JORDAN SCHROEDER
Età: 31
Posizione: C/RW
Altezza: 175 cm
Peso: 79 kg
Tiro: right
Nazionalità: 🇺🇸
Provenienza: Jokerit (KHL)
Draft: 2009, round 1, 22esima scelta, Vancouver Canucks
Contratto: due anni
Velocità, tecnica e visione offensiva
Quello che si pensava potesse diventare uno dei prodotti più forti dell’hockey targato USA degli ultimi 15 anni, non è mai riuscito a fare il balzo definitivo per la NHL dopo delle giovanili in cui ha saputo distinguersi come fenomeno precoce.
Jordan Schroeder, nuovo attaccante del Rapperswil, ha ormai trovato la sua dimensione nell’hockey europeo, mantenendo quelle doti di scorer che solo nelle giovanili e in AHL ha potuto provare prima. In grado di giocare anche come ala all’occorrenza, Schroeder è un centro piccolo ma forte fisicamente, veloce e dotato di grande senso del gioco offensivo, capace di produrre ottimi bottini di punti in regular season ma con ancora delle lacune da colmare nel gioco difensivo e dei progressi da confermare agli ingaggi, esercizio in cui solo nell’ultima stagione di KHL il 31enne ha portato sopra il 50% di riuscita.
Il nativo di Burnsville all’inizio della sua carriera veniva accostato per stile a giocatori come l’ex Zugo Pierre-Marc Bouchard o lo svedese Nicklas Backström.
Talento generazionale?
Dopo i primi anni alla St. Thomas Academy in Minnesota, Schroeder passa al programma di sviluppo degli USA nelle rappresentative nazionali U17 e U18 come il più giovane del programma, entusiasmando ai Mondiali di categoria nei quali si distingue come eccezionale uomo assist, ottenendo anche il record di passaggi decisivi a un torneo iridato giovanile per un giocatore americano. Laureatosi campione del mondo U20 nel 2010, nello stesso torneo batte il record di punti di sempre per la Nazionale USA superando Jeremy Roenick.
Draftato al primo turno dai Vancouver Canucks mentre vestiva la maglia dell’Università del Minnesota, Schroeder firma il suo primo contratto da professionista nel 2010, quando viene girato dalla franchigia della British Columbia ai Manitoba Moose in AHL. A preoccupare maggiormente lo staff dei Canucks sono le piccole dimensioni per il ruolo di centro e difatti Schroeder non riesce ancora a ritagliarsi uno spazio nella prima squadra, restando in un limbo che lo vede troppo tecnico per il bottom six ma non abbastanza incisivo per le prime due linee offensive e oltremodo limitato agli ingaggi.
Sfruttato anche come ala in AHL (passando nel contempo ai Chicago Wolwes) riesce a mantenere un ottimo rendimento di punti, ma questo lo taglia fuori dalla lotta per un posto fisso nei Canucks in maniera quasi definitiva nonostante anche delle buone premesse. $
Difatti, alla sua sesta partita in NHL trova le sue prime due reti nella massima lega mondiale, sancendo con una doppietta la vittoria dei Canucks sui Calgary Flames, battendo per l’occasione l’ex portiere bianconero Leland Irving. Passata una sfortunata stagione 2013/14 ancora con i Canucks, correlata da due fratture alla caviglia e da un’operazione alla spalla, l’americano torna in Minnesota firmando un contratto con i Wild.
Tornare a casa non basta, c’è l’Europa
Ai Wild l’avventura inizia discretamente ma, chiuso da Mikael Granlund, Mikko Koivu, Kyle Brodziak e Ryan Carter, viene schierato poco e anche all’ala, giocando poi prevalentemente in AHL agli Iowa Wild, dove continua a mantenere il suo consueto rendimento.
Tre stagioni senza passi avanti possono bastare anche in Minnesota e allora passa in uno scambio ai Colubus Blue Jackets, con i quali disputa 21 partite nella stagione 2017/18 prima di tornare in AHL a Cleveland. Scambiato di nuovo ma per passare ai Blackhawks, nella stagione 2018/19 gioca solo in AHL con i Rockford Icehogs, ma sarà l’ultima annata nordamericana prima del passaggio in Europa.
Schroeder firma quindi un contratto con il Torpedo Nizhny Novgorod, di cui diventa subito il miglior marcatore prima di passare allo Jokerit Helsinki in cui gioca le ultime due stagioni mettendo assieme 65 punti in 86 partite. E il presente si chiama Rapperswil, dove troverà anche il compagno allo Jokerit, Niklas Jensen.