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Lugano

Il Lugano buca l’esame, bianconeri dominati dallo ZSC

Gli uomini di Ireland non si ripetono nella delicata sfida di Zurigo. Dominati in tutto il match i bianconeri tornano sotto la riga

Il Lugano buca l’esame, bianconeri dominati dallo ZSC

ZSC LIONS – LUGANO

5-0

(0-0, 3-0, 2-0)

Reti: 23’31 Hollenstein (Geering, Wick) 1-0, 26’35 Suter (Noreau, Cervenka) 2-0, 29’01 Herzog (Pettersson) 3-0, 45’14 Bachofner (Miranda) 4-0, 52’21 Pettersson (Wick, Klein) 5-0

Note: Hallenstadion, 10’309 spettatori. Arbitri Eichmann, Kaukokari; Obwegeser, Altmann
Penalità: ZSC Lions 6×2′ + 1×10′, Lugano 5×2′

ZURIGO – Non c’è prova del nove che tenga con questo Lugano. Ogni volta che i bianconeri sono tenuti a dare conferma dei progressi fatti, questi precipitano di nuovo nei problemi che li attanagliano da inizio stagione.

Ancora più grave il fatto che la prova quasi definitiva era in programma a Zurigo contro i Lions dopo le due vittorie contro Ginevra e Losanna. La larga vittoria di Malley imponeva una ripetizione, non necessariamente nel largo risultato, ma perlomeno sul piano dei punti per la classifica contro una direttissima avversaria e poi anche per personalità e compattezza. Risultato: pari a zero.

I punti non sono arrivati e la squadra di Ireland è scivolata di nuovo sotto la linea che divide i sogni dagli incubi, ma anche a prestazione quanto mostrato ha del deludente a dir poco.

© Berend Stettler

Mai in partita, Chiesa e compagni non hanno fatto altro che subire gli ZSC Lions, squadra che attraversava peraltro un momentaccio fatto di tre sconfitte consecutive, senza mai dare l’impressione di inclinare il piano partita dalla propria parte. Sornione come pochi, Del Curto ci ha messo poco a leggere e studiare il sistema bianconero e con un uomo a mettere pressione sull’uscita bianconera prima della zona neutra impedendo il tipico taglio in diagonale ha mandato in crisi un’intera squadra.

Grave che il Lugano non abbia alternative a quel sistema di gioco, quasi matematico che i bianconeri poi si siano messi a cercare la soluzione personale, solito tentativo controproducente.

Il fatto più deludente però è che una squadra come il Lugano si sia lasciata sopraffare completamente anche in termini di personalità. A parte qualche tentativo di scaramuccia il Lugano non ha mai mostrato capacità caratteriali sufficienti nemmeno per impensierire gli avversari, quanto fatto in fase difensiva poi ha fatto il resto.

© Berend Stettler

Contro una squadra poco compatta e slegata, i Lions hanno avuto vita facilissima in alcune ripartenze, vedasi i gol di Hollenstein, BachofnerPettersson oltre a diversi contropiedi in due contro uno non andati a buon fine. Coperture sbagliate, malintesi tra giocatori e cambi a dir poco rischiosi, insomma il Lugano ce l’ha messa tutta per cacciarsi nelle difficoltà e aiutare gli zurighesi a filare via lisci.

Forse per i bianconeri sarebbe pure bastato un gol un po’ così su quelle occasioni “sporche” nel secondo tempo per cambiare qualcosa e cercare di rientrare, ma ogni buon momento del Lugano è stato inesorabilmente interrotto dalle facili reti dei Lions.

È di nuovo un Lugano incomprensibile, incapace di reggere la pressione di ripetere le buone cose in un match quasi da dentro o fuori, un po’ come capitato contro il Ginevra. Quei rigori avevano sbloccato la squadra permettendo la bella prestazione di Losanna ma ancora una volta l’obbligo di ripetersi in un match così significativo come quello dell’Hallenstadion ha schiacciato i ticinesi.

© Berend Stettler

Il passo indietro è stato notevole ed è un nuovo segnale inequivocabile: questa squadra non sa più reggere certe pressioni come avveniva in passato, quando era maestra nel farlo.

Intanto i bianconeri sono di nuovo sotto la linea, contro il Rapperswil in casa una vittoria chiara e convincente è assolutamente d’obbligo per cercare di tenere il più possibile in mano il proprio destino, anche se il futuro da qui a marzo non dipende tutto dalla squadra di Greg Ireland. Resta da scoprire se questo sia un bene o un male per un Lugano così incostante.


IL PROTAGONISTA

Arno Del Curto: Nel momento più difficile della sua squadra il vecchio volpone ha tirato fuori il coniglio dal cilindro. A differenza di Ireland ha saputo preparare tatticamente e mentalmente la sua squadra per una partita così importante, dominando i bianconeri dall’inizio alla fine.

Arrivato a Zurigo ha affermato che il suo sarà un lungo processo prima di vedere i risultati, ma quando c’è da preparare la partita “secca” che conta l’ex coach del Davos sa sempre essere uno scalino sopra gli altri.


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