BERNA – Diciamolo tranquillamente: la vittoria del Berna alla fine non fa una grinza, se rapportata alla mole di gioco, anzi, il risultato risicato sta ben stretto agli uomini di Leuenberger, che non hanno fatto altro che assaltare la porta di Merzlikins dall’inizio alla fine.
E buon per il Lugano – con il debuttante Schlagenhauf e il ritorno di Romanenghi – che il portiere fosse in serata non di grazia, ma addirittura in vena di miracoli, viste le molteplici e difficilissime parate a cui è stato costretto. Fino al gol di Rüfenacht però, che ha messo la parola fine all’incontro con l’unica rete della serata proprio nei minuti finali.
E qui sta l’amaro in bocca dei bianconeri, perché due minuti abbondanti prima di quella rete, Beat Gerber si è reso protagonista di un violento check al viso su Hofmann, punito con soltanto 2’ quando avrebbe meritato sanzione ben più pesante. Ed è qui, si diceva, il nodo del contendere, perché dopo qual fallo clamoroso, il Berna non avrebbe dovuto essere in 5 sul ghiaccio al momento del gol, e poco importa – moralmente – se gli orsi hanno tirato quasi 50 volte in porta e i bianconeri solo 17, perché non sempre potrebbe vincere chi merita ai punti come nella boxe, a volte basta un episodio per cambiare tutto, e va dato il diritto alle due squadre di provarci fino in fondo anche ad armi impari.
Qui va chiusa la parentesi su quell’episodio che ha fatto infuriare Shedden e tutta la panchina bianconera – e che farà parlare ancora, e molto, visti gli ultimi mesi… – e allora occorre parlare della partita disputata da Klasen e compagni. Proprio Klasen, uno degli uomini più in forma del Lugano fino alla partita di martedì, è stato un po’ l’emblema di questa prestazione, una delle peggiori in questi playoff.
Il barbuto svedese ne ha azzeccate pochissime, per non dire nessuna, perdendo dischi nel proprio terzo e lasciando spazio a contropiedi di casa, e mai come questa volta, gli orsi hanno applicato una gabbia su di lui, mandando in forecheck almeno due uomini alla volta.
L’errore del Lugano è stato quello di attendere che il fenomeno tirasse fuori il suo numero di magia, ma per una serata in cui lui può ben poco ci si dovrebbe aspettare di più dagli altri.
Invece tutta la squadra è caduta in un vortice di errori, subendo la pressione e il ritmo degli indiavolati bernesi e creando pochissimo in avanti, anche se le occasioni per segnare per primi non sono mancate a dire la verità, seppur col contagocce. Troppo attendisti sulla zona blu, leggeri in zona neutra e poco precisi in fase di rilancio, anche se la fase difensiva, seppur con troppe occasioni concesse, ha perlomeno retto anche in quei 2 lunghissimi minuti a 3 contro 5 nel primo tempo.
Merito grandissimo va al citato Merzlikins, ed è un peccato che in una serata di tale caratura del lettone i suoi compagni non abbiano approfittato del tempo che andava a loro favore.
L’impressione chiara è stata che il Berna ha imposto il ritmo e l’intensità che voleva alla sfida cambio dopo cambio, mandando spesso in crisi i primi due blocchi della truppa di Shedden, troppo attendisti e dediti ai contropiedi improbabili, è mancata la capacità di imporre il proprio gioco.
La serie è solamente sull’1-1, e intanto ha sfatato un primo tabù, quello che vedeva il Lugano sempre vittorioso in trasferta in questi playoff. Bisogna che Hirschi e compagni dimentichino subito questa partita e questo fatto e che non si facciano sorprendere di nuovo dal ritmo dei bernesi, che hanno sicuramente più profondità nei blocchi – anche se è stato discreto il debutto di Schlagenhauf – ma non vogliamo credere che i bianconeri gli permetteranno di surclassarli di nuovo sul piano del gioco, quarti di finale e semifinali hanno insegnato che il Lugano da playoff è tutt’altra squadra.
LA DIFFERENZA DI RITMO: L’intensità data alla sfida dal Berna è stata impressionante sin dai minuti iniziali, e questo era anche prevedibile alla vigilia di Gara 2.
Ciò che ha stupito è la continuità con cui Conacher e compagni hanno messo sotto i malcapitati bianconeri, senza mai mollare un millimetro dall’inizio alla fine.
Il Lugano avrebbe pure avuto qualche occasione qua e là sullo 0-0, ma in fondo la rete di Rüfenacht decide la sfida per chi l’ha meritata sul piano del gioco.