LUGANO – FRIBORGO
2-4
(1-0, 1-1, 0-3)
Reti: 9’39 Bennett (Mirco Müller) 1-0, 23’50 Desharnais (Bykov) 1-1, 33’05 Bennett (Josephs) 2-1, 48’00 Kuokkanen (Jecker, Schmid) 2-2, 43’32 Gunderson (Schmid) 2-3, 58’32 Schmid 2-4
Note: Cornèr Arena, 4’833 spettatori
Arbitri: Lemelin, Tscherrig; Gnemmi, Huguet
Penalità: Lugano 1×2′, Friborgo 3×2′
Assenti: Marco Müller, Calle Andersson, Daniel Carr, Julian Walker, Stephane Patry (infortunati), Mikko Koskinen (ammalato), Yves Stoffel (sovrannumero), Jari Näser,, Alessandro Villa, Davide Fadani, Riccardo Werder (Rockets)
LUGANO – C’è il grosso rammarico di non essere riusciti a regalare la prima vittoria al “Giana”, soprattutto dopo averla annusata ancora una volta a lungo durante partita come contro il Davos, ma ancora come contro i grigionesi i bianconeri sono crollati nel terzo periodo, mostrando però alcuni segni di cedimento fisico già nel secondo.
Forse per ora rimarrà un’impressione, ma forse il gioco e lo stile che Gianinazzi vuole imporre a questa squadra sta facendo emergere i problemi di una preparazione che al momento sembra deficitaria e, ancora per impressione, i giocatori bianconeri ne pagano con un ritmo e un’esplosività inferiori agli avversari.
Tante cose da appurare, ma per intanto è evidente come il lavoro che aspetta il tecnico luganese sia ad ampio raggio e e probabilmente anche di lunga durata, tante sono le difficoltà che Arcobello e compagni hanno mostrato in una partita che ha comunque svelato anche diversi punti positivi.
Il Lugano si è infatti mosso da squadra, si è compattato tra compagni, si è impegnato alla ricerca dei nuovi stimoli e delle nuove direttive di gioco, segno che i giocatori vogliono uscire da questo periodaccio, ma traditi da individualità al momento in grande difficoltà (Fazzini, Kaski su tutti, ma anche Wolf, Riva e lo stesso capitano sono lontani dalle migliori serate) e appunto da questi “crolli”, per il momento i giocatori non riescono ancora a tramutare gli sforzi in punti sonanti.
Contro il Friborgo ci sono stati momenti in cui la squadra ha veramente dato tutto per cercare di mettere in difficoltà i burgundi, ma l’arrivare al tiro e procedere per vie centrali verso Connor Hughes è rimasto un compito difficile.
Solo una linea, quella non a caso formata da Bennett, Josephs e il giovane Zanetti ha dato l’impressione – e pure la prova – di riuscire a tramutare in sostanza quello che viene impartito dal nuovo coach dei bianconeri, con la doppietta del numero 20 alquanto significativa e gli scatti del giovane arrivato dalla U20 a sormontare spesso la velocità non solo degli avversari ma anche dei compagni.
Gianinazzi da par suo predica ovviamente e a giusta ragione pazienza, ma sa benissimo che prima o poi il Lugano dovrà cominciare a trovare punti per non entrare in una spirale di sfiducia e sofferenza, abituandosi alla sconfitta con attenuanti, ecco perché la partita di sabato in quel di Langnau rappresenta già un momento importante.
In quel dell’Emmental il Lugano dovrà riuscire a fare quello step in più per cercare finalmente di guadagnare terreno, ma soprattutto con le energie a disposizione dovrà gestire bene gli sforzi per non incappare in un’altra serata a caduta quasi verticale.
Ed è un peccato che gli sforzi vengano resi vani da questi cali, perché come già detto, il Lugano ce l’ha messa tutta per cercare di cambiare e di darsi una nuova faccia, come dimostrato dalle uscite di zona difensiva e dalle entrate in quella offensiva, con pochi dischi gettati semplicemente negli angoli e molti altri invece giocati sulle palette per essere portati nello slot.
Contro il Gottéron si è vista anche molta più vicinanza tra i giocatori, con la voglia di aiutarsi e di proteggere il portatore del disco ed il portiere – ottima la prestazione di Schlegel – ed è normale che un sistema più dispendioso come quello voluto da Gianinazzi possa mostrare delle lacune a livello atletico se la preparazione dei giocatori non è stata fatta appositamente o nella maniera più meticolosa possibile.
Per il momento il coach bianconero deve insistere sul fare un passo per volta, con la speranza anche di poter migliorare al più presto un line up bisognoso di ossigeno, perché anche solo un Marco Müller e un Calle Andersson in questa squadra possono cambiare tante cose.
IL PROTAGONISTA
Kris Bennett: La doppietta dello straniero destinato inizialmente ai Rockets è molto significativa, perché il numero 20 incarna quello spirito con cui il Lugano deve uscire dalla sua brutta situazione. Il canadese ha una grinta esemplare e fisicamente sembra essere un paio di scalini sopra al resto della squadra, non per nulla è sempre nel vivo dell’azione sia in fase offensiva che in quella difensiva.
GALLERIA FOTOGRAFICA
(Clicca le frecce per scorrere le fotografie)