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Lugano

Il Lugano avvisa lo Zugo, vittoria di disciplina, nervi e muscoli

LUGANO – ZUGO

3-2

(1-1, 1-0, 0-1; 1-0)

Reti: 11’33 Martschini (Ramholt) 0-1, 13’27 Pettersson (Martensson, Furrer) 1-1, 34’40 Martensson (Sartori, Pettersson) 2-1, 57’32 Immonen (Sondell, Ramholt) 2-2, 61’10 Pettersson (Klasen, Martensson)

Note: Resega, 5’568 spettatori. Arbitri Fischer, Stricker; Bürgi, Espinoza
Penalità: Lugano 8×2′ + 1×5′ + 1×20′ (Vauclair), Zugo 10×2′

LUGANO – Dalle parole ai fatti, come si suol dire. Il Lugano è passato dalla brutta prova della Swiss Arena di Kloten al vincere e convincere in un match che era già rivolto ai playoff, dato il nervosismo e gli scontri muscolari distribuiti su tutto l’arco dell’incontro.

Lo Zugo, che sarà l’avversario negli imminenti quarti di finale, è sceso alla Resega combattivo come sempre, pungente in attacco e fastidioso con i muscoli, senza dimenticare la capacità di Holden e soci di far guerra pure con i nervi. Il Lugano – ancora senza Brunner – non ha indietreggiato di fronte alle provocazioni degli svizzero centrali ed ha invece risposto colpo su colpo, come la tremenda scazzottata riservata da Vauclair al malcapitato Suri, ma anche con un Lapierre che sta “aprendo il gas” e ha fatto capire che lui nei playoff sarà un bruttissimo cliente da gestire, per conferme rivolgersi a Bouchard.

Tornando agli aspetti tecnici dell’incontro, i bianconeri sono tornati a dimostrare che in casa non temono avversario, reggendo alla velocità delle transizioni degli uomini di Kreis e rispondendo con altrettanta velocità con i guizzi di Hofmann e Bertaggia (sorretti da un ottimo Lapierre) o con le incursioni di un trio svedese decisamente più in palla e ancora una volta decisivo, grazie alla doppietta di Pettersson e al gol di Martensson.

Ciò che più deve aver fatto felice Shedden è stata la continuità del gioco del Lugano, che da un periodo all’altro ha alzato il ritmo delle operazioni giostrando con 4 blocchi regolarmente e riuscendo a mettere sempre più in difficoltà la difesa ospite tagliandola fuori con le sovrapposizioni, grazie al supporto intelligente dei difensori, come un Ulmer particolarmente ispirato o un Furrer sempre attivo sui due fronti.

La bravura del Lugano è stata quella di non lasciarsi sopraffare dalle provocazioni e quindi di mantenere la concentrazione sul game plan, e anzi, questo fatto di riuscire a rispondere a tono e con lo stesso peso a Immonen e banda ha messo spesso in difficoltà proprio gli ospiti, che soprattutto nel terzo tempo hanno rischiato di imbarcarsi in un momento di allegria della propria difesa.

L’appunto da muovere agli uomini di Shedden però sta proprio qui: in una decina di minuti a turno Bertaggia, Hofmann, Walker e Fazzini hanno avuto sul bastone il colpo del KO, sciupandolo in più occasioni, finché lesto e cinico, game ha portato tutti all’overtime con il pareggio nei minuti finali.

Qui sta ancora uno dei difetti dei bianconeri, incapaci di “uccidere” il match quando il momentum è dalla loro parte, e con certi “mostri” di efficienza sul fronte avversario è presto fatto a farsi bucare. Va detto però che il Lugano è uscito vincitore anche contro l’esercizio che spesso è decisivo per lo Zugo, ossia il micidiale power play manovrato da Bouchard e Martschini. I quartetti di penalty killing di Shedden hanno funzionato alla grande e stoppato la fitta ragnatela di passaggi avversaria, annullando una delle armi più pesanti degli ospiti.

Shedden ha chiamato, il Lugano ha risposto. A pochi giorni dai playoff, i bianconeri rispondono sul ghiaccio con una prova convincente e ricca di intensità fisica, che suona come un avviso verso i futuri avversari. Quattro linee che sanno cosa fare, che lottano e producono, uomini pronti alle battaglie come Lapierre, Chiesa e Hofmann,, il trio svedese che alza i giri e un box play quasi infallibile.

Mancherebbe all’appello un power play troppo discontinuo, ma ormai ci si dovrà rassegnare all’idea. Comunque il Lugano rassicura tutti, la testa è finalmente rivolta ai playoff, guai a raffreddarsi in un derby che ha la sola colpa di non aver nulla da dire.

fattore2

I NERVI: Per tutto l’incontro a turno Bouchard, HoldenImmonen e Suri hanno cercato di provocare i bianconeri, in particolare i vari Lapierre, Vauclair, Walker, ma stavolta hanno trovato pane per i loro denti.

Il Lugano ha dimostrato di essere pronto a una battaglia muscolare come quasi mai capitato negli ultimi anni, e lo hanno fatto rispondendo colpo su colpo agli ospiti.

Kreis voleva togliere la concentrazione ai suoi avversari, ma questi si sono caricati ulteriormente, salvati anche dal loro ottimo box play, ma hanno dato un segnale chiaro ai futuri avversari: oltre a saper giocare e vincere, oggi hanno mostrato di saper soffrire e incassare, oltre che rispondere.

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