FRÖLUNDA – LUGANO
5-4
(1-1, 1-2, 3-1)
Reti: 0’50 Sigalet (Fagemo, Lasch) 1-0, 11’33 Bertaggia (Chorney, Romanenghi) 1-1, 31’17 Bertaggia (Romanenghi) 1-2, 32’35 Lajunen (Jörg, Walker) 1-3, 34’40 Lasch (Rakhshani, Genoway) 2-3, 45’12 Stalberg (Lindström, Sigalet) 3-3, 48’56 Sannitz (Hofmann, Klasen) 3-4, 52’08 Fagemo (Lasch, Genoway) 4-4, 57’13 Lasch (Rakhshani, Genoway) 5-4
Note: Frölundaborg, 2’469 spettatori
Penalità: Frölunda 3×2′, Lugano 5×2′
GÖTEBORG – E certo, l’amaro in bocca è parecchio dopo la terza sirena. La rete di Ryan Lasch nei minuti conclusivi ha improvvisamente mandato per aria i piani di un Lugano che fino all’ultimo sembrava poter condurre in porto quella che era da considerare un’impresa.
Perché gettare via una qualificazione ai quarti di finale di Champions Hockey League dopo aver sprecato due vantaggi (di cui uno doppio) fa mangiare le dita fino ai gomiti ma considerato l’avversario quello che il Lugano ha proposto in termini di prestazione è assolutamente da incorniciare.
Passati infatti i primi minuti un po’ in apnea per il logico “ benvenuto” del Frölunda sul proprio ghiaccio con la rete di Sigalet dopo nemmeno un minuto di gioco, i bianconeri hanno tirato fuori la propria personalità e a fronte di un avversario che ha cercato di imporre il proprio elevatissimo valore, come spesso è capitato Chiesa e compagni hanno tirato fuori il meglio.
Il doppio vantaggio costruito a metà partita da Bertaggia (doppietta) e dal rientrante Lajunen era l’immagine perfetta che ci ha riportati indietro di qualche mese nel rivedere il Lugano da playoff, quello combattivo, duro e mai domo.
Solidi in difesa, per quanto si potesse dato che la forza d’urto della squadra di Rönnberg può essere devastante con tutti i quattro blocchi, i bianconeri avevano trovato la chiave per scardinare la zona neutra con un forechck altissimo e continuo, con un gioco fisico che ha dato spesso fastidio a Sagemo e compagni.
Contro un avversario di tale livello – nel frattempo il Frölunda si è issato in testa alla SHL – che si conosce oltretutto solo dai video e con una sola partita giocata non è nemmeno facile mantenere una certa continuità di rendimento cambio dopo cambio, anche perché considerato il periodo, le difficoltà che un avversario del genere può provocare, in Svizzera le possiamo tastare solo nei playoff e non certo in regular season di novembre.
Peccato quindi per alcune sbavature in marcatura, soprattutto sui velocissimi raddoppi negli angoli e nel “cycling” operato dal Frölunda, dove alcuni difensori sono andati un po’ in bambola, lasciando strada spianata a Stalberg e Lasch per colpire contro un Merzlikins probabilmente non nella serata migliore.
I bianconeri hanno fatto fatica anche a “capire” la linea di arbitraggio, molto severa dall’inizio alla fine perdendosi in qualche fallo inutile che ha portato conseguenze pesanti. Ad immagine di Klasen (tre penalità per lo svedese tra cui quella, stavolta un po’ dubbia, che ha portato al 5-4 definitivo) il Lugano ha pagato colpi poco furbi che in Svizzera sono forse più tollerati, ma di questo i bianconeri dovevano accorgersi subito.
Un peccato quindi che il Lugano non abbia portato a termine la gestione del match come avrebbe dovuto e potuto, per quanto mostrato anche i ticinesi avrebbero meritato il passaggio del turno quanto i loro avversari.
Dalla Svezia il Lugano dovrà portarsi quello che ha dato in termine di prestazione collettiva, di lavoro e di sacrificio l’uno per l’altro, quanto proposto dai bianconeri al Frölundaborg è stato di alto livello, tanto che in Svizzera molto raramente si è portati a giocare in regular season con tale intensità. Sperando che Lajunen e compagni tutto quel bene se lo portino in valigia e che qualche ingenuità la gettino via prima di arrivare all’aeroporto.
HIGHLIGHTS
In arrivo a breve