LUGANO – LOSANNA
5-4
(1-1, 2-2, 2-1)
Note: Resega, 4’673 spettatori. Arbitri Küng, Vinnevorg; Borga, Kohler
Penalità: Lugano 4×2′, Losanna 6×2′
LUGANO – Una vittoria estremamente salutare quella ottenuta contro i campioni in carica ZSC Lions, che ha scacciato qualche dubbio soprattutto dalla testa dei tifosi, dato che Fischer, giustamente, aveva ribadito che non era mai stato il caso di esasperare una situazione forse fastidiosa ma poco preoccupante.
Più preoccupante è invece la situazione degli infortunati venutasi a creare durante l’ultima settimana a causa del malore di Balmelli e del naso fratturato di Fazzini, che vanno ad aggiungersi alle assenze di Kparghai (rientro previsto per il prossimo weekend) di Murray, Ulmer, Reuille e Romanenghi.
Situazione piuttosto precaria, che ha visto comunque il rientro di Dal Pian, schierato nel blocco di Filppula e le iscrizioni a foglio partita degli attaccanti Gianluca Zanzi e Loris Müller, entrambi classe 1996. Formazione anti Losanna estremamente giovane, con in porta ancora Merzlikins e un’età media di 25 anni spaccati. L’occasione per il Lugano era quindi mettere altri punti sulle inseguitrici, il famoso “fieno in cascina” che la scorsa stagione di questi tempi era maledettamente mancato.
Di certo è che non ci si poteva aspettare una partita sui livelli tecnici visti contro lo ZSC Lions, ma calcolando l’innata combattività losannese ne è scaturito un match intenso e piacevole. Il Lugano, dopo un inizio tranquillo ha fatto suo il gioco, come preventivabile, mentre gli uomini di Ehlers si sono fatti vedere inizialmente soprattutto con un paio di break e in powerplay, esercizio in cui sono maestri. Proprio il gioco in superiorità numerica è stato alla base dei primi 20’(ma non solo…), dato che le due reti che hanno decretato il parziale pareggio sono capitate proprio in superiorità numerica.
Dapprima Steinmann deviando un appoggio di Schlumpf e poi Conz da sotto misura hanno sfruttato 2 dei 5 powerplay visti nel primo tempo. Un 1-1 che sarebbe andato anche stretto a Pettersson e compagni, soprattutto per la mole di gioco e le numerose occasioni sprecate davanti a Huet. Powerplay che ha continuato ad essere protagonista anche nell’infuocato periodo centrale, a causa delle numerose penalità fischiate, e che ha scaturito le reti di Mieville, Pettersson e, sullo slancio, quella molto contestata di Pesonen che ha fermato lo score sul 3-3, risultato tutto sommato giusto per ciò che si è visto fino al 40’.
Il Lugano ha faticato in diversi frangenti a contenere l’esuberanza fisica dei vodesi, e la situazione a livello di blocchi rimaneggiati non ha certo aiutato Fischer (perso dopo un violento check anche Sannitz) portando la squadra ospite a tirare con maggior insistenza verso la porta di Merzlikins. Vista la difficoltà a trovare spazi nelle maglie strette della difesa ospite, Fischer ha cominciato a far ruotare il Lugano a soli tre blocchi, per aumentare il ritmo delle operazioni.
Con maggior ritmo e l’indiavolato Walsky portato nel primo blocco, i bianconeri sono finalmente sembrati in grado di riprendere possesso del gioco, e la rete di neanche a dirlo in powerplay di Brett Mclean è risuonata come una sorta di liberazione. Match sui binari giusti? Nemmeno il tempo di capirlo e la partita di ping pong tra Lugano e Losanna è tornata in parità dopo soli 12” per effetto della rete di Louhivaara…
Nel pirotecnico terzo tempo era lecito attendersi altre emozioni, ed allora ecco che a riportare avanti, stavolta definitivamente i bianconeri è arrivato il tanto atteso gol del tanto atteso Klasen, – indovinate un po’ – in powerplay. Ultimo brivido a 6” dalla sirena finale, quando col Losanna in 6 contro 5 Merzlikins ha sfoderato il classico “big save” che è valso quanto una rete e almeno 2 punti.
La vittoria del Lugano è costata ai bianconeri uno sforzo non indifferente, vuoi per l’ottimo stato di forma dell’avversario e per la precaria situazione degli infortunati. L’uscita a partita in corso di Sannitz ha complicato ulteriormente i piani di Fischer, che ha quindi schierato anche i giovani Zanzi e Müller, ruotando ulteriormente i centri. Fischer è stato bravo nel leggere l’avversario, e non riuscendo a mettere in pista gli abituali schemi di velocità ha optato per un Lugano più lavoratore, non a caso le reti bianconere sono arrivate tutte con un giocatore a disturbare Huet – in 4 casi l’esperto del ruolo Mclean – o a sporcare la linea di tiro.
Quelle reti “sporche” che a volte erano mancate al Lugano, vuoi per sfortuna o “per scelta” ma che in questi casi risultano fondamentali per scardinare difese strettissime come quella biancorossa. Fondamentale è stato anche il powerplay, sfruttato in 4 occasioni su 6, oltretutto contro una squadra che ha fatto del boxplay una delle sue armi difensive principali.
Di nuovo va rimarcata la prestazione di Eric Walsky, imprendibile per i difensori e spalla ideale praticamente per chiunque nello scacchiere bianconero. Grande partita anche di Brett Mclean, che ha avuto grandi meriti su 4 reti del Lugano – quelle in power play – non solo per averne messa a segno una, ma anche e soprattutto per il grande lavoro di disturbo su Huet.
Da menzionare anche le prestazioni di Steinmann e Maurer, entrambi in rete per la prima volta in stagione, con l’ex aviatore che stupisce per la continuità del suo pattinaggio e il lavoro fisico e con il difensore che si distingue per un inizio di stagione caratterizzato da solidità e semplicità di gioco. Di ritorno in gol sia Klasen che Pettersson, con il primo che ha il merito di segnare il game winning gol e il topscorer che più di una volta – come in occasione del suo gol – sa come caricarsi la squadra sulle spalle. Meritevoli di annotazione le presenze in pista di Zanzi e Müller, schierati anche nei primi blocchi come Sartori, che si distingue sempre per la grande sicurezza nel suo gioco.
Una vittoria da non sottovalutare quella contro il Losanna, perché ottenuta con 8 assenti tra i titolari (calcolando anche Sannitz out nel primo tempo) e con la capacità di adattare il gioco in base all’avversario. Il powerplay è tornato a essere decisivo, da regolare ancora la transizione da gioco offensivo a quello difensivo, ma un ritorno importante come quello di Kparghai potrà dar fiato a chi, come ad esempio Schlumpf, avrà bisogno di tirare il fiato per riordinare le idee. Con una situazione di classifica tranquilla la lucidità può essere di facile recupero.