Ogni inizio settimana, per tutto il corso del campionato, HSHS vi ha proposto la rubrica dedicata ai “top e flop”, ovvero ai giocatori che secondo noi si sono distinti negli ultimi turni di campionato, così come a coloro da cui ci si aspettava invece qualcosa in più.
Vengono selezionati un portiere, due difensori e tre attaccanti tra chi ha fatto particolarmente bene e chi, invece, ha deluso le aspettative.
Di seguito la selezione generale che chiama in causa le prestazioni mostrate sull’arco di tutta la regular season da parte degli stranieri.
I TOP STRANIERI DI HSHS
Harri Säteri (Bienne – 92.3 SV%, 2.29 GAA, 7 SO): La sua firma a Bienne era arrivata solamente a fine luglio, dopo che il club era stato preso “in contropiede” dalla decisione di Jussi Olkinuora accettare l’offerta dei Detroit Red Wings, ma i seeläander sono decisamente caduti in piedi. D’altronde Säteri arrivava alla Tissot Arena con le medaglie d’oro vinte alle Olimpiadi (da titolare) e Mondiali, ed in Svizzera è stato una pedina fondamentale della stagione eccezionale del Bienne. Con una percentuale d’interventi del 92.27% e 2.29 reti concesse ad incontro ha fatto registrare ottimi numeri, questo nonostante abbia giocato 8 back-to-back (solo Hughes e Wüthrich hanno fatto di più). Ha inoltre ottenuto addirittura 7 shutout, che in una lega di alto livello come la “nuova” National League sono decisamente tanti.
Henrik Tömmernes (Ginevra – 18 gol, 25 assist, +20): Negli anni ha lasciato un segno talmente importante nel nostro hockey che è praticamente scontato vedere il suo nome tra i migliori giocatori dell’intera lega. Il 32enne ha stabilito il suo record di reti realizzate (ben 18), unendo il tutto a 25 assist e ad un ottimo bilancio di +20. Il suo TOI è stato una volta di più il più alto del campionato in termini assoluti con 1’358 minuti giocati sull’arco di 52 partite, per una media ad incontro di 26′ passati sul ghiaccio. Difensore dinamico e completo, ha ribadito inoltre di essere un vero fenomeno nell’esercizio dei rigori, ed ora la sua missione è regalare il titolo al Ginevra prima di fare rientro in patria.
Tim Heed (Ambrì Piotta – 10 gol, 14 assist, -5): Tornato in Svizzera dopo essere passato due anni fa da Lugano, lo svedese si è distinto come il miglior giocatore dei leventinesi, ed ha dato un contributo ancora più completo rispetto a quanto gli avevamo visto fare in bianconero. Sull’arco dell’intera stagione non ha infatti mai avuto un momento di flessione ed ha mostrato un’efficacia impressionante in entrambe le zone della pista, il tutto riducendo al minimo le penalità. Per media passata sul ghiaccio (25’09) è stato secondo solamente a Tömmernes, e si è anche distinto per essere stato il difensore ad aver bloccato in media più tiri di tutti (2.64). Una stagione totale quella di Heed, con una completezza di contributi che pochi altri hanno saputo assicurare
Roman Cervenka (Rapperswil – 16 gol, 43 assist, +21): L’attaccante ceco ha confermato una volta di più di essere il giocatore di maggior classe dell’intera lega, e le sue prestazioni si sono attestate nuovamente sugli standard stellari a cui ci ha abituato. Nella stagione eccezionale del Rapperswil ha avuto ovviamente un grande ruolo, sia per l’ottimo bottino di 59 punti in 43 partite che lo ha reso il top scorer di lega, sia perché quando è sul ghiaccio ha l’effetto automatico di elevare anche il livello dei suoi compagni. La decisione del club di affidargli il ruolo di capitano è stata sicuramente azzeccata, con Cervenka che una volta di più si è dimostrato un grande professionista ed un esempio da seguire.
Jonathan Ang (Kloten – 20 gol, 29 assist, -5): Quando il Kloten lo aveva ingaggiato una volta ottenuta la promozione, nessuno ci aveva fatto troppo caso. Negli anni abbiamo infatti assistito a diversi casi di giocatori molto produttivi in Swiss League che poi non hanno saputo essere altrettanto dominanti nella massima lega, ma il caso di Ang rientra nelle eccezioni in cui troviamo DiDomenico e pochissimi altri. Pazzeschi soprattutto i primi mesi del canadese, letteralmente il trascinatore degli aviatori nelle prime partite nella nuova lega, e poi capace di confermarsi come spettacolare protagonista. Con un pattinaggio eccezionale, delle ottime mani ed una spiccata visione di gioco ha dominato le highlights come pochi altri, ed anche se ad un certo punto ha avuto una flessione (con anche una Spengler anonima) i suoi 20 gol e 49 punti testimoniano la sua grandissima stagione.
