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National League

I top e flop dell’ultima settimana di campionato

Ecco i giocatori che si sono distinti nelle scorse partite, ed i nomi di chi invece potrebbe dare qualcosa di più

Ogni inizio settimana, per tutto il corso del campionato, HSHS vi proporrà la rubrica dedicata ai “top e flop”, ovvero ai giocatori che secondo noi si sono distinti negli ultimi turni di campionato, così come a coloro da cui ci si aspettava invece qualcosa in più.

Vengono selezionati un portiere, due difensori e tre attaccanti tra chi ha fatto particolarmente bene e chi, invece, ha deluso le aspettative.

Di seguito la selezione basata sui turni di campionato giocati nell’ultima settimana.


Adam Reideborn (Berna): È stato spesso oggetto di critiche – in buona parte giustificate, considerando la sua licenza straniera – ma nelle ultime settimane il portiere svedese sta offrendo prestazioni più coerenti con il suo curriculum, che prima dell’arrivo a Berna lo vedeva protagonista in KHL. Impiegato in tutte e tre le partite settimanali, Reideborn ha firmato il suo secondo shutout stagionale alla Gottardo Arena con 31 parate, risultando poi decisivo anche nel successo di Friborgo con 37 interventi e cinque rigori neutralizzati nell’epilogo. Nulla ha potuto invece contro il Lugano, ma nel complesso la sua settimana parla di 93 parate, un brillante 95.88% di efficacia e un dato GSAA di 4.71.

Hardy Häman Aktell (Berna): Arrivato nella Capitale nel corso della passata stagione, il difensore ha dovuto lavorare per imporsi nella nostra lega, ma le sue prestazioni stanno acquisendo sempre più personalità. Contro l’Ambrì ha segnato con furbizia il gol che ha chiuso la contesa, mentre nella sfida con il Lugano ha servito un assist brillante per l’unica rete dei suoi. A Friborgo è poi stato grande protagonista nell’epilogo, realizzando due rigori contro Reto Berra che sono valsi la vittoria. Dal weekend al suo fianco è inoltre tornato Loeffel, e chissà che proprio il rientro del compagno non possa permettere a Häman Aktell di alzare ulteriormente il suo impatto.

David Aebischer (Lugano): La cura Mitell trova un esempio perfetto nel difensore 25enne dei bianconeri, oggi un giocatore completamente diverso rispetto a una stagione fa. Sicuro di sé, propositivo e coraggioso, Aebischer sfrutta l’ottima intesa con Carl Dahlström per mettere in mostra le sue qualità offensive, mantenendo al contempo grande solidità difensiva. Andato in rete contro gli ZSC Lions con il gol del pareggio, il numero 26 ha mostrato la sua visione di gioco in più frangenti, firmando infine uno splendido assist per Brendan Perlini nel punto d’apertura contro i suoi ex compagni del Rapperswil, suo ottavo punto stagionale.

Jiri Sekac (Lugano): Prima dell’infortunio il ceco aveva lasciato ottime impressioni in preseason, confermate ora che ha ritrovato il giusto ritmo. Tra i protagonisti del filotto di vittorie bianconero, Sekac si è mostrato fisicamente dominante contro Berna e Rapperswil, servendo uno splendido assist a Perlini alla PostFinance Arena e preparando poi la rete dello stesso compagno contro il Rapperswil con un irresistibile assolo nel terzo offensivo, prima di andare lui stesso a segno su assist del numero 96. Chissà che il 33enne non possa rivelarsi la chiave di volta anche per la stagione dell’anglo-canadese.

Enzo Corvi (Davos): Il centro del Davos sta vivendo un inizio di stagione come non gli capitava da tempo, rivelandosi la spalla ideale per il devastante Matej Stransky. Il lavoro intelligente di Corvi dà equilibrio a tutta la linea, e i suoi assist restano giocate di grande classe, come i tre della scorsa settimana – uno a partita – che si aggiungono al gol contro l’Ajoie. Per il 32enne, fresco di addio alla Nazionale svizzera, i quattro punti messi a referto nelle ultime tre sfide portano il bottino stagionale a venti punti in diciannove partite, un ruolino di marcia degno dei tempi migliori del numero 70.

Dominik Kubalik (Zugo): Non lo scopriamo certo ora, ma anche nell’ultima settimana l’attaccante ceco ha confermato di essere una vera macchina da gol, firmando sei punti in tre partite e mettendo a referto ben quattro reti. Kubalik ha sfoderato tutto il suo repertorio, fatto di potenti slapshot dalla media e lunga distanza, ma anche di azioni in cui sfrutta il fisico per colpire nel cuore dello slot. Insieme a Tatar e al connazionale Kovar forma una linea dall’alto tasso di spettacolarità, e la sensazione è che i tre abbiano ancora margini di crescita per diventare ancor più determinanti.


