
LUGANO – AJOIE
2-1
(0-0, 0-1, 2-0)

Reti: 22’42 Devos (Bellemare, Brennan) 0-1, 59’02 Zohorna 1-1, 59’32 Morini (Peltonen) 2-1
Note: Cornèr Arena, 4’609 spettatori
Arbitri: Borga, Fonselius; Steenstra, Francey
Penalità: Lugano 3×2 + 1×5 + 1×20, Ajoie 1×2
Assenti: Joren van Pottelberghe, Michael Joly (infortunati), Liekit Reichle, Dominic Nyffeler, Valtteri Pulli, Nick Meile, Leandro Hausheer, Remo Giovannini, Aleksi Peltonen (sovrannumero)
LUGANO – L’hockey è fatto così, in trenta secondi scarsi può sovvertire pensieri e ribaltare sentimenti. Una partita intera di sofferenza, di apatia, di idee scarse e pessime, quasi sei tempi di gioco senza trovare la rete, con il pubblico ormai rassegnato e giocarsi tutto venerdì a Porrentruy e a lanciare “consigli” su che strategia adottare in maniera piuttosto diretta.
Poi arriva una carambola strana, un autogol sfortunato che in fondo ricompensa un po’ quella sfortuna che indubbiamente ha fatto parte – ma non è certo la causa – di questa stagione disgraziata dei bianconeri, e perlomeno c’è la speranza di giocarsela all’overtime, agguantato quando ormai i minuti sul tabellone sono esauriti.
Nemmeno il tempo di alzare gli occhi al cielo come sollievo per aver sfruttato quella deviazione di provvidenza divina con un bastone a mezz’aria di Fey (a provarci non ci si riuscirebbe mai) che Morini trova la maniera di infilare di nuovo Conz per l’insperato e incredibile gol del vantaggio a ventotto secondi dalla terza sirena.
Sono cinquantotto secondi in totale che potrebbero (e qui dipende molto dai bianconeri) cambiare questa serie, sempre che l’emozione dettata soprattutto dal gol del numero 23 si propaghi nello spogliatoio e riaccenda gli interruttori di tutti quei giocatori, e sono tanti, che in questa serie di playout di partita in partita sembrano spegnersi sempre di più, un po’ come stavano facendo le speranze dei tifosi prima che quel colpo di coda tenesse tutti aggrappati a una provvidenziale bava di ragno.
Ne aveva sicuramente bisogno il Lugano di una scossa del genere, non solo per la vittoria in se, ovviamente fondamentale, ma la maniera inaspettata con la quale è giunta deve servire a riportare energia e fiducia nei propri mezzi, per andare a Porrentruy venerdì sera con la consapevolezza che tutto potrebbe rimettersi in discussione e che anche l’Ajoie – ma usiamo sempre il condizionale – potrebbe in qualche maniera risentire di questa mazzata, perché di mazzata di tratta.
Ma i mali del Lugano non possono essere curati solo con l’effetto di quel rush finale, perché ciò a cui si è assistito alla Cornèr Arena per lunghi interminabili momenti è stato l’ennesimo capitolo di una stagione che ha rischiato e rischia tuttora comunque di scivolare sempre più in basso, come il livello che hanno proposto le due squadre, anche se come previsto i giurassiani hanno proposto la partita che ci si aspettava.
L’ennesimo gol in powerplay dei ragazzi di Greg Ireland poteva avere ancora l’effetto di far imbarcare acqua alla traballante zattera bianconera, che a inizio del terzo tempo ha rischiato di affondare del tutto. La contestata penalità di cinque minuti e di partita rifilata a Mirco Müller poteva essere il colpo di grazia per una squadra che ha faticato incredibilmente a crearsi occasioni da rete, anche solo a mettere un po’ in difficoltà un Conz che fino all’ultimo non ha dovuto sforzarsi molto per fronteggiare i tiri dei bianconeri, prevedibili e spesso con visuale libera.
La bravura dei padroni di casa è stata quindi quella di resistere in un lungo box play al letale power play di Brennan e compagni e di caricarsi di fiducia nonostante il momento fosse concitato per la citata penalità.
Bravi i componenti dei due box, bravo Huska in qualche occasione, bravo comunque anche allo staff tecnico nel tenere a galla i giocatori per preparare l’assalto finale, che seppure con la fortuna di cui si è parlato ha portato addirittura più frutti di quanto probabilmente si sperasse.
Adesso il Lugano è chiamato a sfruttare l’onda di quelle due reti trovate in extremis, cercando con più convinzione e disciplina di imporre il proprio gioco e il ritmo a un Ajoie che si conferma organizzato ma inferiore tecnicamente e fisicamente. Ma per equilibrare questi fattori, portarli definitivamente dalla propria parte e prendere in mano il proprio destino, i bianconeri hanno assolutamente bisogno di fare un passo in più anche sul piano della personalità.
IL PROTAGONISTA
Giovanni Morini: L’attaccante italiano ha fatto un grande lavoro per tutta la partita mettendosi al servizio dei suoi compagni con la determinazione che lo accompagna da sempre. Il gol del 2-1 che potrebbe fare da bivio in questa serie lo premia per tutti i colpi presi e per il sudore versato, nonché per tutta la sofferenza patita in un anno per lui veramente duro.
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