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Ambrì Piotta

Il Lugano alza il livello, Ambrì nettamente battuto per 5-0

Più determinati e affamati, i bianconeri dominano il derby. Con una prestazione incolore i leventinesi incassano la quarta sconfitta filata

Il Lugano alza il livello, Ambrì nettamente battuto per 5-0

LUGANO – AMBRÌ

5-0

(1-0, 2-0, 2-0)

Reti: 2’22 Carr (Thürkauf, Granlund) 1-0, 23’46 Granlund (Thürkauf, Carr) 2-0, 31’31 Cormier (Zanetti, LaLeggia) 3-0, 46’22 Carr (Thürkauf, Granlund) 4-0, 49’33 Ruotsalainen (Andersson) 5-0

Note: Cornèr Arena, 6’733 spettatori
Arbitri: Stolc, Borga; Obwegeser, Fuchs
Penalità: Lugano 2×2, Ambrì 6×2

Assenti Lugano: Marco MüllerLorenzo CanonicaJulian WalkerStephane Patry (infortunati), Arno SnellmanMikko KoskinenLeandro Hausheer (sovrannumero)

Assenti Ambrì: Daniele GrassiTobias FohrlerZaccheo DottiDario Bürgler (infortunati), Tim Heed (ammalato), Yannick Brüschweiler (sovrannumero), Valentin Hofer (Bellinzona Rockets)

LUGANO – L’immagine di questo derby la si può riassumere in pochi secondi di cambio nel terzo periodo: Al 50′, sul 4-0, l’Ambrì Piotta tenta un’entrata nel terzo, Fazzini recupera dieci metri in backcheck e porta via il disco dall’attaccante. Il disco va dall’altra parte e Gerber si tuffa su uno slapshot partito a tre metri da lui, rialzandosi non senza fatica per il colpo subito.

In quel frangente si è capito come il Lugano abbia potuto non solo vincere il derby, ma anche dominarlo dall’inizio alla fine senza mai praticamente lasciare uno spazio ai leventinesi in cui sperare di rientrare in partita. Forse dopo un primo tempo giocato a tutta dai bianconeri ma chiuso avanti di un solo gol si sarebbe potuto pensare a tanti copioni già visti, con una squadra biancoblù sorniona capace dal nulla di rimettersi in partita e giocarsela come dovrebbe giocare un derby, invece il monologo bianconero è andato avanti inesorabile.

C’è da dire che le occasioni da rete l’Ambrì se le è create, per certi frangenti anche a scadenze regolari, ma gli ospiti non sono mai riusciti a dare seguito a quegli episodi lasciando che rimanessero tali e isolati, mentre il Lugano da un’occasione mancata è sempre riuscito a creare i presupposti per spingere di nuovo.

I ragazzi di Cereda, privi anche di pedine importantissime come Heed, Bürgler e Fohrler, si sono limitati a qualche scintilla, facendosi superare dai propri avversari sul piano dell’esplosività e della determinazione, senza mai riuscire a dare l’impressione di poter prendersi un momento della partita e girarlo a proprio favore.

Il Lugano ha spinto costantemente con quattro linee, ha piazzato un forecheck continuo sui portatori del disco leventinesi mettendoli in difficoltà nelle uscite, costringendoli spesso a perdere il disco o a gettarlo in zona neutra, per poi andare a recuperarlo e ripartire in velocità.

Spesso presi fuori dalle marcature i biancoblù hanno concesso molte occasioni al Lugano nel proprio slot, e inevitabilmente le reti sono poi arrivate, con quella di Granlund a spianare la strada ai padroni di casa, capaci di allungare con Cormier a metà incontro.

A preoccupare in casa leventinese una certa rassegnazione, nemmeno nel terzo periodo, quando ci si sarebbe potuti aspettare una reazione decisa (“persa per persa”) e orgogliosa, nessuno è riuscito ad accendere una fiammella, mentre il Lugano ha continuato a macinare gioco, check alle assi, tiri bloccati, tutto quello che serve per mantenere la bilancia dell’incontro dalla propria parte, il lavoro che va fatto per annientare un avversario, andato definitivamente al tappeto dopo il 4-0 di Carr.

Di pura accademia gli ultimi minuti, nei quali i bianconeri hanno regalato anche attimi di spettacolo con uno scatenato Joly protagonista e trovato anche il 5-0 con Ruotsalainen giusto per arrotondare il punteggio e far partire l’applauso anche all’ospite di serata John Slettvoll, omaggiato prima dell’incontro.

La squadra di Gianinazzi, arrivata sulla scia del 6-1 rifilato al Rapperswil, ha interpretato il derby nella miglior maniera possibile, con tutti i suoi giocatori – senza dimenticare uno Schlegel perfetto – determinati, pronti e decisi a battagliare, mentre sull’altro fronte, aldilà di assenze pesanti, l’Ambrì sul piano della personalità ha sicuramente deluso.

Non si tratta forse di cercare problemi solo tattici o tecnici che hanno fatto la differenza (i bianconeri a tratti sono apparsi troppo veloci nell’esecuzione) ma anche e soprattutto in quelli dell’approccio a un derby dopo tre sconfitte filate che aggiunte a questa aprono una primi mini crisi di risultati in casa biancoblù, con oltretutto cinque gol subiti a partita negli ultimi cinque incontri.

C’è da preoccuparsi in Leventina? Sicuramente la situazione è da monitorare con attenzione, se i periodi di magra toccano tutti, a inquietare di più i biancoblù deve essere la mancanza di mordente e le reazioni mai arrivate.

Luca Gianinazzi può invece godersi un Lugano efficiente e spettacolare, che al momento sembra aver assimilato i giusti parametri di gioco e aver trovato degli ottimi equilibri tra gioco difensivo e quello offensivo, a tratti strabordante. Per il coach bianconero sarà importante far mantenere la giusta tensione al gruppo senza farlo volare troppo in alto per non rischiare nuove dolorose cadute.


IL PROTAGONISTA

Markus Granlund: Era in crescita da qualche settimana, lo spostamento nel blocco di Carr e Thürkauf sembra aver accelerato le cose. Unito ai due “trattori” il suo stile di gioco calcolatore e preciso ha dato una nuova dimensione al primo blocco bianconero e anche lui ha cominciato a fare vedere le migliori giocate del suo repertorio. Assieme ad Arcobello il migliore nella gestione del disco per far salire la squadra, ispiratore in power play con due reti partite dalle sue mani e realizzatore del gol che ha spianato la strada al Lugano nel secondo periodo. I bianconeri stanno ritrovando un asso nella manica mica da poco.


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HIGHLIGHTS

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