La stagione 2013/14 dell’Ambrì Piotta è oramai agli archivi. Su quanto dalla compagine biancoblù nel corso del campionato siamo ritornati nella nostra analisi di fine stagione, ma vogliamo ora concentrarci sui singoli.
Come successo un anno fa, abbiamo mantenuto la decisione di non assegnare alcun voto numerico ai giocatori e di fornirvi degli spunti di discussione con un breve commento per ogni elemento dela squadra leventinese.
Nolan Schaefer (26 partite – 2 shutout – 90,8 SVS%): Una regular giocata su ottimi livelli ed un corto playoff costellato, però, da problemi fisici. Non si è deciso in tempo sull’offerta propostagli dalla società, che ha optato üer prendere un’altra strada. Mancherà soprattutto la sua personalità mostrata sul ghiaccio.
Sandro Zurkirchen (28 partite – 2 shutout – 93,2 SVS%): Un’ottima regular season e due partite giocate nei playoff su buoni livelli. Autore di prestazioni molto convincenti nel corso della stagione, dimostra di avere i numeri per essere titolare in un prossimo futuro.
Benjamin Chavaillaz (52 partite. 0 reti, 5 assist; +6): La sorpresa della stagione. Arrivato in punta di piedi da Losanna, si è affermato come il difensore svizzero biancoblu più affidabile. Ottimo in prospettiva il recente prolungamento del contratto fino al 2016.
Sami El Assaoui (49 partite, 0 reti, 3 assist, +1): La delusione della stagione (insieme a Jason Williams). Il suo grande talento non si è praticamente mai mostrato sul ghiaccio e la stagione è stata costellata da prestazioni che lasciavano a desiderare. Di lui rimarranno le parole polemiche rilasciate in qualche intervista, ma pure il viso lacrime con cui ha terminato l’ultima partita con la maglia leventinese.
Marc Gautschi (46 partite, 0 reti, 5 assist, -7): Buona stagione dopo il ritorno, con prestazioni spesso solide. Da lui, però, ci si aspettava qualche impulso offensivo in più (le reti). Sarà per il prossimo anno.
Marc Grieder (45 partite, 1 rete, 1 assist, -6): Spesso relegato come ultimo difensore sul foglio partita, dimostra di saperci mettere il fisico, ma troppo spesso va in grossa difficoltà sul piano tecnico. Resta comunque l’unico difensore svizzero biancoblù ad aver segnato una rete questa stagione. Malgrado un contratto valido, rimarrà?
Reto Kobach (41 partite; 0 reti; 1 assist; -2): Il gladiatore della difesa. Si sacrifica spesso per il bene della squadra con prestazioni molto solide ed energiche. Troppo spesso viene dimenticata l’importanza di giocatori “operai” come Kobach.
Markus Nordlund (37 partite, 4 reti, 10 assist, +5): Arrivato a sostituire Noreau, ha mostrato subito ottime doti nella gestione del disco e come leader della difesa (pure qualche giocata offensiva incredibile). Calato vistosamente nel finale di stagione (playoff compresi). Non rimarrà.
Maxim Noreau (39 partite, 8 reti, 16 assist, +6): la sua stagione inizia in maniera difficile a causa di un infortunio. Al rientro porta sino a fine campionato il suo classico entusiasmo ed impegno, che si traduce in tanti impulsi offensivi e qualche sbavatura di troppo in retrovia. Se troverà il giusto equilibrio tra attacco e difesa rappresenterà sicuramente uno dei pilastri dell’Ambrì del futuro.
Patrick Sidler (47 partite, 0 reti, 3 assist, -3): Difensore affidabile che sembra aver trovato la sua dimensione ad Ambrì. Sbaglia poco, ed in fondo è quello che Pelletier pretende da lui.
Adrian Trunz (54 partite, 0 reti, 6 assist, -7): Difensore fisicamente ben messo e dotato di una discreta visione di gioco. Peccato, però, per i troppi erroracci difensivi che spesso ne condizionano le prestazioni. Nei playoff è andato in grossa difficoltà. Il rinnovo si spera gli dia quella tranquillità di cui forse necessita…
Elias Bianchi (54 partite, 5 reti, 9 assist, +2): Stagione importante per un attaccante che ha trovato il suo ruolo ad Ambrì. Enorme fiducia, giustamente, riposta nei suoi confronti da parte dello staff tecnico. Con i suoi compagni di linea rappresenta una delle sicure certezze in vista della stagione 14/15.
Paolo Duca (53 partite, 8 reti, 6 assist, -1): Stagione della rinascita per il capitano. Leader sul ghiaccio e fuori, sembra pure aver quasi ritrovato la verve offensiva dei giorni migliori.
