Ogni inizio settimana, per tutto il corso del campionato, HSHS vi ha proposto la rubrica dedicata ai “top e flop”, ovvero ai giocatori che secondo noi si sono distinti negli ultimi turni di campionato, così come a coloro da cui ci si aspettava invece qualcosa in più.
Vengono selezionati un portiere, due difensori e tre attaccanti tra chi ha fatto particolarmente bene e chi, invece, ha deluso le aspettative.
Di seguito la selezione generale che chiama in causa le prestazioni mostrate sull’arco di tutta la regular season da parte degli stranieri.
I TOP STRANIERI DI HSHS
Simon Hrubec (ZSC Lions – 36 GP, 92.1 SV%, 2.25 GAA): Ha vissuto un paio di settimane al di sotto del suo livello nel corso della regular season, ma nel complesso il portiere ceco è stato nuovamente tra i migliori della lega, e se si considera che le ottime statistiche che ha fatto registrare sono le sue “peggiori” da quando è in Svizzera, ben si capisce quali livelli può raggiungere. Con lui tra i pali gli ZSC Lions partono sempre con una solidissima base difensiva, e Hrubec in vista dei playoff potrà contare anche su qualche energia extra rispetto al passato, visto che il suo impiego è stato ridotto di alcuni match. Nei playoff lo abbiamo visto spesso intrattabile, e ci si aspetta che anche quest’anno sia tra i protagonisti. Per i Lions sarà fondamentale, visto che dalla partenza di Crawford la solidità della squadra ha a volte mostrato qualche crepa.
Jesse Virtanen (Ambrì Piotta – 50GP, 6G, 29A, -9): È il vero pilastro della difesa leventinese, e in particolare nella prima parte di stagione – quella in cui il resto della squadra faticava a ingranare – è stato assolutamente trascinante con delle prestazioni di altissimo livello. Il suo bottino di punti è stato ritoccato verso l’alto rispetto a un anno fa – pur con meno reti segnate – e il fatto che sia stato il giocatore più impiegato dell’intera lega (oltre 24 minuti di media) fa ben capire quanto sia stato imprescindibile per Cereda. Nel finale di stagione ha pagato questa tendenza mostrando meno lucidità del solito, ma la sua rimane un’ottima annata.
David Sklenicka (Losanna – 51 GP, 3G, 23A, neutro): È un po’ passata sottotraccia la stagione del difensore ceco, che ha però trovato nella solidità e nell’ordine del suo gioco la vera forza per cui si è fatto apprezzare. Pochissimi infatti gli errori da segnalare sul suo conto, con una ventina di minuti in media a partita in cui ha sempre trasmesso grande sicurezza nello smistare il puck, formando con Bayreuther una coppia difensiva fondamentale che è riuscita nel difficile compito di far dimenticare Djoos e Pilut.
Dominik Kubalik (Ambrì Piotta – 52GP, 27G, 22A, -2): Miglior realizzatore della lega con un bottino di ben 27 gol, l’attaccante ceco ha vissuto una stagione in continua progressione, sino a diventare incontenibile negli ultimi due mesi di campionato, trovando un’intesa perfetta con Maillet e DiDomenico. Il suo ritorno in Leventina era stato caratterizzato da un avvio un po’ stentato, con una produzione offensiva che in un modo o nell’altro era sempre arrivata – e questa è anche la sua forza – ma un impatto sul gioco inizialmente altalenante e in alcune sere evanescente. Una volta ripreso ritmo e scrollatosi di dosso il pensiero della clausola NHL fissata per metà dicembre, è tornato al suo massimo ed è stato tra i giocatori più dominanti del campionato.
Austin Czarnik (Berna – 49GP, 20G, 36A, +18): Non si era certi di cosa aspettarsi dal piccolo attaccante del Berna, che per la prima volta si ritrovava a giocare lontano dal Nordamerica. I dubbi sono però stati spazzati via praticamente all’istante, visto che Czarnik è stato praticamente dall’inizio alla fine ai vertici della classifica marcatori, rappresentando un motore instancabile e letale per l’attacco del Berna. Con un bottino di 56 punti in 49 partite (1.14 di media) è risultato essere il giocatore più produttivo della lega, trovando in Edjsell la giusta spalla per essere efficace.
Julius Nättinen (Ajoie – 22G, 30A, -24): Ha puntato tantissimo sui propri attaccanti stranieri l’Ajoie e, pur con il durissimo colpo dell’infortunio di Turkulainen, la produttività offensiva non è mancata. Letale è infatti stata la stagione dell’ex biancoblù Nättinen, che ha chiuso la regular season con l’impressionante bottino di 52 punti in altrettante partite, mettendo a referto ben 22 gol. Il finlandese ha saputo trovare fiducia cammin facendo – fondamentale per un giocatore dal carattere in passato fragile – e la squadra ha impostato attorno a lui una manovra offensiva che ha favorito le sue micidiali conclusioni. Fondamentale per l’Ajoie il fatto che abbia saputo mantenere un’alta percentuale al tiro di oltre il 13%, statistica chiave per una squadra giurassiana che deve sfruttare bene le sue puntate offensive.
