Ogni inizio settimana, per tutto il corso del campionato, HSHS vi ha proposto la rubrica dedicata ai “top e flop”, ovvero ai giocatori che secondo noi si sono distinti negli ultimi turni di campionato, così come a coloro da cui ci si aspettava invece qualcosa in più.
Vengono selezionati un portiere, due difensori e tre attaccanti tra chi ha fatto particolarmente bene e chi, invece, ha deluso le aspettative.
Di seguito la selezione generale che chiama in causa le prestazioni mostrate sull’arco di tutta la regular season.
I TOP DI HSHS
Leonardo Genoni (Berna): È oramai diventato l’uomo dei record, un po’ perché a Berna davanti a lui ha un’autentica corazzata, un po’ perchè – naturalmente – è tra i portieri più talentuosi ed equilibrati del nostro campionato. Ha chiuso la sua regular season con numeri eccezionali, che parlano di 1.85 reti incassate a partita ed il 93.29% di parate… Il tutto si è tradotto in ben 28 vittorie e 10 (dieci!) shutout. Ha vissuto un calo nell’ultima fase di campionato, quando il Berna era già sostanzialmente sicuro di chiudere al primo posto, ma indubbiamente chiunque se lo ritroverà davanti nei playoff avrà un arduo compito per riuscire a batterlo.
Raphael Diaz (Zugo): Il capitano dello Zugo si è reso protagonista della sua miglior stagione da quando ha fatto rientro dal Nordamerica, con un eccezionale bottino di 31 punti in 43 partite (12 gol) che lo hanno reso il difensore più produttivo della lega sia per media punti (0.72) che per reti segnate. Per coach Tangnes il suo contributo è stato fondamentale in ogni zona della pista, e lui ha risposto con prestazioni sempre affidabili (+14 unito ad appena 10 minuti di penalità) ed estremamente dinamiche, sia in fase d’impostazione che nel suo ruolo di regista del powerplay.
Calle Andersson (Berna): Il figlio d’arte ne ha decisamente fatta di strada, tanto da chiudere la regular season con il titolo di miglior difensore dell’intera lega grazie al bottino di 33 punti ottenuti sull’arco di 50 partite. Coach Jalonen ha trovato la sua perfetta collocazione al fianco di Beat Gerber – con cui ha giocato tutti i 50 incontri – ed il suo contributo è stato costante ed affidabile, visti anche i soli sei minuti di penalità rimediati. Con il passare delle partite il coach ha inoltre ridotto il suo impiego in boxplay per distribuire i suoi minuti di ghiaccio in favore delle sue doti offensive, scelta che si è rivelata pagante ed ha permesso ad Andersson di esprimersi anche con una certa dose di creatività.
Gregory Hofmann (Lugano): Ormai le parole sono state usate tutte per definire ciò che l’attaccante bianconero ha fatto in questa regular season. Basti solo ricordare che le sue 30 reti sono il miglior bottino in NL dalla stagione 2014/15, quando un altro (ora ex) bianconero, Fredrik Pettersson, toccò quota 33 gol. Inoltre Hofmann è il primo svizzero a raggiungere 30 reti in regular season addirittura dall’annata 2006/07, stagione in cui Michel Riesen produsse ben 37 gol grazie agli assist di Reto Von Arx e Alexandre Daigle. Hofmann con i suoi gol però non ha solo scalato la graduatoria degli scorer, ma ha trascinato il Lugano per mesi, lo ha tirato fuori dalle pozzanghere fangose, lo ha spinto quando arrancava in salita. Non immaginiamo dove sarebbe ora la squadra bianconera senza l’apporto del suo topscorer, capace di andare in rete nella metà delle partite disputate e di regalare personalmente 18 punti alla sua squadra grazie ai game winning gol. Straripante fisicamente, “anarchico” quando c’è da cambiare le partite, il 26enne da ora ha una missione che parte proprio dal suo futuro: tenere questo passo già a partire dai quarti contro lo Zugo.
Dominic Zwerger (Ambrì Piotta): Il giovane attaccante dell’Ambrì Piotta ha continuato il suo eccezionale processo di crescita, ottenendo un bottino di 42 punti in 49 partite che gli ha permesso di sbaragliare la concorrenza degli altri talenti U23 presenti nel nostro campionato. I vari Riat (25 punti), Suter (24) oppure Rod (21) non si sono nemmeno avvicinati ai suoi numeri, ed infatti l’austriaco ha chiuso la regular season come terzo miglior marcatore svizzero, alle spalle di Hofmann e Martschini. Vederlo giocare è un piacere, sia per una tecnica eccezionale, sia per quella componente fisica che sta sempre più imparando ad usare con intelligenza e tattica, per ritagliarsi spazi alle assi ed uscire con il puck sul bastone. Sta inoltre crescendo anche di carattere, e non a caso è stato il giocatore più decisivo dei leventinesi con ben cinque game winning goal.
Lino Martschini (Zugo): Lo scattante casco giallo dello Zugo ha vissuto nuovamente un’annata irresistibile, che lo ha visto essere una delle armi offensive più letali dell’intero campionato. La velocità ed il preciso gioco di bastone sono naturalmente le sue principali peculiarità, ed ogni volta che è sul ghiaccio bisogna stare attenti perché da un momento all’altro potrebbe sorprendere tutti con la giocata che non ti aspetti. Non ha sofferto particolarmente il fatto di aver dovuto giocare con parecchi compagni di linea diversi, ed in tutto il torneo non ha praticamente mai vissuto una fase di calo… Basti pensare che da ottobre ad oggi non ha mai mancato l’appuntamento con il tabellino per più di due partite di fila.
