Ogni inizio settimana, per tutto il corso del campionato, HSHS vi proporrà la rubrica dedicata ai “top e flop”, ovvero ai giocatori che secondo noi si sono distinti negli ultimi turni di campionato, così come a coloro da cui ci si aspettava invece qualcosa in più.
Vengono selezionati un portiere, due difensori e tre attaccanti tra chi ha fatto particolarmente bene e chi, invece, ha deluso le aspettative.
Di seguito la selezione basata sui turni di campionato giocati tra giovedì e venerdì.
I TOP DI HSHS
Niklas Schlegel (Lugano): Forse un inizio del genere non lo sperava nemmeno lui ma, viste le prestazioni messe in pista nelle prime due giornate di campionato, si può affermare che il portiere bianconero ha grossissimi meriti, con pur l’aiuto prezioso di una difesa attiva e pronta a proteggerlo. Due shutout consecutivi sono comunque un risultato notevole in due partite così difficili e gli interventi mostrati soprattutto contro i Lions hanno dato grande sicurezza ai suoi compagni, grazie anche alla capacità di Schlegel di gestire i rebound e di muoversi nel traffico davanti a sé con grande personalità.
Henrik Tömmernes (Ginevra Servette): Il Ginevra ha giocato solamente una partita in questo primo weekend di campionato, ma la sfida contro il Davos è bastata al difensore svedese per ricordare a tutti perché viene considerato tra i migliori della lega nel suo ruolo. Tömmernes ha infatti debuttato firmando una doppietta – tra cui il game winning goal – con due tiri dalla media distanza che non hanno lasciato scampo all’ex compagno Mayer. Ha unito tanta qualità con un gran numero di minuti (quasi 27), cifra superata in queste prime partite solamente da Barberio (27’20 di media su due incontri).
Thomas Wellinger (Lugano): Le stagioni passate hanno aiutato il difensore bianconero a crescere di personalità ed oggi Serge Pelletier può contare su un giocatore di grande affidamento. Le prime due giornate di campionato hanno confermato la grande crescita dell’ex Bienne, il quale si è caricato sulle spalle la responsabilità del reparto difensivo, guidandolo con grande leadership, carattere e tanto ordine sul ghiaccio. Contro i Lions ha gestito al meglio il pericolosissimo top six zurighese, mentre alla Valascia è spiccato per quante responsabilità sia in grado di prendersi, risultando di nuovo uno dei migliori in assoluto.
Denis Hollenstein (ZSC Lions): Pur se sconfitto seccamente all’esordio contro il Lugano, l’attaccante dei Lions aveva già dimostrato di essere sui giri giusti essendo stato l’attaccante più pericoloso dello ZSC con cinque tiri in porta, tra l’altro tra i pochi arrivati da distanza ravvicinata su Schlegel. Ma è stato il giorno dopo all’Hallenstadion che il figlio d’arte si è scatenato, con quattro reti su cinque rifilate al Friborgo, una più bella dell’altra, ottenute con tocchi millimetrici, azioni personali dirompenti e deviazioni di bastone spettacolari, praticamente un intero repertorio di altissima classe.
Daniel Carr (Lugano): Tutti si aspettavano le grandi star, ma ad emergere per ora è l’ultimo arrivato Daniel Carr, inseritosi subito alla grande nel sistema bianconero. Due reti all’esordio contro gli ZSC Lions, tanto mestiere, sacrificio e occasioni create alla Valascia, con pure l’ottimo assist (e annesso lavoro preparatorio) per il game winning gol di Arcobello. La sua intesa nel blocco di Kurashev e Bertaggia è già praticamente perfetta, l’attitudine al lavoro del canadese ha fatto il resto, portandogli pure il casco da topscorer.
Yannick Herren (Friborgo): È iniziata nel migliore dei modi l’avventura a Friborgo di Herren, sicuramente il migliore dei suoi nelle prime due uscite stagionali. Aggressivo nel suo incedere e costantemente nelle zone più pericolose della pista, contro i Lakers ha firmato il gol vincente concretizzando un bel contropiede imbastito da Schmid. Nella sfida persa contro lo Zurigo ha invece infilato due assist di prima, dando prova di grande energia e rendendosi pure protagonista di un gesto spettacolare sulla seconda rete burgunda.
