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Lugano

I rigori premiano il Lugano con due punti che valgono quanto l’oro

LANGNAU – LUGANO

3-4

(0-1, 2-0, 1-2; 0-1)

Reti: 17’58 Filppula (Brunner, Steinmann) 0-1, 23’17 Clark (DiDomenico, Koistinen) 1-1, 33’32 Claudio Moggi (Sandro Moggi, Hecquefeuille) 2-1, 42’40 Walker (Fazzini, Ulmer) 2-2, 51’30 Clark (Koistinen, Hecquefeuille) 3-2, 56’48 Hofmann (Ulmer) 3-3

Rigori: Brunner, Klasen, Koistinen, Gustafsson, Pettersson

Note: Ilfis, 5’638 spettatori. Arbitri Eichmann, Kämpfer; Abegglen, Bürgi
Penalità: Langnau 3×2′, Lugano 4×2′

LANGNAU – A volte capita che da una partita all’altra non si riesca a ripetere la stessa prestazione, ma quello del Lugano è stato un bel passo indietro rispetto alle ottime cose viste la sera di giovedì contro il Ginevra.

Di sicuro a tutti sono venute alla mente certe clamorose scoppole patite alla pista dei neopromossi Tigers nel passato bianconero, ma alla fine i bianconeri ne sono usciti con due punti in una maniera o nell’altra. Sempre senza Sannitz e Martensson – oltre allo squalificato Chiesa, ma con un Vauclair in più – Hirschi e compagni hanno da subito sofferto a dismisura la pressione dei padroni di casa, scesi in pista con un piglio aggressivo ed estremamente esaltati.

Tutta la pressione dei Tigers non ha prodotto nulla, se non diverse parate di un attivo Merzlikins, che sin da subito, anche a causa di una sua penalità, ha dovuto fare gli straordinari.

La rete di Filppula sull’unica occasione bianconera pareva potesse cambiare la direzione della partita e togliere del guscio un legnoso Lugano, invece è stato il Langnau ha migliorare l’efficenza sotto porta. L’onnipresente DiDomenico – letteralmente, visto il minutaggio di gioco – il fido Clark e l’esperto Claudio Moggi hanno confezionato il meritato vantaggio, mentre il Lugano non è mai riuscito a cambiare ritmo e dare velocità alla manovra, soffrendo il fore checking e sbagliando le uscite dal terzo più facili.

Un gran lavoro di Fazzini col disco messo alle spalle di Ciaccio da Walker ha dato la nuova possibilità ai bianconeri di rimettersi in carreggiata, ma nonostante il Langnau abbia tirato il freno nel terzo tempo – impensabile giocare con quell’intensità e cambi corti per 60’ – la musica è cambiata poco.

I bianconeri sono sembrati più ordinati almeno in difesa, lasciando Merzlikins un po’ più tranquillo, ma le difficoltà sono state le stesse sul fronte di manovra. Poche idee e duelli persi alle assi, pochi dischi su Ciaccio e polveri bagnate da chi è riuscito raramente a farsi vedere nello slot offensivo. L’emblema della serata poteva essere quel minuto o poco più trascorso tra un palo clamoroso colpito da Klasen e la rete del nuovo vantaggio bernese ad opera di Clark, ma il cuore e la grinta di Hofmann hanno deciso che non doveva finire così.

Un polsino imprendibile dell’ex Davos ha portato tutti all’overtime e infine ai rigori, dove la classe di Merzlikins, Brunner, Klasen e Pettersson è bastata per prendersi il punto addizionale.

Difficile dire come i bianconeri siano potuti passare dalla sfida convincente di sole 24 ore prima a una così scialba, ma questo significa solo che come era già stato ripetuto nulla è stato fatto. E andrà ripetuto fino alla noia, perché se è vero che ora Fischer non può schierare la linea di Klasen e Brunner in maniera ideale – Klasen al centro si trova spesso fuori posizione, e ovviamente gli ingaggi non sono un suo must – il coach bianconero dovrà trovare quell’altro fondamento che si va ripetendo fino alla noia: l’equilibrio.

Dalla Ilfis, luogo di storiche a volte inspiegabili sofferenze, il Lugano torna con due punti che valgono oro per ciò che si è visto, e va bene così, ma ora tutti al lavoro, come e più di prima.

fattore2ELVIS MERZLIKINS: Il portiere bianconero si è creato da solo il lavoro prendendosi una penalità che è valsa un 3 contro 5 in entrata di match, ma ha subito serrato la saracinesca mostrando freddezza e concentrazione.

Poco da fare sulle reti dei padroni di casa, ma ha salvato il risultato in molte occasioni, permettendo ai compagni di rimanere in partita nonostante le difficoltà. Ai rigori chiude la porta a DiDomenico e Clark, e va meritarsi almeno un punto dei due conquistati dal Lugano alla Ilfis.

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