LUGANO – BIENNE
1-2
(0-0, 1-2, 0-0)
Reti: 23’41 Zorin (Ulmer, Romanenghi) 1-0, 26’26 Micflikier (Fuchs, Diem) 1-1, 30’41 Rajala (Pouliot) 1-2
Note: Resega, 7’109 spettatori. Arbitri Stricker, Urban; Progin, Wüst
Penalità: Lugano 4×2′, Bienne 5×2′
LUGANO – Nei playoff ci vuole poco per sentire l’ombra del muro che sta arrivando alle spalle. Il Lugano quell’ombra ce l’ha già su buona parte della schiena e l’impressione è che se le cose non cambino in fretta, il colpo sui mattoni potrebbe essere piuttosto duro.
Il 2-0 nella serie a favore del Bienne è un risultato che potrebbe scioccare i più, soprattutto coloro che dei Seeländer non hanno seguito il campionato a partire da gennaio, ma in questo momento la squadra di Törmänen è, tra le quattro semifinaliste, quella che produce l’hockey più efficace, più disciplinato e più regolare, insomma il migliore.
Non si fa scalfire da nulla l’armata giallorossa, nemmeno da quell’inizio di partita che pare essere il preludio alla serata perfetta per il Lugano. Una Resega roboante (finalmente “rotto” il muro dei 7’000), bianconeri di tutt’altra faccia rispetto a Gara 1 alla Tissot Arena, fino ad arrivare alla splendida rete di un ritrovato Fazzini, con un siluro nel sette di Hiller che non lascia scampo.
Peccato che gli avvenimenti subito successivi a quella rete abbiano poi fatto capire che la serata avrebbe potuto virare su altri piani, con il coach challenge vinto e la rete annullata, il 5 contro 3 sprecato malamente, e quel tarlo alla prima sirena a dire “qui, qualcosa sta girando male”.
Questo nonostante la rete di Zorin – primo punto in assoluto in NL per il russo dei Ticino Rockets – avesse lanciato nel nuovo entusiasmo la pista luganese, ma ancora una volta i tifosi del Lugano non avevano fatto i conti con uno dei punti deboli dei loro beniamini, la testa.
Ancora una volta un fallo evitabilissimo, di Lapierre, ha portato al pareggio gli ospiti, mostrando di nuovo le difficoltà del Lugano nel mantenere i nervi saldi dopo la rete del vantaggio. Poi l’episodio chiave del match, il gol di Rajala in contropiede dopo un colpo di gomito alla testa di Pouliot su Fazzini.
Alla Resega si scatena il finimondo. Il pubblico è assolutamente giustificato a protestare, il fallo sembra evidente, non ravvisato dall’arbitro poco distante ma, di nuovo, i bianconeri si sono fatti prendere dall’agitazione e mentre Lapierre cercava di non fare uscire dal terzo d’attacco gli avversari con ogni mezzo lecito, Hofmann si è messo a dare colpi di fioretto sulla blu piuttosto che sparare su Hiller e fermare il gioco, perdendo poi il puck a favore del letale contropiede ospite.
Se Fazzini da quel colpo si è ripreso abbastanza in fretta, il Lugano ci ha messo un bel po’ a rimettere assieme le idee, dovendo sperare di andare alla seconda pausa senza ulteriori danni. La spinta, generosa, ma senza costrutto di fronte alla difesa ordinata del Bienne, si è protratta fino ai secondi finali, ma a festeggiare sono stati i numerosi tifosi ospiti.
L’episodio tra Fazzini e la rete di Rajala è stato determinante ai fini del stretto risultato, ma occorre dare un giudizio globale su una partita giocata con determinazione ma senza la necessaria intelligenza tattica e con poca furbizia da parte dei bianconeri.
Il Bienne si mette in pista con un ordine e una disciplina da hockey dell’est d’altri tempi, senza fare cose straordinarie, ma uscendo vincente da numerosi duelli, mentre Lapierre e compagni perdono lucidità nel continuare a provarci.
Continuare a provarci è la parola d’ordine, perché non è finita sul 2-0, ma ora la vittoria alla Tissot Arena deve arrivare imperativamente già sabato, cambiando registro mentalmente e “furbescamente”, gestendo bene emozioni ed energie, perché Ireland deve sempre fare fronte a delle assenze importanti, le quali però non giustificano fino in fondo certe occasioni perse.
Quindi, onore al Bienne per quanto fatto finora, ma sappiamo tutti che il Lugano può e deve dare qualcosa di più, altrimenti sarà dura uscire da un rompicapo simile.
IL PROTAGONISTA
Dominik Diem: Inarrestabile. Autore di una buona regular season, senza chissà quali acuti, il 21enne ex ZSC Lions sta vivendo dei playoff da protagonista. Il suo terzo blocco gira a meraviglia, la sua dinamicità e l’intelligenza di gioco ne fanno una costante spina nel fianco, e solo la difesa bianconera sa quanto è ammattita sui continui cambi di direzione e sulle giocate del nazionale U20.
HIGHLIGHTS