Luis Janett (Bienne): Se da un lato il Bienne ha ritrovato in questa stagione un Säteri tornato ai suoi migliori livelli, l’ultima settimana ha ricordato ai seeländer di avere un evidente problema di profondità tra i pali. Quando chiamato in causa, Luis Janett non si sta infatti dimostrando all’altezza, come si è visto nella disastrosa trasferta di Ginevra in cui – pur non molto aiutato dai compagni – ha fatto ben poco per evitare il crollo della squadra. Troppi i rebound “perfetti” concessi agli avversari, ai quali si sono aggiunti gol soft e numeri nuovamente deludenti. Finora il portiere non è mai andato oltre l’87% di efficacia, e questo, anche per un backup, non può bastare.

Lukas Klok (Kloten): Il difensore ceco sta attraversando un calo di rendimento che coincide con la prima vera flessione del Kloten, alle prese con un periodo difficile dopo un ottimo avvio di stagione. L’ex giocatore di Lugano e Berna sembra in difficoltà nel contenimento e nel mantenere il ritmo, commettendo alcuni errori insoliti per lui, come marcature mancate e controlli del disco imprecisi, che hanno contribuito ad almeno due reti subite contro gli ZSC Lions e il Bienne. In questa fase negativa, anche il suo compagno di linea Noah Délemont non sta offrendo le garanzie necessarie.

Anttoni Honka (Ajoie): Ha sicuramente qualità interessanti il fratello del difensore che milita nel Rapperswil, ma spesso si lascia prendere dalla foga e tende a strafare con puntate offensive non sempre ben ponderate. Travolto dagli eventi nella pesante sconfitta alla Bossard Arena e protagonista in negativo su almeno due reti dello Zugo, il finlandese ha riproposto alcune scelte rischiose anche contro il Davos, mettendo più volte in difficoltà la propria squadra lasciando scoperta la zona difensiva e permettendo ai grigionesi di ripartire in situazioni di due o tre contro uno dopo alcune sue scorribande individuali.

Nic Petan (Ambrì Piotta): Non ci si vuole accanire sull’attaccante canadese, ma è evidente che stia incontrando enormi difficoltà ad adattarsi a una lega che sembra andare troppo veloce per lui. Un paradosso, considerando che per tecnica di bastone e visione di gioco Petan mostra di avere qualità, ma è la sua tendenza a prendere quasi sempre la decisione sbagliata – e spesso con colpevole ritardo – a far innervosire chi lo osserva. Rimasto nel lineup complice l’indisponibilità di Formenton, anche nell’ultima settimana Petan non ha praticamente lasciato traccia, faticando pure in una serata positiva come quella contro il Ginevra. Emblematico invece l’episodio di Losanna, quando in un contropiede ha sprecato un’ottima occasione tergiversando troppo e finendo per non concludere né con un passaggio né con un tiro. È il riassunto perfetto di un’avventura in Leventina che finora si è rivelata decisamente frustrante.

Emil Bemström (Berna): Arrivato nella Capitale con grandi aspettative, e apparso inizialmente promettente, l’attaccante svedese sta ultimamente offrendo un gioco troppo fumoso e poco concreto. Con un solo assist nelle ultime cinque partite, nelle recenti uscite ha sprecato numerose e limpide occasioni da rete, tra cui una clamorosa a Friborgo da pochi passi che sembrava un gol già fatto. Il Berna è al momento la squadra che sta ottenendo meno dai propri stranieri – appena 10 gol in 18 partite – e tra gli attaccanti solo Merelä sta rendendo secondo le attese. Anche Bemström dovrà insomma presto alzare il livello.

Victor Rask (Rapperswil): Il Rapperswil di Johan Lundskog è trascinato soprattutto dai suoi giocatori svizzeri e, al di là del buon rendimento di Tanner Fritz, altri stranieri offensivi come Rask stanno faticando a emergere. Lo svedese appare ancora un po’ fuori dal gioco nel sistema veloce dei sangallesi, e sebbene il rendimento complessivo della squadra ne mascheri in parte le difficoltà, l’ex NHL fatica a tenere il ritmo, sparendo spesso dal ghiaccio come accaduto nella combattuta sfida di Lugano. Le sole due reti messe a segno in diciannove partite non rendono giustizia al suo passato.

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