I FLOP DI HSHS
Lukas Flüeler (ZSC Lions): Non è iniziata nel migliore dei modi la stagione del portiere dello Zurigo, che nel match d’esordio contro il Lugano non è riuscito a trovare la necessaria lucidità per contenere le avanzate bianconere. Ha evidenziato qualche incertezza con il linguaggio del corpo sin sul gol d’apertura di Bürgler, quando è rimasto molto profondo nella sua porta, e complessivamente ha mostrato un po’ di “ruggine” per tutto il match. Non sorprende che il giorno successivo gli sia stato preferito Waeber, che ha lanciato la concorrenza interna vincendo la partita contro il Friborgo parando 34 tiri.
Sven Jung (Davos): L’esordio del Davos in quel di Ginevra non è andato certo secondo i piani dei grigionesi, con una difesa ballerina che ha mostrato diversi limiti. L’uscita dal terzo un po’ “allegra” di Jung nel primo tempo ha infatti spianato la strada a Linus Omark (non esattamente un tipo giocatore a cui fare certi regali) e Joel Vermin, i quali non si sono fatti pregare per battere l’ex compagno Robert Mayer. La serata nera per Jung è proseguita con il fallo commesso con il ginocchio su Marco Miranda (non ravvisato dagli arbitri) costatogli una giornata di squalifica e 2’500 franchi di multa dopo la revisione del fatto da parte della federazione. Falsa partenza.
Lukas Frick (Losanna): Non è iniziato nel migliore dei modi il campionato del 26enne nel giro della Nazionale. Le sue prime prestazioni sono infatti state contraddistinte da qualche disattenzione difensiva di troppo, in seguito principalmente a quel “torpore da preseason” che non ti permette ancora di trovare i tempi giusti. In particolar modo nel match della Tissot Arena ha pagato a caro prezzo alcune decisioni sbagliate, provocando prima un rigore – poi sbagliato da Rajala – e poi mettendo in difficoltà Stephan con una certa passività nello slot.
Matt D’Agostini (Ambrì Piotta): Dopo le sue ultime prove di preaseason non è una sorpresa constatare che dal campionato sia arrivata la conferma che il canadese ha bisogno ancora un po’ di tempo per prendere ritmo. Nelle due partite giocate nel weekend D’Agostini non è mai parso veramente in partita, ed anche nelle fasi di powerplay non è riuscito a lasciar partire delle conclusioni pericolose. Ancora alla ricerca della giusta intensità, sul suo conto ci sono da registrare solamente tre tiri, non abbastanza per dare i giusti impulsi ad una fase offensiva leventinese che è alla ricerca di una scintilla per lanciare la sua stagione.
Gregory Hofmann (Zugo): Lo Zugo ha dovuto sudare sino all’ultimo per battere il Rapperswil nella prima uscita stagione, e alla fine la squadra di Tangnes è riuscita ad avere la meglio anche senza veder finire sul tabellino le proprie stelle. Tra chi deve ancora ritrovare le giuste dinamiche per tornare ad avere un impatto importante c’è anche l’ex bianconero, che in casa dei Lakers è riuscito a trovare solamente un tiro in porta, evidenziando per contro alcune disattenzioni in fase difensiva che hanno portato anche ad un bilancio di -2.
Fredrik Pettersson (ZSC Lions): La serata di grazia vissuta da Denis Hollenstein all’Hallenstadion ha coperto alcune lacune dei Lions nelle prime due uscite stagionali, come quelle di certi attaccanti ancora arrugginiti. Pettersson ha confermato di essere ancora alla ricerca della miglior forma, risultando decisamente impalpabile contro il Friborgo nell’esordio casalingo, oltre che inconcludente e pasticcione sul ghiaccio della Cornèr Arena. Solo cinque tiri in porta in due partite per lo svedese, molti altri sulle caviglie dei difensori e troppi dischi gestiti male per la foga di voler far bene. Il miglior Pettersson sa fare decisamente di più.