Social Media HSHS

National League

I top e flop al termine della regular season di National League 2024/25: giocatori svizzeri

Ogni inizio settimana, per tutto il corso del campionato, HSHS vi ha proposto la rubrica dedicata ai “top e flop”, ovvero ai giocatori che secondo noi si sono distinti negli ultimi turni di campionato, così come a coloro da cui ci si aspettava invece qualcosa in più.

Vengono selezionati un portiere, due difensori e tre attaccanti tra chi ha fatto particolarmente bene e chi, invece, ha deluso le aspettative.

Di seguito la selezione generale che chiama in causa le prestazioni mostrate sull’arco di tutta la regular season da parte degli svizzeri.


I TOP SVIZZERI DI HSHS

Stephane Charlin (Langnau – 34 GP, 94.6 SV%, 1.80 GAA): Il Langnau di Thierry Paterlini ha saputo fare a meno di Charlin qualificandosi per i quarti di finale e questa è un’impresa non da poco per i Tigers, che sul portiere 24enne hanno costruito una stagione. Fino all’infortunio patito a Lugano, infatti, Charlin ha mostrato numeri mostruosi, toccando il picco di 94,6% di parate in 34 incontri con addirittura soli 1,8 gol subiti a partita, con diverse punti “rubati” dal futuro portiere del Ginevra. Intrattabile per moltissime serate, Charlin ha dimostrato che le scorse stagioni non erano casuali, nonostante in pochi avrebbero scommesso su una tale progressione.

Romain Loeffel (Berna – 46 GP, 12G, 23A, +17): Una stagione del genere l’ex difensore del Lugano non la viveva dalle migliori annate con la maglia del Ginevra. Le dodici reti e i punti totali parlano di un Loeffel completamente ritrovato sul piano realizzativo, sempre uno dei suoi punti di forza, ma aldilà di qualche errore che va calcolato nel suo stile di gioco a volte rischioso ma anche remunerativo, il numero 58 ha limato alcune imprecisioni che nelle ultime stagioni ne avevano inficiato il rendimento. A volte infatti il bilancio personale sulle presenze in caso di reti fatte o subite non dice tutto, ma un +17 nel caso di un giocatore come Loeffel è sicuramente da elogiare e da tenere conto.

Dean Kukan (ZSC Lions – 51 GP, 6G, 18A, +20): La stagione del nazionale svizzero, sul piano personale, ha avuto una sola piccola flessione quando gli ZSC Lions hanno perso il loro head coach Marc Crawford, ma per il resto l’ex NHL ha portato avanti la sua solita annata di alto livello, soprattutto sul piano della solidità e della regia in difesa, dall’alto di una completezza tecnica e fisica che pochi possono vantare in National League. Per quanto riguarda i punti, i 6 gol e 18 assist della regular season sono perfettamente in linea con il rendimento che ha avuto da quando è tornato in Svizzera, con un bilancio personale di +20 che porta il totale a +58 nelle tre stagioni giocate sulle rive della Limmat.

Lino Martschini (Zugo – 47 GP, 18G, 26A, +5): Assurto ormai a leggenda dello Zugo, il piccolo attaccante dei tori non smette più di stupire per la sua regolarità di rendimento. Una sola stagione “bucata” da quando è in Svizzera, una media di 18 reti a campionato sui tredici giocati da professionista da quando è rientrato dalla OHL, e un’altra regular season chiusa a quaranta e rotti punti. Di quelle 18 reti stagionali (in perfetta linea con la sua media) tante spettacolari e di grande difficoltà d’esecuzione, riuscite grazie a una tecnica di tiro che forse non ha eguali in Svizzera se non nelle mani di pochissimi eletti, e oltre a questo il 32enne si è distinto come ottimo assistman, grazie a ben 18 assist diretti serviti sulle palette dei compagni.

Sven Andrighetto (ZSC Lions – 45 GP, 20G, 19A, +14): Lo zurighese si conferma come l’attaccante svizzero più completo della National League, con un rendimento tornato quello delle migliori stagioni dopo un paio di regular season in flessione, anche a causa di noie fisiche. L’ex NHL e KHL ha ancora mostrato il suo potenziale spettacolare, sia come scorer (uno dei migliori tiratori bassi in power play) che come suggeritore per i compagni. Capace come pochi di cambiare ritmo dell’azione e di tirare fuori dal cilindro la giocata decisiva, sarà atteso protagonista dei playoff, terreno su cui abitualmente alza ancora di più i giri del motore.

Luca Fazzini (Lugano – 52 GP, 22G, 17A, -12): Ad oggi si è finalmente costruito e confermato come quel leader che i tifosi bianconeri speravano diventasse già in giovane età. I suoi numeri, con quel record personale di gol in regular season eguagliato e sinonimo di miglior scorer svizzero del campionato (con ben 6 game winning goal) fanno da corollario a una stagione trascinante del numero 17, l’ultimo a mollare in questi mesi bui per l’Hockey Club Lugano. Encomiabile per spirito di sacrificio, addorittura commovente in alcune serate disastrose, Fazzini ha preso il comando morale della squadra mantenendo nel contempo un rendimento da attaccante top svizzero, segno di grande maturità e consapevolezza nei propri mezzi. Che il Lugano del futuro venga costruito attorno a lui e a quello spirito battagliero che molti altri hanno perso per strada, ma che il topscorer stagionale non ha mai smesso di mostrare.