I FLOP STRANIERI DI HSHS
Antti Raanta (Ginevra – 24GP, 90.2SV%, 2.74 GAA): Anche quest’anno il Ginevra si è ritrovato a dover ricorrere in emergenza al mercato straniero per puntellare la propria porta, ma l’esperto finlandese non ha saputo rappresentare un vero valore aggiunto. Raanta, che ha alle spalle 300 presenze in NHL, ha infatti sempre fornito prestazioni nei migliori dei casi discrete, livello su cui si sono attestate anche le sue statistiche personali. Ha insomma svolto un lavoro di base senza mai avere un acuto, incassando anche vari gol evitabili su tiri che un portiere della sua esperienza dovrebbe approcciare con maggiore malizia.
Calle Dahlström (Lugano – 41GP, 2G, 7A, +13): È vero che chiude con un bilancio personale di +13, e non è poco in una stagione come quella passata dal Lugano, ma è impossibile dimenticare tutti quegli errori incredibili che in autunno hanno causato sconfitte e sono costati punti sonanti. Da un giocatore del suo curriculum alcune prestazioni mostrate non possono essere minimamente accettabili, così come degli svarioni inconcepibili che sarebbero costati il posto anche a dei difensori alle prime armi. Stabilizzatosi un po’ in inverno inoltrato non è certo valso il posto da straniero in difesa dopo tutti quei disastri iniziali.
Sami Vatanen (Ginevra – 42GP, 3G, 16A, -6): È stata una stagione che possiamo addirittura definire “nell’anonimato” per il difensore finlandese, e questo è sintomatico per un giocatore che invece negli scorsi anni era stato un vero fiume in piena ogni volta che scendeva in pista. La sua produzione offensiva è stata molto modesta, ma in particolare è stato il suo linguaggio del corpo a fare capire che pure per lui è arrivato il momento di voltare pagina e lasciare il Servette. Vatanen non ha infatti saputo assicurare quel dinamismo e quei continui stimoli che aveva saputo dare al Ginevra in passato, quando era in grado di prendere in mano da solo le partite e risultare uno dei migliori giocatori della lega.
Dominik Kahun (Berna/Losanna – 28GP, 2G, 8A, -9): Inizialmente fermato da un infortunio, al suo rientro il forte attaccante tedesco è stato per lungo tempo l’ombra del giocatore che ricordavamo, anche a causa di una chiara rottura con lo staff del Berna che lo ha infine portato a trasferirsi a Losanna. Nel complesso il suo gioco si è fatto tanto confuso, nella frustrazione ha forzato troppo spesso le giocate finendo per avere un impatto praticamente uguale a zero, questo nonostante la squadra attorno a lui funzionasse bene. Anche con la maglia dei vodesi non ha sin qui mostrato acuti significativi, ma avrà presto opportunità di rifarsi.
Michael Spacek (Ginevra – 21GP, 1G, 12A, -4): È rimasto a Ginevra solamente tre mesi, e questo lascia già ben intendere quanto disastrosa si sia rivelata l’operazione di mercato che ha portato a Les Vernets l’ex biancoblù. Le qualità di Spacek non sono da mettere in discussione – e infatti ora allo Sparta Praga sta avendo una stagione eccezionale – ma con la maglia granata non ha praticamente mai saputo imporsi, risultando un elemento esterno alla squadra e trovando la miseria di un gol – beffardamente proprio contro l’Ambrì Piotta – e qualche sporadico assist. Si pensava che in un gruppo talentuoso come quello del Ginevra potesse essere tra i grandi protagonisti della stagione, ma invece tutto è andato male sin dall’inizio, sia a livello individuale che di squadra.
Oula Palve (Ajoie/Ginevra – 41GP, 3G, 22A, -22): Era arrivato in Svizzera con l’etichetta di top scorer dell’ultima stagione di Liiga, ma il suo impatto alle nostre latitudini è stato davvero marginale. Le cose sono iniziate a farsi complicate sin dal pre-season, quando un infortunio ha ritardato il suo debutto, avvenuto comunque in maniera non convincente, tanto che l’Ajoie – non propriamente la squadra più attrezzata della lega – lo ha addirittura prestato per oltre un mese al Ginevra. Con il passare del tempo le sue prestazioni sono migliorate timidamente, ma con appena tre gol ottenuti in 41 partite e un bilancio disastroso, la sua prima annata in National League è chiaramente insufficiente.
