JERE SALLINEN
Età: 30
Posizione: LW/C
Altezza: 187 cm
Peso: 91 kg
Tiro: left
Provenienza: HIFK (Liiga)
Draft: 2009, round 6, 163esima scelta, Minnesota Wild
Contratto: Un anno
Nazionalità: 🇫🇮
Il Bienne riparte dagli stranieri
Dopo una passata stagione vissuta tra alti e bassi in termini di contributi dagli stranieri, il Bienne ha deciso di rinnovare quasi interamente il proprio quartetto d’importazione – solamente Rajala è rimasto in rosa – ed i seeländer hanno recentemente completato la propria rosa ingaggiando l’attaccante finlandese Jere Sallinen.
La squadra che tornerà ad essere allenata da Antti Törmänen si è così dotata di un giocatore che presenta un buon mix tra velocità, buone mani e carica agonistica, premesse queste che negli ultimi anni sono state indispensabili al successo degli stranieri arrivati in Svizzera.
Sallinen porta inoltre in dote delle spiccate qualità da leader, che lo hanno visto recentemente capitano dell’HIFK ed in precedenza anche degli svedesi dell’Örebro, di cui era uno dei trascinatori al fianco anche dell’ex Davos, Aaron Palushaj.
Alla Tissot Arena arriverà inoltre negli anni migliori in termini di esperienza, ed il DS Martin Steinegger conta di aver trovato nel 30enne un attaccante polivalente (può essere schierato anche al centro), d’impatto in tutte le situazioni di gioco e capace di trasmettere al gruppo l’esperienza a livello internazionale che ha accumulato negli anni.
Debutto precoce, sviluppo più lento
Nato nel 1990 ad Espoo – città finlandese ad una ventina di chilometri ad ovest di Helsinki – Sallinen ha visto la squadra locale dei Blues accrescere la loro popolarità proprio in quegli anni, con la promozione in SM-Liiga e le prime apparizioni del club nei playoff.
E proprio con la maglia degli Espoo Blues farà il suo debutto tra i professionisti, giocando le sue prime partite all’età di soli 17 anni durante la stagione 2007/08, dopo essersi distinto in una formazione U20 allenata proprio da Antti Törmänen ed in cui militava tra gli altri l’ex bianconero Jani Lajunen.
Durante la stagione partecipa ai Mondiali U18, che verranno seguiti due stagioni dopo anche da quelli U20. A quelli maggiori parteciperà invece solamente in tre occasioni in carriera, l’ultima delle quali recentemente sul ghiaccio di Riga.
Dopo il debutto da giovanissimo nella massima lega il suo percorso viene fermato da un infortunio alla schiena che, durante la stagione 2008/09, lo costringe all’operazione chirurgica. Questo non scoraggia però i Minnesota Wild, che lo selezionano al Draft durante il sesto turno.
L’anno successivo vive la sua prima stagione intera nella massima lega finlandese, esprimendosi tra alti e bassi. Per lui restano però memorabili i playoff, quando nella serie contro il Karpat offre l’assist decisivo al fratello Tomi Sallinen (alcuni anni fa in forza al Kloten) al termine di una partita che si era protratta sino al terzo overtime.
La stagione in cui inizia realmente ad imporsi arriva però solamente nel 2012/13, quando è tra i migliori giocatori dell’HPK con un bottino di 42 punti in 57 partite, bilancio che gli permette anche di ricevere la prima convocazione nella nazionale maggiore di Jukka Jalonen.
Il Nordamerica ed il ritorno che segna la svolta
Nonostante delle buone prestazioni il salto in Nordamerica non arriva mai, ed allora Sallinen vive una breve esperienza in Svezia all’Örebro e si trasferisce poi allo Jokerit, che lo ingaggia in vista della prima stagione del club in KHL. I numeri in termini di produzione offensiva sono solamente discreti, ma gli Edmonton Oilers mettono gli occhi su di lui e nel marzo 2016 gli offrono un contratto entry level.
Sallinen si trasferisce così oltre oceano, ma il debutto in NHL resta un miraggio. Nella sua prima ed unica stagione nell’organizzazione canadese veste infatti solamente la maglia del farm team AHL dei Bakersfield Condors, squadra che in quella stagione è trascinata da Anton Lander – ora allo Zugo – ed in cui non riesce mai a trovare la sua dimensione.
Il ritorno in Europa è dunque inevitabile, e per lui ritrovare l’Örebro rappresenta la scelta migliore. Sallinen aveva infatti lasciato un segno importante nella sua breve avventura nel 2014, e coach Niklas Sundblad gli consegna subito la “C”. Lui risponde con due stagioni di grande lavoro a tutta pista, pur condite da un bottino di punti non eccezionale (45 punti in 103 incontri).
Gli anni vissuti con il club svedese si rivelano per la sua carriera una vera svolta, tanto che il suo percorso lo porta a vincere anche la medaglia d’oro ai Mondiali di Bratislava nel 2019. A quel punto Sallinen torna in patria per lasciare il suo segno anche in Liiga, e pure l’HIFK di Helsinki si affida a lui per il ruolo di capitano.
Gli ultimi due campionati sono stati offensivamente i migliori della sua carriera, con 78 punti (41 gol) messi a referto in 106 partite. Con la partenza di Turunen in direzione di Davos la scorsa estate, Sallinen ha chiuso l’ultimo campionato come top scorer della squadra ed è ora pronto a portare i suoi talenti a Bienne.
Alla Tissot Arena non ritroverà solamente Törmänen, ma anche quel Toni Rajala con cui ha incrociato spesso il suo percorso ai tempi delle nazionali giovanili.