Alexandre Giroux (50 partite; 22 reti; 18 assist; -2): Lo sniper per eccellenza. Ad alcuni non piace l’intensità del suo gioco, però lui risponde a suon di reti su reti, dimostrando con i fatti che il suo lavoro lo fa dannatamente bene. È una delle garanzie per l’immediato futuro.
Daniele Grassi (52 partite, 5 reti, 7 assist, +1): Gran bella stagione del giovane verzaschese: veloce, grintoso, pericoloso sotto porta e molto intelligente sul ghiaccio. Con Bianchi e Schlagenauf, forma un ottimo terzetto.
Lukas Lhotak (31 partite, 2 reti, 1 assist, -5): Stagione di apprendistato per il giovane ceco con licenza svizzera. Ha dimostrato di avere ottime mani ma deve migliorare il suo gioco difensivo e l’intensità nel pattinaggio.
Fabian Lüthi (31 partite; 1 rete; 2 assist; -2): Veloce e grintoso centro della quarta linea. Finché il ginocchio ha retto, ha dato una mano ai compagni, poi un brutto infortunio gli ha interrotto la stagione. Meriterebbe una seconda chance, ed infatti dovrebbe restare.
Alain Mieville (46 partite, 10 reti, 12 assist; -2): Centro dotato di ottime mani e con una buona tecnica, ma troppo spesso si eclissa dal gioco, fornendo prestazioni alquanto deludenti. Nelle ultime 18 partite giocate a segno solo una volta a Davos (per di più a porta vuota) per un rendimento sul ghiaccio molto negativo nel finale della sua avventura in biancoblù. Un brutto infortunio alla clavicola gli ha impedito di trovare la forma migliore nei playoff. Firmerà a Losanna, ma visto il suo finire di stagione, crediamo non venga rimpianto più di tanto.
Marco Pedretti (45 partite, 3 reti, 5 assist, +2): Impressionante l’involuzione avuta in due anni passando da 15 a 3 reti e fornendo prestazioni spesso assai deludenti. Andrà a cercar fortuna a Rapperswil.
Richard Park (45 partite, 13 reti, 17 assist, +7): Quasi nessuno se lo aspettava a questi livelli dopo una prima stagione interlocutoria. Grande intelligenza ed esperienza al servizio della squadra. Tanti impulsi ed un powerplay che girava a meraviglia quando lui era in pista fino all’infortunio dell’11 gennaio. Stringe i denti nei playoff volendo esserci a tutti i costi, pur non essendo in buone condizioni fisiche. Ha chiesto tempo alla società per svelare il proprio futuro, rimarrà?
Inti Pestoni (53 partite, 8 reti, 30 assist, +9): È stato l’anno della maturazione definitiva. Ormai diventato soprattutto uomo-assist, ha avuto, però, l’onore di segnare l’ultima rete della stagione.
Marc Reichert (51 partite, 14 reti, 9 assist, -2): Sta vivendo un’autentica seconda giovinezza ad Ambrì. Tante reti, una leadership sul ghiaccio notevole, e tante prestazioni di qualità e quantità. Il miglior leventinese nei playoff.
Roman Schlagenhauf (48 partite; 4 reti; 5 assist; +1): Dopo aver girato mezza Svizzera, sembra aver trovato la sua dimensione. Non molto appariscente, ma importantissimo nell’economia della squadra: la sua assenza la si nota tremendamente quando non c’è. Per una buona metà di campionato, la sua linea è forse il miglior blocco di contenimento del campionato.
Daniel Steiner (54 partite, 13 reti, 12 assist, -6): Partito a mille e poi vistosamente in riserva di energie da gennaio. Nel complesso buona stagione la sua, contraddistinta da reti e assist nella prima parte, e da impegno e sudore nella seconda.
Jason Williams (34 partite, 8 reti, 11 assist, -13): La delusione della stagione. 26 reti lo scorso anno, poi l’infortunio, il mai completo recupero e il rapporto non ottimale con lo staff tecnico e la società, culminato con la sanzione dopo la scappatella di Zurigo. Nel mezzo una marea di prestazioni imbarazzanti. Non mancherà.
Igor Lucchinetti (0 partite), Julien Bonnet (13 partite; 0 punti), Isacco Dotti (0 partite), Patrick Incir (8 partite; 1 assist), Loik Poudrier (1 partita), Christian Stucki (0 partite): non valutabili
Staff tecnico: ottima stagione gestita a meraviglia fin dalla preparazione estiva, conclusa con il ritorno nei playoff dell’Ambrì dopo otto anni. In difficoltà solo nel finale quando, soprattutto con la mancanza di centri, sono venuti a mancare certi automatismi e la fluidità (e pericolosità) del powerplay. L’uscita immediata dai playoff dovrà, però, far riflettere su quali accorgimenti apportare il prossimo anno, al fine di arrivare nella migliore condizione possibile nel post season.