porta di Descloux, una zona da cui sono nate molte azioni pericolose del Lugano e il gol di Carr, hanno permesso di frenare la velocità dei padroni di casa.
Una partita vinta dal Lugano anche sul piano tattico, per un uso più parsimonioso delle forze grazie a una mano più ferma della panchina, ma anche sul piano dei portieri e dello sforzo offensivo nello slot basso, quello spazio di ghiaccio che in questi periodi di sfide ad eliminazione diventa tremendamente importante.
E domenica sera, a chi tremerà la mano?
IL PROTAGONISTA
Niklas Schlegel: Appena rientrato ha fatto subito capire di essere fondamentale. Senza nulla togliere alle prestazioni dei giovani back-up visti all’opera durante la sua assenza, Schlegel trasmette molta più sicurezza e tranquillità ai suoi compagni e non dà mai alcun segno di agitazione nemmeno nei momenti più concitati della contesa. Il rientro giusto al momento giusto.