GINEVRA – Si sapeva che quella di giovedì sarebbe stata una serata storica, ed alla fine a farla sua è stato il Ginevra, che ha così coronato con il suo primo titolo una stagione vissuta tutta da protagonista.
Il Servette ha infatti alzato al cielo la prima coppa della sua storia ultracentenaria dopo aver dimostrato da settembre ad oggi di essere la miglior squadra della lega, ed alla fine le mani dei ragazzi di Cadieux non hanno tremato davanti al loro pubblico.
Anzi, i granata a questa Gara 7 hanno immediatamente dato un’impronta netta e decisa, trovando con Vatanen due reti nel giro di 7 minuti che hanno decisamente buttato giù il Bienne. I seeländer – privi di Brunner, che non è stato del match dopo aver effettuato il riscaldamento – in quei frangenti non si sono dimostrati al meglio, con in particolare la prima rete concessa troppo facilmente al finlandese al termine di un comunque spettacolare coast-to-coast.
Da lì in avanti – e a maggior ragione quando Winnik ha infilato il 3-0 – il Ginevra ha avuto un chiaro controllo sulla sfida, che il Bienne avrebbe potuto mettere in dubbio solamente a metà partita. In quei minuti infatti Haas ha infilato il 3-1 approfittando di una leggerezza di Richard, ed ha poi avuto un powerplay che se sfruttato avrebbe rimesso tutto in discussione.
Gli uomini di Törmänen non hanno però avuto gli ingredienti necessari per contrastare davvero il Ginevra, che alla terza sirena ha così potuto dare il via ai festeggiamenti dopo il sigillo del 4-1 messo da Hartikainen.
La coppa l’hanno alzata alcuni dei grandi protagonisti della nostra lega, come i vari Tömmernes, Vatanen, Filppula, Winnik, Hartikainen, Omark oppure Richard che ci hanno regalato momenti di bellissimo hockey negli scorsi mesi. E tra chi si è meritato il titolo – soprattutto per aver alzato il livello nelle fasi decisive – c’è anche Alessio Bertaggia, che al primo anno dalla partenza da Lugano è andato subito sino in fondo, così come un Robert Mayer che un po’ a sorpresa è stato tra i protagonisti dei playoff.
Al Bienne invece rimane la consolazione di aver giocato un campionato che rimane eccezionale, a cui è mancata una sola vittoria per completare l’opera.