LOSANNA – LUGANO
4-1
(0-1, 3-0, 1-0)
Reti: 6’50 Arcobello (Morini, Andersson) 0-1, 25’43 Fuchs (Bozon, Pilut) 1-1, 30’19 Riat (Suomela, Djoos) 2-1, 34’22 Jäger (Fuchs, Kenins) 3-1, 46’02 Rochette (Sekac, Riat) 4-1
Note: Vaudoise Arena, 7’788 spettatori
Arbitri: Kohlmüller, Mollard; Steenstra, Urfer
Penalità: Losanna 4×2, Lugano 4×2
Assenti: Marco Müller, Lorenzo Canonica, Julian Walker, Stephane Patry (infortunati), Arno Snellman, Joey LaLeggia (sovrannumero)
LOSANNA – È stato tutto un grande dejà-vu quello andato in scena alla Vaudoise Arena di Losanna. Per il risultato, per numero e somiglianza delle reti, e per le difficoltà che ha incontrato il Lugano davanti a quella che oggi possiamo assolutamente definire come sua bestia nera rispetto alla prima sfida giocata sulla pista romanda tra le due squadre.
Soffrono i bianconeri di fronte al gioco estremamente muscolare e speculativo dei biancorossi, puntualmente vengono affossati con reti prese un po’ così, e va detto che ancora una volta sono stati puniti con un cinismo eccezionale al primo (e secondo) errore commesso.
Una cosa già vista, come il gol del pareggio di Fuchs incredibilmente identico per azione ed esecuzione a quello di Suomela nella prima partita sulla stessa pista, uguale il rush con cui gli uomini di Geoff Ward hanno allungato nel risultato, gli stessi i problemi che i bianconeri hanno trovato contro questa squadra.
A volte sono degli incastri che vanno così, una squadra soffre particolarmente l’altra senza necessariamente che sia la più forte del lotto, anche se i vodesi al momento stanno viaggiando a velocità supersoniche e sono di gran lunga i più in forma del campionato. Il Lugano però ha fatto poco per cambiare questa tendenza, sorpreso più che altro da un cambiamento del Losanna avvenuto nel secondo periodo, dopo dei primi venti minuti caratterizzati dal numero di magia di Arcobello e da una squadra ticinese comunque ben messa in pista.
Un Lugano meno arrembante rispetto al derby ovviamente, ma prudente e pungente nelle ripartenze, capace lo stesso di mettere in grande difficoltà i padroni di casa con il solito forecheck profondo e continuo.
Con Koskinen in porta e LaLeggia di nuovo in sovrannumero, la squadra di Gianinazzi non ha trovato le contromisure a un Losanna fattosi più fisico e pesante dal secondo periodo, quando invece di andare incontro alla pressione bianconera ha deciso di aspettare Carr e compagni per poi neutralizzarli con raddoppi alle assi e dietro le porte, costringendo l’avversario a quegli errori costati soprattutto il 2-1 e l’incapacità (anche questo per buona parte merito anche dei biancorossi) di far ripartire il ritmo necessario nelle giocate.
Ai bianconeri non è in fondo mancato molto per tenere la partita, ma sulla spinta del Losanna nel secondo tempo e un gioco più fisico, sono sembrati un po’ colpevolmente sorpresi e in generale incapaci di prendere delle contromisure adatte.
Non è necessario dare della bestia a chi ha preparato l’incontro, il Lugano ha pagato un paio di errori, la differenza di peso specifico in un certo contesto e, dando comunque dei meriti a un avversario veramente compatto, organizzato e in fiducia, non ha ricevuto da Koskinen le risposte necessarie quando si trattava di tenere il risultato o di compiere la parata più difficile rispetto alla media.
Un peccato per i bianconeri non aver dato seguito alle belle vittorie conseguite tra Rapperswil e il derby, ma sembra proprio che questo Losanna debba insegnare parecchio al Lugano su degli aspetti che la squadra di Gianinazzi non ha ancora sviluppato – o che per organico non può sviluppare – soprattutto sulle capacità di giocare fisico in maniera estrema (sembra di vedere il Ginevra di una decina di anni fa) e di cambiare faccia in corsa, e su questo aspetto vanno riconosciuti grandi meriti a Geoff Ward.
Nessun dramma per Thürkauf e compagni, la classifica dice di una squadra bianconera che è lì dove vorrebbe (o dovrebbe?) essere, però gli impegni delle future settimane dovranno essere sfruttati al meglio per consolidare tutto quanto di positivo si è visto nelle scorse uscite, magari “rubando” qualche insegnamento da queste sconfitte.
IL PROTAGONISTA
Kevin Pasche: Il giovane nazionale U20 svizzero ha vinto il duello interno contro Mikko Koskinen, chiudendo con ordine ogni spazio dopo aver subito la beffa sul trucchetto di Arcobello. Ha dato fiducia alla sua squadra, libera di giocare senza pensieri dalle sue parti e ha stoppato gli ultimi tentativi bianconeri quando sarebbero ancora potuti rientrare in partita.