MICHAEL SPACEK
Età: 25
Posizione: C
Altezza: 180 cm
Peso: 85 kg
Shoots: right
Provenienza: Frölunda (SHL)
Draft: 2015, round 4, scelta 108, Winnipeg Jets
Contratto: due anni
Nazionalità: 🇨🇿
Giovane e offensivo
Dopo l’ingaggio rivelatosi amaro di un veterano come Peter Regin, l’Ambrì Piotta affiderà il ruolo fondamentale di centro del top six – unitamente ad Heim, oppure ad un altro straniero se il club si orienterà su quella posizione – al ceco Michael Spacek, che con un contratto biennale porterà alla Gottardo Arena una nuova carica di energia.
Visto l’ultima volta all’opera nel recente Mondiale finlandese – in cui ha avuto un buon ruolo sino all’arrivo di Kämpf, che lo ha relegato a 13esimo attaccante – il 25enne è un centro dallo spiccato talento offensivo, che sfrutta grazie alla sua visione di gioco e doti da playmaker. Nel suo repertorio c’è anche un buon tiro, che i leventinesi lo stimoleranno ad utilizzare più spesso (specialmente a 5-contro-5) perché dal suo bastone dovranno arrivare giocate importanti.
Spacek è in questo senso sulla stessa lunghezza d’onda, perché ad Ambrì arriverà per trovare un po’ di stabilità – ha vestito quattro maglie diverse nelle passate tre stagioni – e soprattutto per fare quel passo avanti che lo renderebbe un trascinatore. Dalla sua ha una certa esperienza internazionale, ed i leventinesi sperano di aver trovato in lui un leader importante.
Un’altra coppia, che si spera funzionerà
Alla Gottardo Arena Spacek incrocerà nuovamente il suo percorso con Filip Chlapik, connazionale che conosce già dagli anni della loro infanzia. “Abbiamo giocato le prime volte assieme quando avevo circa dieci anni e poi ci siamo incontrati spesso anche nelle nazionali giovanili a partire dai quindici anni, ed era nostra abitudine essere compagni di stanza in quelle occasioni”, aveva spiegato Chlapik nella nostra intervista.
Paolo Duca nella sua operazione di mercato ha insomma formato una coppia che già aveva giocato assieme in passato, in particolare quando vinsero una medaglia d’argento al Mondiale U18, e la speranza è che il risultato possa essere diverso rispetto al tandem Regin–Kozun in cui erano state riposte molte speranze un anno fa.
In linea di massima l’idea è infatti quella di farli giocare assieme, con Spacek che punterà a trovare continuità dopo che la passata stagione è stata tra le sue migliori in carriera. Oltre alla partecipazione a Olimpiadi e Mondiali – questi ultimi conclusi con la vittoria del bronzo – ha ottenuto 46 punti (dieci gol) in 49 partite di regular season con il Frölunda, bottino sufficiente per entrare nella Top 10 di SHL.
Una gemma già preziosa, ma ancora grezza
Spacek è indubbiamente già al momento attuale un ottimo giocatore, ma nel suo passaggio all’Ambrì Piotta è intrinseca la volontà e la consapevolezza di poter raggiungere un livello più alto, anche alla luce di quelle potenzialità mostrate a livello giovanile che non hanno ancora trovato pieno compimento.
Nel suo repertorio c’è un gioco completo, con un buon tiro – che diventa una pericolosa arma quando lo lascia partire al volo, specialmente in powerplay – ed un livello di aggressività che dovrà ingranare una marcia in più per essere davvero efficace nel sistema di Cereda.
La carriera di Spacek è iniziata nel Pardubice, dove già nella squadra U18 si distingue come uno dei ragazzi più produttivi della lega. Il suo profilo viene naturalmente notato dai vari selezionatori delle nazionali giovanili, e prende così parte a due Mondiali U18 e a tre edizioni del torneo U20. In queste occasioni si mette in evidenza al pari di alcuni suoi compagni poi destinati a diventare giocatori NHL di rilievo, come Pastrnak, Vrana, Zacha oppure l’ex biancoblù Kubalik.
Con queste premesse inizia nel 2015 la sua avventura oltre oceano, che prende il via con la selezione al CHL Import Draft da parte dei Red Deer Rebels in WHL. Il tutto va a braccetto con la chiamata al quarto turno da parte dei Winnipeg Jets, che già nel finale di stagione 2016/17 lo fanno debuttare in AHL.
Gli scout vedono in lui un sicuro giocatore da NHL, anche se rimane da determinare quanto potenziale offensivo riuscirà ad assicurare nel miglior campionato del mondo. Nelle minors Spacek non riesce però mai a superare la media del mezzo punto a partita, e a Winnipeg non trova l’opportunità di debuttare a causa principalmente di una certa mancanza di continuità nelle sue prestazioni.
Con le difficoltà nel trovare un ruolo sul ghiaccio, e le complicazioni dell’emergenza Covid, Spacek decide di tornare in Europa, dove trova una buona produttività passando da Liiga, campionato ceco e SHL. Manca però qualcosa per salire ulteriormente di livello, scalino che il giocatore spera di compiere in biancoblù.