Teemu Hartikainen (Ginevra – 28 gol, 15 assist, +2): Il finlandese del Ginevra è un attaccante dalle caratteristiche decisamente diverse rispetto a quelle di Ang oppure Cervenka. D’altronde la cifra di 28 gol in 48 partite non lascia dubbi, cifre del genere negli ultimi anni erano riusciti a superarle solamente Pius Suter e Gregory Hofmann (30 reti rispettivamente nel 2019/20 e nella stagione precedente), e per il Servette averlo in squadra ha significato poter mandare sul ghiaccio un elemento che è stato una costante minaccia per gli avversari. Capace di giocate da applausi così come di serate più sornione o da “animale” dello slot, Hartikainen è stato micidiale anche in powerplay con ben 15 segnature, e nella sua linea al fianco di Omark è stato praticamente inarrestabile.
I FLOP STRANIERI DI HSHS
Oliwer Kaski (Lugano – 0 gol, 4 assist, -9): Le premesse per fare bene c’erano tutte, il curriculum e i numeri delle stagioni precedenti parlavano per lui, ma a Lugano non è mai scattata la scintilla, forse per mancato ambientamento. Non è sembrata una questione di sistemi di gioco, sia Chris McSorley prima che Luca Gianinazzi dopo hanno sempre puntato su di lui quando era a disposizione, ma il finlandese ha proposto solo prestazioni prive di personalità, poverissime di spunti offensivi (la caratteristica che aveva spinto il Lugano ad ingaggiarlo) e condite da diversi errori incomprensibili, ingiustificabili per un investimento da giocatore straniero. Ha lasciato Lugano con all’attivo soli 4 assist in 20 partite, ma perlomeno capendo la situazione e facilitando il club nel trovare una soluzione che accomodasse tutti.
Juuso Vainio (Friborgo – 0 gol, 3 assist, -5): Non c’è da sorprendersi se il finlandese ha ottenuto un bottino di appena tre assist in tutta la stagione, perché il suo era un profilo chiaramente difensivo ed aggiunto al lineup con altri scopi. Anche da quel punto di vista Vainio non ha però fatto la differenza, ed infatti il Friborgo ha deciso di non confermarlo in vista della prossima stagione. Il suo lavoro è di quelli destinati a rimanere nell’ombra anche quando gioca delle buone partite, ma per avere un impatto più concreto nel campionato svizzero serve maggiore sostanza, elemento che gli è mancato finendo infatti spesso anche in sovrannumero.
Mark Arcobello (Lugano – 11 gol, 16 assist, -8): Il capitano bianconero veniva dalla sua miglior regular season a Lugano e una delle più positive da quando è arrivato in Svizzera, lecito quindi potersi aspettare un altro anno soddisfacente. I problemi però sono sorti subito, dalle magagne estive fino alla presa di posizione pubblica sui difficili rapporti dello spogliatoio con Chris McSorley, con l’americano dalla sua veste di capitano nel ruolo di portavoce della squadra. Liquidato il coach canadese però le cose non sono affatto decollate con Luca Gianinazzi e, a parte un paio di settimane promettenti in autunno, la regular season di Arcobello è scivolata via nell’anonimato, con il giocatore per la maggior parte del tempo sul ghiaccio senza infamia né lode, ma soprattutto senza personalità e fuori dal gioco. La sua maggior qualità è emersa agli ingaggi, dove è cresciuto fino ad essere uno dei migliori della lega, ma i lati positivi della sua stagione si fermano lì e allo sfortunato infortunio.
Nick Shore (Ambrì Piotta – 2 gol, 5 assist, -3): Da giocatore ideale per dare equilibrio e solidità alla rosa dell’Ambrì Piotta, il centro americano si è rivelato nel giro di qualche mese una vera delusione. Non è praticamente mai riuscito a ritrovare il livello mostrato a Zugo e ad avere un impatto concreto nel gioco dei leventinesi, tanto che la sua partenza anticipata è arrivata dopo un periodo in cui era finito spesso in sovrannumero ed a lui erano stati preferiti al centro anche giocatori schierati fuori ruolo. Sulla carta si trattava di un ingaggio azzeccato, ma ha finito per essere uno dei primi stranieri della lega a rappresentare una delusione.
Leon Bristedt (Davos – 6 gol, 13 assist, +5): Il caso dello svedese è di quelli singolari, perché c’è davvero da chiedersi se il giocatore eccezionale che abbiamo visto nelle prime partite di campionato sia stato il proverbiale “fuoco di paglia”, oppure se qualcosa per Bristedt si sia seriamente inceppato. Fatto sta che dopo un ottimo inizio, caratterizzato da giocate spettacolari e 9 punti in 11 partite, l’attaccante ha vissuto un campionato in gran parte anonimo. Da metà novembre ha passato sostanzialmente due mesi senza trovare il gol, ed al tirar delle somme il suo bilancio finale parla di appena sei reti e 13 assist sull’arco di 42 partite. Sicuramente una delusione.