LUGANO – SCHWENNINGER
6-5
(2-2, 3-1, 1-2)
Note: Resega, 4’500 spettatori. Arbitri Boverio, Mandioni; Ambrosetti, Espinoza
Penalità: Lugano 5×2′, Schwenninger 2×2′
LUGANO – E finalmente si riparte. Dopo l’assaggio con l’allenamento aperto al pubblico dello scorso 2 agosto, l’Hockey Club Lugano è sceso in pista per la prima partita ufficiale della stagione 2015/16. La consueta amichevole che ha preceduto la presentazione ufficiale della squadra bianconera, ha visto come avversari i tedeschi dello Schwenninger Wild Wings, formazione che ha concluso all’ultimo posto lo scorso campionato di DEL.
Per l’occasione Patrick Fischer ha confermato le prime indicazioni sul possibile primo line up della stagione scaturite dall’allenamento di venerdì mattina, con Manzato portiere di partenza, Morini e Fontana in sovrannumero e Romanenghi nel blocco svedese a sostituire Klasen. Viste le assenze di Hirschi e Vauclair – oltre a quelle di Sannitz e Balmelli – la fascia di capitano è stata affidata a Chiesa.
Davanti a un ottimo pubblico – stimato attorno alle 5’000 unità – in un ambiente caldo e con due squadre alla loro prima partita stagionale, si sono visti numerosi errori, soprattutto in difesa, con dischi persi e giocatori spesso mal posizionati.
Col passare dei minuti il Lugano ha preso in mano il pallino del gioco facendo valere il maggior tasso tecnico, anche se i tedeschi, con schemi basilari ma fluidi, hanno spesso messo in difficoltà i difensori prendendoli sovente in 2 contro 1.
Un primo tempo reso divertente da queste situazioni si è chiuso sul 2.2, per effetto delle reti di Goc, Ulmer, Bertaggia e Stastny.
Tanto pattinaggio per essere la prima partita, fore checking intenso e colpi veri hanno reso la sfida appassionante, e il resto lo hanno fatto gli attaccanti. Ancora Bertaggia, Hunkes e Hofmann hanno portato il match sul 4-3 per il Lugano nei primi minuti di un secondo tempo decisamente scoppiettante, chiuso sul 5-3 grazie a una bella rete di Morini.
Il terzo periodo, aperto dalla veloce rete di Hult per il 5-4 e concluso sul 6-5 finale – ancora Hofmann – ha visto un Lugano ancora incapace di imporre la propria legge con regolarità, ma aldilà della difesa da aggiustare – priva comunque di due pezzi da novanta – le trame viste in avanti hanno srappato decisi applausi.
Se questa partita doveva servire a verificare il punto in cui si trovano i bianconeri a livello di intesa e di schemi, Patrick Fischer ha potuto avere già buone indicazioni. Senza Klasen il primo blocco è sembrato “monco”, anche se Martensson, dopo qualche cambio di adattamento ha mostrato buone cose, soprattutto dal lato fisico, nel lavoro d’ordine e nel recupero dischi.
A impressionare subito in bene – oltre a uno scatenato Bertaggia – è stato Furrer, molto veloce e reattivo, autore di diverse giocate intelligenti e voglioso di prendersi molte responsabilità. I bianconeri hanno potuto giostrare diverse volte in power play provando diverse opzioni, con anche Hofmann schierato come regista.
Ancora da affinare l’intesa nel blocco di Filppula, Brunner e Hofmann, i quali hanno mostrato sprazzi di azioni veloci e spettacolari a momenti di vuoto. I “problemi” più evidenti si sono riscontrati in difesa, la quale, ancora orfana di Hirschi e Vauclair, ha commesso molti errori in fase di uscita e di posizionamento senza disco, lasciando varie volte lo spazio ai tedeschi per scendere in 2 contro 1.
Tutto sommato un Lugano che si muove con ritmo e fisicità quasi sorprendenti vedendo il periodo, per lavorare sugli schemi e sull’intesa c’è ancora tempo. Partiti in sovrannumero, Morini e Fontana hanno avuto il loro spazio durante il match, con il nazionale italiano che si è messo in luce con un buon lavoro fisico e una bella rete, mentre il difensore figlio d’arte pare ancora acerbo per ciò che concerne la velocità di pensiero e il pattinaggio.
Mezza partita a testa per Manzato e Merzlikins, con il primo portagonista di almeno 2 big save ma forse un po’ lento sulla terza rete ospite, mentre il lettone ha disputato una buona partita, senza particolari errori ma dimostrando molta concentrazione.
Ovviamente i punti su cui lavorare per il Lugano sono ancora molti, ma le basi sono solide e i nuovi arrivati sembrano già ben integrati e disposti al lavoro. Allo staff tecnico il compito di prendere nota da questa sfida e cominciare con le regolazioni.
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