GINEVRA – AMBRÌ
4-2
(1-0, 2-0, 1-2)
Reti: 5’50 Wick (Richard, Da Costa) 1-0, 20’32 Riat (Da Costa, Tömmernes) 2-0, 30’58 Riat (Da Costa, Tömmernes) 3-0, 45’12 Bianchi (Collenberg) 3-1, 54’37 Fora (D’Agostini, Taffe) 3-2, 59’25 Rubin 4-2
Note: Les Vernets, 6’006 spettatori. Arbitri Koch, Mollard; Kaderli, Küng
Penalità: Ginevra 3×2′ + 2xrigore, Ambrì 6×2′ + 1×10′ (Lhotak)
GINEVRA – Affermare che la sfida tra Ginevra e Ambrì Piotta non sia stato un grande spettacolo, è a dir poco un eufemismo. La squadra di Luca Cereda ha incassato la quinta sconfitta consecutiva – l’ottava nelle ultime nove – al termine di un incontro per la maggior parte inguardabile su ambo i fronti, contraddistinto da ritmi blandi, mille imprecisioni e lunghe fasi in cui non è successo assolutamente nulla.
Nel grigiore generale, i padroni di casa hanno approfittato di tre amnesie difensive dei biancoblù per insaccare altrettante reti, tutte a risultato di un assetto arretrato che in casa leventinese inizia a sbandare più di quanto non si era abituati.
Se dopo 5’50 i cinque ospiti sul ghiaccio si sono dimenticati di marcare Wick – dimenticato in una posizione ideale per andare al tiro – nel periodo centrale il boxplay dell’Ambrì è stato incantato a due riprese da Da Costa, che ha smarcato con due spunti “fotocopia” il compagno Riat, che ha potuto così fulminare Conz e portare i suo sino sul 3-0. Identica l’esecuzione, identica la mancata copertura, con Ngoy a guardare l’avversario concludere in rete.
Questi sono i tre acuti che hanno caratterizzato i primi 40 minuti di gioco, per il resto passati dalle due squadre ben al largo delle due porte, questo a patto che la manovra non si interrompesse in una zona neutra diventata terra di nessuno. La mancanza di linearità si è tradotta nell’assenza quasi totale di occasioni, che sul fronte biancoblù si riducono ad uno spunto personale di Zwerger nel primo tempo ed un tiro ravvicinato di D’Agostini nel secondo, nella circostanza ben smarcato da Taffe.
Il centro statunitense è tornato a giocare per la prima volta dallo scorso 28 novembre, a risultato dei diversi infortuni che hanno cambiato in maniera significativa l’aspetto del lineup di Cereda, martedì con soli tre stranieri.
Le assenze hanno indubbiamente giocato la loro parte, ma non bastano per contestualizzare un Ambrì che da un po’ di tempo ha perso quel mordente per cui si era fatto apprezzare ad inizio stagione, ed in questo senso non è sufficiente la parziale reazione nel terzo tempo per cambiare il giudizio negativo sulla sfida delle Vernets.
È innegabile che in qualche modo la squadra di Cereda questa partita avrebbe perlomeno potuto pareggiarla – basti pensare banalmente ai due rigori sbagliati da Kostner e Lhotak – ma è altresì vero che l’Ambrì i suoi successi deve costruirli con l’intensità costante tra un cambio e l’altro, non a risultato di sporadici episodi.
Il terzo tempo – che ha visto il Ginevra giocare senza il top scorer Tanner Richard – ha preso vita con lo shootout mancato da Lhotak, seguito dal bel tiro di polso di Bianchi, bravo nello sfruttare lo screen di Jacquemet per battere l’ex compagno Descloux. La rete non ha però provocato la scintilla che ci si sarebbe attesi tra i biancoblù, poco convinti anche dopo aver smosso il risultato, ma capitan Fora con una secca conclusione dalla blu ha riaperto una partita che solamente nell’ultima decina di minuti ha dato davvero dei motivi di interesse.
Un ultimo colpo di scena è avvenuto sul secondo rigore di serata, eseguito piuttosto bene da Lhotak e parato elegantemente da Descloux, che nell’intervento ha però rimediato un infortunio che pare piuttosto serio, tanto da costringerlo a lasciare il ghiaccio in barella.
La prospettiva di vedere Giovannini subentrare tra i pali era di quelle allettanti per l’Ambrì, che nel finale non ha però trovato le energie per sollecitare il portiere (nessuna parata da parte sua), complice anche una penalità di Taffe che ha definitivamente chiuso i giochi. Pura formalità a quel punto il gol di Rubin a porta sguarnita.
L’Ambrì ha così iniziato la settimana in maniera complicata, e la squadra di Cereda si trova ora confrontata con il primo reale momento di difficoltà del campionato. Gli infortuni in questo senso chiaramente non aiuteranno – nel terzo tempo i biancoblù hanno perso anche Emmerton – ma è soprattutto in frangenti come questi che deve venire a galla la personalità e l’identità della squadra, elementi su cui lo staff sin dall’inizio ha cercato di fare leva.
Dopo i molti passi avanti fatti nei primi mesi di campionato, i biancoblù sembrano vedere alcune delle proprie certezze vacillare un po’ nelle prestazioni più recenti, e nell’ultimo weekend del 2017 sarà importante soprattutto ritrovare la solidità delle proprie basi di gioco, indipendentemente dal risultato.
IL PROTAGONISTA
Stéphane Da Costa: alle Vernets non si è certo assistito alla partita più spettacolare degli ultimi tempi, ma perlomeno dalla mediocrità generale si è potuto assistere a qualche lampo di genio dell’attaccante francese.
Spiccano naturalmente i due stupendi assist che hanno permesso a Riat di firmare la doppietta, uniti a diversi altri tocchi “di fino” che lo hanno confermato anche martedì come un giocatore di classe superiore.