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I nuovi volti della NLA 2017/18: lo statunitense Garrett Roe

Il centro ha firmato per due anni a Zugo, dove promette di portare velocità e tecnica, elementi che gli hanno permesso in tutta la carriera di compensare la sua stazza

© redbullmuenchen.de

I nuovi volti della NLA 2017/18: lo statunitense Garrett Roe

GARRETT ROE


Età: 29
Posizione: C
Altezza: 173 cm
Peso: 82 kg
Tiro: left

Nazionalità:
Provenienza: Linköping (SHL)
Palmarès:
Draft: 2008, Los Angeles Kings
Contratto: 2 anni

© Sophia Törnell

La Svizzera, questa volta per davvero

Lo Zugo non è la prima squadra ad aver messo sotto contratto il centro statunitense Garrett Roe, ma sinora il 29enne di Vienna (Virginia) non ha ancora giocato una singola partita in NLA.

L’8 luglio 2015 il Ginevra Servette aveva infatti annunciato il suo ingaggio, dopo che il giocatore aveva voluto fortemente il trasferimento e fatto valere una clausola d’uscita presente nel contratto con i Red Bull München pur di poter raggiungere la squadra di Chris McSorley.

Pochi giorni più tardi, però, il club svedese del Linköping aveva a sua volta ufficializzato l’arrivo di Roe, creando parecchia confusione tra gli appassionati e la necessità di un chiarimento da parte dell’attaccante. L’americano sostanzialmente ammise di aver cambiato idea dopo aver realizzato di essere uno dei cinque stranieri che il Ginevra aveva intenzione di “far girare” durante l’anno, a fronte dei molti impegni che vedevano i granata in pista per campionato, CHL e Coppa Svizzera.

“Io volevo giocare ogni partita”, aveva spiegato Roe, che ha così passato gli ultimi due anni in forza al Linköping, risultando in entrambe le occasioni il secondo miglior marcatore della squadra (80 punti in 98 partite). A fare meglio di lui nel 2016/17 solamente Broc Little, giocatore che da settembre vedremo all’opera a Davos.

Lì al centro, facendo di necessità virtù

Con i suoi soli 173 centimetri di altezza, Garret Roe è un centro puro che in carriera ha dovuto sfruttare tutte le sue capacità tecniche per riuscire ad imporsi, e sin dai primi anni questo gli è riuscito particolarmente bene.

L’impossibilità di affidarsi alla forza fisica lo ha infatti costretto a sviluppare mani, istinto e fantasia, portandolo a diventare un giocatore dall’intelligenza hockeyistica superiore alla norma. Roe sa unire una buona abilità agli ingaggi a delle buonissime mani, che lo rendono un playmaker efficace anche in spazi ridotti ed in situazioni in cui il tempo per riflettere è ai minimi termini.

Ciò che veramente gli permette di fare la differenza è però il pattinaggio, esplosivo e sfruttato sia in fase di ripartenza che per attirare su di se i difensori avversari, andando così a creare spazi importanti per i suoi compagni di squadra. Si è sempre distinto più per i suoi passaggi estremamente precisi che per le sue abilità da scorer, ma quando può andare al tiro lo fa con forza e precisione.

La sua stazza fisica è un limite, che rimane però praticamente l’unico e viene ampiamente compensato da una serie di caratteristiche che lo rendono un giocatore completo in ogni situazione.

Una carriera mai sbocciata in America

Dopo i primi anni passati con la maglia di Indiana Ice in USHL – la miglior lega giovanile negli Stati Uniti – Garrett Roe affronta l’avventura universitaria giocando quattro campionati NCAA con St. Cloud State University, dove ha come compagno di squadra anche l’ex Berna, Ryan Lasch.

Il suo impatto è immediato e, dopo un primo anno alle spalle dell’ex orso, diventa il miglior marcatore della squadra per i due successivi. Durante questo periodo viene premiato per i suoi sforzi con varie nomine nelle squadre All Star del campionato, e al momento della sua partenza Roe si era distinto diventando per la squadra il leader di tutti i tempi in materia di assist ed il terzo in assoluto per punti ottenuti.

I suoi buoni numeri non si traducono però in un’alta selezione al Draft, e viene chiamato solamente al settimo turno dai Los Angeles Kings, che mai però crederanno in lui. La NHL per Garrett Roe non è mai stata realmente d’attualità, ed anche nei due anni passati in AHL con gli Adirondack Phantoms la chiamata dalla miglior lega al mondo non è arrivata.

Con un bottino di 66 punti (20 gol) in 129 partite di AHL, Roe nell’estate 2013 decide che è arrivato il momento di voltare pagina e di proseguire la sua carriera in Europa.

L’affermazione nel Vecchio Continente

Garrett Roe si trasferisce in Europa sposando la causa del Salisburgo nella EBEL, e lo fa sotto l’ala protettrice di coach Don Jackson, allenatore che seguirà poi l’anno successivo trasferendosi a Monaco.

In squadra trova anche l’ex bianconero Dominique Heinrich, e al suo primo campionato nella nuova realtà ottiene 58 punti in 58 partite.

Questo gli permette di iniziare immediatamente la “scalata” nelle leghe europee, con la “promozione” in DEL grazie ad un contratto con i Red Bull München (52 partite, 51 punti) e la consacrazione in SHL con un biennale al Linköping, arrivato dopo il controverso addio con il Ginevra.

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