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I nuovi volti della NLA 2021/22: il ceco Matej Stransky

La prima firma operata da Alston è stata la possente ala ceca, reduce da due stagioni da protagonista con la maglia dell’Ocelari Trinec

(KEYSTONE/Melanie Duchene)

I nuovi volti della NLA 2021/22: il ceco Matej Stransky

MATEJ STRANSKY


Età: 28
Posizione: RW
Altezza: 188 cm
Peso: 98 kg
Tiro: right

Provenienza: Ocelari Trinec (Cechia)
Draft: 2011, round 6, 165esima scelta, Dallas Stars
Contratto: Due anni
Nazionalità: 🇨🇿

(KEYSTONE/Gian Ehrenzeller)

La prima firma di un nuovo corso

Il Davos nel corso della passata stagione aveva vissuto una vera scossa di assestamento, con la partenza improvvisa del DS Raeto Raffainer in direzione di Berna, e l’arrivo qualche tempo dopo di Jan Alston in qualità di suo successore. L’oggi dirigente degli orsi aveva lasciato in eredità ai grigionesi una squadra in buona parte costruita a livello svizzero, ma che necessitava di ulteriori tre pedine straniere da affiancare al difensore Magnus Nygren.

La prima firma operata da Alston è stata la possente ala ceca Matej Stransky, giocatore che porterà una dimensione nell’attacco grigionese che va in una direzione diversa rispetto ai contributi recenti che avevano saputo dare i vari Turunen, Ullström oppure Palushaj.

Stransky è infatti un giocatore che punta tantissimo sul suo fisico, non tanto in termini di contrasto con gli avversari ma piuttosto per un’ottima capacità di proteggere il disco, ed infatti riuscire a togliergli il puck una volta che ha innescato la sua azione non è tra i compiti più semplici. Wohlwend avrà dunque a disposizione il più classico dei power-forward, non velocissimo ma con buoni istinti offensivi ed una grande etica battagliera.

Il 28enne è così che riesce a rendersi pericoloso, unendo il tutto ad un buon tiro che gli ha permesso di segnare oltre 60 gol nelle ultime due stagioni passate nel campionato ceco. Si ricorderanno bene di lui i tifosi dell’Ambrì Piotta, che nell’ultima Coppa Spengler avevano visto la loro squadra estromessa proprio dal gol all’overtime di Stransky, autore in quell’occasione di ottimo match.

© Texas Stars

Buon sangue non mente

Non è certo qualcosa di troppo particolare scoprire che un dato giocatore è in realtà un “figlio d’arte”, ma nel caso di Stransky si può davvero dire che l’hockey faccia parte del DNA della sua famiglia, tanto che il ghiaccio è stato parte integrante per almeno le ultime tre generazioni.

Il padre Darek aveva infatti vissuto una carriera in patria prima di orientarsi al coaching, ed è attualmente impegnato nel settore giovanile del Viktovice dopo aver allenato in diversi club dagli U15 agli U20, lavorando anche per un paio di anni al Litvinov come assistente nel massimo campionato ceco. Andando ancora più indietro, pure il nonno Vladimir era stato un giocatore, dunque non c’è da meravigliarsi se Matej ed il fratello più piccolo Simon – che milita in Liiga con lo Jukurit – si siano innamorati dell’hockey.

D’altronde questo sport ha affascinato anche gli zii Vladan e Vit, con il primo che si trasferì addirittura prima in Giappone e poi per un lungo periodo in Australia per vivere una carriera da giocatore.

© CHL.ca

Un pacchetto quasi completo

Dopo un inizio di carriera giovanile in cui fa registrare ottimi numeri in patria – nella stagione 2008/09 domina la lega U18 segnando addirittura 40 gol in 42 partite – nell’estate 2011 il giovane Stransky decide di varcare l’oceano nell’anno del suo Draft, così da vivere già le prime esperienze con l’hockey nordamericano ed aumentare la sua visibilità agli occhi delle franchigie NHL.

La sua prima stagione in WHL con i Saskatoon Blades non è però eccezionale, in 71 partite firma appena 26 punti ed infatti i Dallas Stars chiamano il suo nome solamente al sesto turno. In lui il club texano vede un grande talento offensivo combinato ad una stazza importante, qualità che riesce ad esprimere nei due anni successivi in WHL, periodo nel quale firma 166 punti nel giro di 142 incontri.

Gli scouting report continuano però ad evidenziare la sua mancanza di velocità, che il gioco fisico e delle buone mani non riescono interamente a compensare per permettergli un salto in NHL. I suoi istinti ed intelligenza hockeyistici vengono inoltre bollati come discreti, ed infatti già in AHL non riesce a fare quello step necessario per ritrovare dopo qualche anno la produttività delle leghe giovanili.

Stransky non ha comunque mollato facilmente la presa, come testimoniano ben quattro anni passati interamente in AHL (134 punti in 312 partite), ma nel 2017 arriva il momento di tornare in Europa. Anche in KHL non trova però grande smalto, sino al rientro in Cechia due anni fa, quando con l’Ocelari Trinec è tornato ad essere tra i protagonisti.

Nella squadra allenata da Vaclav Varada – anche lui passato da Davos, oltre che a Langnau – mette assieme qualcosa come 112 punti (61 gol) in 103 partite e nella stagione segnata dalla pandemia ha trascinato l’Ocelari Trinec al titolo con 15 punti in 16 partite.

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