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Lugano

Il destino di Shedden era segnato: “Non saremmo andati avanti”

LUGANO – “Non ci si diverte in questi momenti, ma siamo qui per il meglio dell’Hockey Club Lugano”. Con queste parole ha esordito la presidente Vicky Mantegazza nella mattinata di lunedì, segnata dal licenziamento di Shedden e Curcio e dalla presa di posizione dei vertici del club bianconero.

“La situazione oramai è sotto gli occhi di tutti – ha spiegato – mancano poche settimane ai playoff e non abbiamo visto i miglioramenti sperati. La riga è sempre più vicina, il Lugano ha la peggior difesa del campionato ed abbiamo vinto tre partite in trasferta su 20… Non penso ci siano bisogno ulteriori parole per commentare questi numeri”.

Un commento importante lo ha però voluto dare immediatamente il DS Roland Habisreutinger, che ha messo a nudo la natura della situazione venutasi a creare affermando che “alla fine della scorsa stagione sono stati definiti tre punti chiave che dovevano caratterizzare questa squadra: uno stile di gioco offensivo partendo da una base difensiva solida, la volontà di sviluppare e dare fiducia ai giovani, ed il fatto di avere almeno 18 giocatori in squadra con un ruolo precisamente definito. Questi tre punti non sono stati soddisfatti”.

Facile dunque capire come la decisione non sia certo caduta dal cielo nell’ultimo weekend. “Già nelle scorse settimane avevamo deciso che così non si poteva andare avanti – ha spiegato il DS – la decisione che la prossima stagione non sarebbe stata affrontata con questo staff era già stata presa”.

Perchè non cambiare subito dunque, ma attendere ancora oltre un mese prima di prendere una decisione che già ad inizio dicembre sembrava inevitabile? “In quel frangente avevamo parlato con lo staff tecnico – ha spiegato la Mantegazza – ed avevamo deciso di dare loro ancora un weekend di tempo… Erano arrivate alcune vittorie e l’allarme era rientrato un pochino, dovevamo loro questa possibilità dopo che nella passata stagione ci avevano portato in finale”.

Il presente appartiene invece a Greg Ireland, mentre per il futuro tutto è aperto. “Non vogliamo regalare a nessuno un contratto – ha spiegato Habisreutingervogliamo prima vedere se le cose iniziano ad andare nella giusta direzione… Greg sa di avere la chance di dimostrare il suo valore ed essere il coach del Lugano del futuro. Ha esperienza con i giovani ed in passato ha dimostrato di fare bene anche con poche risorse, essendo inoltre capace di gestire i leader. In questa squadra ci vuole tanta comunicazione, questo è il suo punto forte”.

Vicky Mantegazza è poi ritornata a riflettere sul recente passato, affermando di assumersi “le mie responsabilità. Ho sbagliato, dovevo intervenire già a settembre, quando è iniziato il ‘circo’ riguardante gli stranieri scelti o non scelti dall’allenatore. Shedden e Curcio non hanno però mai fatto dell’autocritica, e questo io non posso accettarlo”.

I vertici del club hanno poi ammesso un certo squilbrio all’interno dello spogliatoio. “Lo scorso anno tutto andava benissimo e questo ci ha portato in finale – ha continuato la presidente – mentre questa stagione le cose sono cambiate. Mi sono accorta che Curcio aveva preso più potere mentre Shedden aveva fatto dei passi indietro, questo ha cambiato gli equilibri. Inoltre il cambio di nome in ” Associated Coach” è stata una stupidata, chi è il capo deve essere ben definito”.

Anche Habisreutinger non si è nascosto dalle sue responsabilità, soprattutto in merito alla sua assenza ad inizio stagione. “Con quel congedo in Alaska non ero presente in alcuni momenti importanti, quando avrei potuto forse influenzare certe decisioni. Le cose hanno iniziato ad andare male, mi dispiace ma oramai non si può più tornare indietro”.

Un ultimo appunto dedicato al mercato e relativo alla situazione di Luca Fazzini, per Vicky Mantegazza “una priorità dopo che ha avuto finalmente la possibilità di mostrare quello che vale”.

Sulla stessa lunghezza d’onda Habisreutinger: “Vogliamo tenerlo, siamo in continuo contatto con lui ed il suo agente. Siamo sulla buona strada, non ci sono divergenze dal punto di vista finanziario, ma lui vuole vedere la fiducia dell’intera organizzazione per andare avanti”.

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