LUGANO – KLOTEN
4-2
(0-0, 3-0, 1-2)
Note: Resega, 5’572 spettatori. Arbitri Kurmann, Wiegand; Fluri, Kohler
Penalità: Lugano 2×2′, Kloten 5×2′
LUGANO – Le ultime due sconfitte patite dapprima a Zugo e poi a Berna sono costate al Lugano il quarto posto in classifica, ma soprattutto hanno mostrato un lato un po’ abulico della squadra bianconera.
Sempre privo degli infortunati Filppula, Ulmer, Balmelli, Hirschi e dell’ammalato Sannitz, Fischer ha apportato altri cambiamenti al line up, per cercare di ripartire con una vittoria contro l’ospite domenicale Kloten. Dopo essere tornato a giocare contro il Berna, Merzlikins si è di nuovo accomodato in panchina, Manzato ha ripreso il posto tra i pali, Steinmann al centro degli svedesi, Walsky centro del quarto blocco e Maurer in attacco all’ala di Dal Pian assieme a Walker e, infine, Romanenghi è risultato attaccante in sovrannumero.
Il Kloten è una squadra in piena crisi nonostante il recente avvicendamento in panchina, ma nei minuti iniziali si è quasi fatto preferire al Lugano, soprattutto per una certa convinzione e intensità nel gioco alle assi. I bianconeri hanno messo fuori la testa solo a sprazzi nella prima frazione e soprattutto nei momenti finali, grazie a qualche incursione del secondo blocco e dei tre svedesi.
Poco o altro da raccontare di un primo periodo che ha visto i bianconeri usufruire di un power play – ovviamente sprecato – nel quale si è messo in luce il secondo blocco guidato in “regia” da Bertaggia, di nuovo uno dei bianconeri più propositivi.
Partita che è avanzata a ritmi soporiferi fino al suo giro di boa, con gli ospiti spesso pericolosi davanti all’eccellente Manzato, poi la maggior consistenza tecnica del Lugano ha deciso che era ora di fare la differenza, e allora sono saliti in cattedra i tenori bianconeri. L’improvvisa rete di Brunner – la prima alla Resega – direttamente da azione d’ingaggio ha sbloccato i bianconeri, da lì in avanti finalmente più autoritari nell’imporre una certa legge e più diretti nel gioco verso Schwendener.
Alla chiamata hanno risposto anche gli svedesi, tutti e tre, che hanno costruito la bella rete del 2 a 0 in power play con Andersson nelle vesti di cecchino dopo un bel lavoro preparatorio di Klasen e una velocissima dicesa di Pettersson. Kloten abbastanza alle corde che ha tentato soprattutto di pungere in qualche sporadico contropiede, ma di nuovo il Lugano è stato bravo a sfruttare una situazione di superiorità numerica (!), con Kostner, abile a ribadire in rete una corta repinta del portiere ospite.
Sette minuti che hanno prodotto 3 reti e una squadra finalmente a livelli più consoni, sia a livello di pattinaggio che di convinzione. Il Lugano si è infatti slegato solo dopo la rete di Brunner, a dimostrazione che troppo spesso, Mclean e compagni tendono ad adattare il proprio livello a quello più basso di diversi avversari.
Un altro “malanno” stagionale dei bianconeri è quello delle problematiche entrate in materia, che soprattutto nei minuti iniziali del terzo tempo sono spesso costati diverse reti. Un black out durato praticamente fino al 50’ ha causato le uniche 2 reti del Kloten, fino a quando Fischer con un time out non ha rimesso perlomeno le idee in ordine. L’assalto finale del Kloten è poi stato vanificato da un’ingenua penalità rimediata da Liniger, e a porta vuota a 7” dalla fine Pettersson ha potuto festeggiare il 30esimo gol stagionale che ha chiuso il match.
Non è stato un match eccelso per continuità e concentrazione da parte del Lugano, apparso varie volte “legato” di gambe e facilmente confusionario. Ai bianconeri manca ancora quel clic a livello mentale che gli permetterebbe di imporre con decisione il proprio gioco, come avveniva nelle giornate iniziali del campionato.
Tra le note liete c’è comunque un power play che anche se poco continuo ha prodotto due reti, e tra le prestazioni dei singoli sono da menzionare quelle del “solito” Manzato, di Brunner – di nuovo in rete ma molto pericoloso per tutto l’incontro – e di un Bertaggia che oltre ad essere tra gli attaccanti più propositivi si trova benissimo nella veste di regista del secondo blocco di power play.
Era imperativo sfruttare questa partita per tornare alla vittoria da tre punti, ma anche per convincere più delle ultime uscite. Il Lugano lo ha fatto ma solo a sprazzi e soprattutto nel periodo centrale, non ha caso quando sono arrivate le reti.
Fondamentale sarà trovare una velocità di crociera regolare e decisa, ma aldilà degli infortunati, anche Fischer a 11 partite dai play off dovrà cominciare ad avere idee chiare su una formazione praticamente definitiva.