SOCHI – Il Canada vince ancora la medaglia d’oro! A quattro anni del trionfo di Vancouver la formazione nordamericana si è nuovamente confermata la migliore al mondo venendo a capo nell’atto finale della Svezia con l’eloquente punteggio di 3-0.
Sebbene in avvio di torneo fosse facile pronosticare la vittoria finale di Doughty e compagni, un percorso di avvicinamento nella fase ad eliminazione diretta non facile come ci si potesse aspettare aveva fatto perlomeno pensare ad un esito differente. Superate le avversità, invece, il Canada si è liberato praticamente senza difficoltà di una Svezia apparsa scarica e che, priva di alcuni dei suoi uomini migliori (Zetterberg, Sedin, Backstrom) non ha opposto praticamente alcuna resistenza.
Sin dai primi minuti la partita è stata una vera e propria montagna russa di emozioni. Subito sugli scudi Lundqvist, che dopo nemmeno due minuti è stato costretto al miracolo per porre fine ad una grande azione imbastita da Crosby e conclusa dall’ex bianconero Bergeron. La risposta svedese non si è fatta attendere, ma il palo ha negato la gioia del gol ai gialloblù.
Il conto dei ferri è stato immediatamente pareggiato dallo scatenato Bergeron, in quelli che sono stati 10’ di gioco davvero di fuoco.
(Twitter @LeStudio1)
La partita vera, però, è durata soltanto proprio quei 10’. Il Canada ha progressivamente preso il controllo del ghiaccio mentre la Svezia ha faticato terribilmente a chiudersi ed è riuscita a farsi vedere sporadicamente solo in contropiede. Logica conseguenza il punto d’apertura di Toews, con il giocatore di Chicago che ha trovato una bella deviazione sotto porta e che ha spedito il disco tra i gambali del cerbero svedese, non dandogli nessuna chance.
Gli svedesi hanno subito il colpo e se già prima erano poco in vista, si sono sostanzialmente trasformati in uno sparring partner incapace di reagire alle continue folate offensive canadesi.
La storia si è ripetuta nel secondo tempo che ancora una volta ha visto un Canada nettamente più fresco e presente dal punto di vista fisico mettere sotto la squadra nordica. Giocatori incredibili come Duchene, Crosby e Toews si sono rivelati praticamente inarrestabili e se non fosse stato per la prestazione semplicemente sensazionale di “King Henrik” il passivo sarebbe stato molto più pesante.
L’incredibile pressione dei canadesi non è stata fine a se stessa e il punto del 2-0 è finalmente stato messo a segno dall’attesissimo Sidney Crosby. La stella dei Penguins si è involata in contropiede dopo aver carpito il disco ad un difensore svedese sulla propria linea blu ed ha concluso magistralmente bevendosi anche Lundqvist nell’1 contro 1.
(© Bernard Bujold Flickr.com)
Il periodo conclusivo è stato di pura accademia con il Canada che ha continuato a dominare mentre la formazione nordica non attendeva altro che la sirena finale. Ad arrotondare il punteggio ci ha pensato Kunitz che, con un grande tiro, ha fissato lo score sul 3-0 finale.
Una vittoria ampiamente meritata dunque quella del Canada che, esclusi i primi minuti di difficoltà, ha semplicemente dominato i passivi avversari. Se il gioco difensivo ed attendista della nazionale delle tre corone ha infatti permesso a Karlsson e compagni di qualificarsi alla finalissima, applicare questo stile di gioco al cospetto di una formazione offensivamente dotata come quella della foglia d’acero non può sicuramente portare al successo.
Si è così chiusa una parentesi olimpica sì molto interessante ed infarcita di grandi nomi, ma che, a conti fatti, non ci ha regalato molte partite spettacolari. Poche le gare davvero combattute e spettacolari fino alla fine (pensiamo in particolare a Russia-Stati Uniti) e se a questo si aggiunge il flop della Nazionale svizzera, resta un po’ di amaro in bocca.
La speranza è quella che venga nuovamente trovato l’accordo con la NHL per le Olimpiadi del 2018, così da potere garantire un pronto riscatto ed il meglio dell’hockey mondiale anche in Korea.