I FLOP SVIZZERI DI HSHS

Niklas Schlegel (Lugano – 35 GP, 89.7 SV%, 2.85 GAA): Non è aiutato dalla salute, va detto, e ormai sulla fragilità del portiere del Lugano si è già detto tutto e di più. Aldilà di questi problemi però ancora una volta, quando in forma fisica a inizio stagione e recuperato in inverno, Schlegel ha ribadito di probabilmente soffrire la competizione interna, tanto che inizialmente Van Pottelberghe era anche in chiaro vantaggio per prestazioni e quindi gerarchie, e quando Huska ha mostrato i progressi sotto la gestione Krupp, lo zurighese non ha saputo rispondere a tono. La delusione maggiore arriva da qui, dal non aver saputo finora instaurare un duo che portasse ad avere una coppia affidabile su cui contare e mettere in difficoltà il coach, soprattutto da gennaio via con prestazioni molto fragili e numeri che si sono rivelati i peggiori della lega. Mentalmente non deve essere facile nemmeno per Schlegel, ma in questi mesi sono passate troppe partite di fila senza più una parata decisiva o un giudizio positivo sul numero 34.

Simon Le Coultre (Ginevra – 50 GP, 2G, 7A, -17): Dal suo ritorno in Svizzera dopo l’esperienza in WHL il 25enne si era imposto come uno dei difensori “all rounder” più interessanti del campionato, tanto da meritarsi anche regolari convocazioni in Nazionale seppure nei tornei amichevoli. Da due stagioni a questa parte, ossia in quelle più difficili per il Ginevra dopo il titolo di campione, Le Coultre ha mostrato però una grave involuzione, non solo per produzione offensiva ma soprattutto in termini di affidabilità in copertura, dove lo abbiamo visto troppe volte in affanno e protagonista di errori banali e costati caro ai granata. Il peggior bilancio della squadra con quel -17 personale è già un indizio per un difensore, ma le prove sono arrivate dal ghiaccio con una regular season molto difficile e giocata sempre con l’acqua alla gola.

Santeri Alatalo (Lugano – 49 GP, 4G, 17A, -23): Sono tante le delusioni in casa bianconera, e per quanto riguarda la difesa anche altri nomi avrebbero meritato una menzione, ma quello che pesa sulle spalle del finlandese sono i troppi errori costati reti e partite a fronte di un ruolo che dovrebbe essere da leader ed esempio per tutti. Sulla volontà del numero 22 nessuno mette parola, ma quel -23 (secondo peggiore bilancio della lega) per un difensore è pesantissimo, soprattutto con ancora negli occhi certi errori pesantissimi che in diverse occasioni hanno tolto punti dalle mani dei bianconeri. Il buon bottino di punti non può nascondere una regular season disastrosa sul piano tecnico, perché il Lugano ha assolutamente bisogno di ritrovare quello che era uno dei suoi leader e uno dei difensori più affidabili, persosi completamente nel caos di questa stagione.

Dominic Zwerger (Ambrì Piotta – 50 GP, 3G, 11A, -13): È reduce dalla sua stagione statisticamente peggiore l’attaccante austriaco, ma ciò che preoccupa nel valutare il suo campionato non è solo una produzione offensiva insufficiente, ma anche e soprattutto l’incapacità di mostrare quell’intensità e fisicità necessaria per avere un impatto sulle partite. Dalla sua ha sempre delle buone mani, ma che non possono essere sufficienti per compensare le diverse lacune mostrate in altri aspetti fondamentali del gioco. Peccato perché le premesse per un’annata positiva erano presenti, considerando un buon Mondiale a cui aveva fatto seguito il ritorno di Kubalik, e la conseguente possibilità di giocare al fianco del ceco praticamente per metà campionato (27 partite). Questa chance è però stata vanificata e Zwerger non ha mai convinto. Ha cercato di rendersi utile in altri modi, ma con un gioco fatto anche e soprattutto di troppi contrasti e dischi persi, non ha mai trovato degli acuti significativi.

Marco Müller (Lugano – 51 GP, 10G, 7A, -15): Aldilà della stagione scorsa, passata per gran parte del tempo in infermeria, per rendimento, continuità e personalità, quella appena trascorsa è stata la peggior regular season da anni a questa parte per il futuro bernese. Invisibile, impalpabile e a tratti irritante per attitudine e fragilità nel gioco durante gli ultimi mesi con Luca Gianinazzi in panchina, il 31enne ha avuto un rapido quanto effimero sussulto con l’arrivo di Uwe Krupp, salvo tornare prestissimo nell’anonimato di partite ricche di errori banali e a getto continuo, con una produzione offensiva ai minimi nonostante le dieci reti segnate, a fronte però di soli sette assist. La delusione maggiore arriva però da una stagione giocata senza personalità e forse con la testa già alla Postfinance Arena.

Killian Mottet (Friborgo – 41 GP, 1G, 6A, -7): Il suo rendimento era in costante ma solo leggero calo da un paio di stagioni, forse in maniera progressiva con l’età, ma un tonfo del genere probabilmente non se lo sarebbe aspettato nessuno. Il nativo di Evionnaz ha passato una regular season da incubo, finito ai margini durante i mesi con Patrick Emond in panchina tanto da risultare per più di un incontro in panchina o addirittura in tribuna per sovrannumero. Con Leuenberger le cose non sono migliorate del tutto, il 34enne ha ritrovato un po’ di ghiaccio, ma mai nel posto che occupava fino alla scorsa stagione o negli special team, tanto da terminare la stagione regolare con una sola rete nonostante la grande progressione avuta dalla squadra fino alla qualificazione diretta ai playoff.

Click to comment

Altri articoli in National League