Menzioni speciali
Benjamin Conz (Ambrì Piotta): L’aria della Leventina gli ha decisamente fatto bene. Dopo un passato campionato buono ma non eccezionale, quest’anno il portiere biancoblù ha saputo elevare il suo gioco, sfruttando bene la possibilità di tirare ogni tanto il fiato vista la presenza in squadra di Manzato. Le sue prestazioni sono sempre state regolari e spesso decisive, con Conz che ha rappresentato una vera sicurezza per i compagni. Il suo contributo è stato centrale per la bella stagione dell’Ambrì Piotta.
Romain Loeffel (Lugano): Ha mancato di un soffio l’inserimento nei Top stagionali, questo semplicemente perché ci ha messo più di altri colleghi a carburare. Una volta trovate le giuste misura nella sua nuova squadra, Loeffel è tornato quello che abbiamo saputo conoscere a Ginevra ed ha chiuso il campionato come secondo difensore svizzero più produttivo con 32 punti, uno in meno di Andersson. Eccezionale la fase che aveva vissuto tra fine anno e fine gennaio, quando aveva messo a referto otto gol e quattro assist in 12 partite.
Raffaele Sannitz (Lugano): Proprio lui! Il centro lavoratore del Lugano si è reso protagonista di gran lunga della miglior stagione della carriera, grazie ad un eccezionale bottino di 40 punti. Hofmann ha speso grandi parole di elogio su di lui, definendolo fondamentale per il suo gioco, ed il momò si è effettivamente superato chiudendo la regular season come secondo miglior marcatore dei bianconeri. 11 gol sono per lui un record, mentre i suoi 29 assist sono addirittura un primato di lega per gli attaccanti svizzeri!
I FLOP DI HSHS
Lukas Flüeler (ZSC Lions): Non è mai stato un portiere particolarmente spettacolare, ma meno di un anno fa la sua calma aveva portato gli ZSC Lions alla conquista del titolo. Questa volta invece lo zurighese ha vissuto una stagione opaca, in cui ha giocato poco più della metà delle partite senza mai riuscire a distinguersi per le sue prestazioni. L’anonimo 90.09% di parate è la sua peggiore statistica da quando ha trovato un posto stabile nello Zurigo e, visto che il club ha deciso di puntare su di lui lasciando partire Schlegel, il prossimo anno dovrà tornare ad essere la miglior versione di se stesso.
Patrick Geering (ZSC Lions): Un po’ quasi fosse lo specchio della sua intera squadra, il capitano degli ZSC Lions si è reso protagonista di una grande involuzione rispetto allo scorso campionato. Da giocatore affidabile e con un accento offensivo sempre più marcato (33 punti nel 2017/18, 24 l’anno prima) Geering si è improvvisamente spento, ed il suo bottino è sceso ad appena nove punti (addirittura solo un gol e un assist a parità numerica). È uno dei tanti elementi che dovranno rigenerarsi durante l’estate, dopo un’annata da dimenticare.
Lorenz Kienzle (Ambrì Piotta): Il suo ingaggio da parte dei biancoblù sembrava promettente, sia per la tipologia di gioco che Kienzle è stato in grado di offrire nel corso degli anni, sia per quell’elemento caratteriale che in un contesto come quello leventinese sarebbe potuto essere un valore aggiunto. Nel primo anno agli ordini di Luca Cereda le cose non sono però funzionate e Kienzle non ha praticamente mai trovato una reale collocazione nel lineup dell’Ambrì. Il coach ha spesso sottolineato come il difensore dovesse come prima cosa lavorare nel modo giusto in allenamento, e per Kienzle ne è nata un’annata complicata in cui ha fatto “dentro e fuori” dal lineup, finendo anche ai Rockets ed incappando poi nel serio infortunio al piede. Cereda lo aveva però definito anche un “progetto a lungo termine”, sarà dunque interessante vedere cosa succederà in futuro visto che Kienzle ha un contratto valido sino al 2021.
Daniele Grassi (Berna): L’avventura del ticinese con la maglia degli orsi è iniziata con un primo anno piuttosto anonimo per l’ex biancoblù, in pista per tutte le 50 partite ma mai senza lasciare il segno. Ha passato la stagione tra la quarta linea ed il ruolo di 13esimo attaccante, senza praticamente mai trovare spazio nemmeno in boxplay. Mediamente ha giocato solamente 6 minuti a partita, ma nonostante questo è “riuscito” a farsi penalizzare molto spesso, tanto da chiudere la stagione con 58 minuti di penalità.
Enzo Corvi (Davos): Così come il suo Davos, Corvi è stato probabilmente una delle più grandi delusioni di questo campionato. Dopo un paio di stagioni eccezionali – con anche un ottimo contributo all’ultimo Mondiale – Corvi ha subito una brusca frenata che lo ha fatto sparire dai radar per mesi. Sul ghiaccio gli è mancata quell’energia che lo aveva fatto finire anche sul taccuino di vari scout NHL, ed alcuni problemi fisici – attualmente è out per un infortunio al ginocchio – hanno definitivamente compromesso la sua stagione. Per lui, come per l’intero club, ci si aspetta un nuovo inizio dal prossimo settembre.
Sandro Zangger (Losanna): Dopo non aver ricevuto la proposta di rinnovo a Zugo due anni fa fa, l’attaccante sembrava poter trovare a Losanna la giusta dimensione per esprimere appieno le sue indubbie potenzialità. Le cose per il futuro bianconero non sono però andate benissimo – ed infatti lascerà i vodesi – come testimoniano le sole quattro reti ottenute in 38 incontri. È stato uno degli attaccanti meno impiegati da Peltonen, con un TOI in discesa ed un posto in powerplay anch’esso perso con il passare del tempo.