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I nuovi volti della NL 2024/25: lo svedese Lias Andersson

L’attaccante tornerà in Europa dopo diversi anni oltreoceano in cui non è riuscito ad imporsi in NHL. Era stata la settima scelta assoluta nel 2017

I nuovi volti della NL 2024/25: lo svedese Lias Andersson

LIAS ANDERSSON


Età: 25
Posizione: C/LW
Altezza: 181 cm
Peso: 84 kg
Shoots: left

Provenienza: Laval Rocket (AHL)
Draft: 2017, round 1, 7ima scelta assoluta, New York Rangers
Contratto: due anni
Nazionalità: 🇸🇪

Un leader per completare il puzzle

Alla ricerca di una settima pedina straniera per completare la propria squadra, il Bienne è riuscito ad ingaggiare un elemento che da diversi anni ha militato nel limbo tra NHL ed AHL, ma che ha ora deciso di dare una direzione diversa alla propria carriera facendo ritorno in Europa.

L’attaccante svedese Lias Andersson non è infatti mai riuscito a soddisfare le esagerate aspettative che erano state riposte su di lui quando nel 2017 i New York Rangers lo avevano draftato come settima scelta assoluta, ma negli anni ha mostrato delle caratteristiche che in Svizzera potrebbero finalmente trovare il contesto ideale per brillare.

Elemento che nasce come centro ma che nell’ultima stagione con i Laval Rocket ha giocato costantemente all’ala, l’oggi 25enne si è da sempre distinto per il suo carattere e la propensione al sacrificio, con le etichette di “leader” e “uomo squadra” che lo hanno accompagnato sin dal percorso giovanile.

Quello ingaggiato dal Bienne non è insomma uno straniero dal talento puro oppure dal particolare tocco offensivo, ma piuttosto una pedina molto interessante per completare e rendere più solida la squadra. Da Andersson ci si può infatti aspettare un po’ di tutto: un gioco diretto sulla porta avversaria, una personalità forte in spogliatoio, la propensione ad andare nelle zone calde della pista e la volontà di metterci il corpo per bloccare i tiri.

Con un contratto di due anni ha inoltre voluto rimettersi in gioco, dopo un’ultima stagione buona in AHL ma che rischiava di portarlo ad una situazione stagnante nelle minors nordamericane.

Carattere ed una medaglia di troppo

Sin dagli anni nel settore giovanile dell’HV71, Lias Andersson ha saputo distinguersi dagli altri ragazzi per etica al lavoro e costanza di prestazioni. Si è poi sviluppato unendo il tutto ad un buon dinamismo sul ghiaccio ed un gioco ruvido che gli scout hanno sempre visto come un extra interessante.

Il piccolo Lias d’altronde il giusto esempio lo ha sempre avuto in casa, visto che il padre Niklas Andersson aveva vissuto una bella carriera caratterizzata anche da 164 partite in NHL ed un segno indimenticabile lasciato a Göteborg nel Frölunda. Da una decina di anni è invece attivo come European Scout per conto dei Los Angeles Kings.

Grazie alle sue qualità Lias Andersson ha vissuto un percorso giovanile di successo, con in particolare l’annata 2015/16 con la maglia U20 dell’HV71 che lo ha visto ottenere 59 punti (24 gol) in 37 partite.

Il suo momento più celebre si è però verificato durante Mondiale U20 giocato da capitano della Svezia nel 2017/18, e che lo ha visto autore di 7 punti (6 gol) in altrettante partite, aiutando così la squadra ad arrivare sino alla finale. Nell’ultimo atto si è però imposto il Canada, e alla delusione l’attaccante ha reagito buttando tra il pubblico la medaglia d’argento appena ricevuta. Il gesto ha diviso l’opinione, tra chi lo ha considerato un sintomo forte di mentalità vincente, mentre altri lo hanno interpretato come una grande mancanza di rispetto.

“Ho già una medaglia d’argento vinta al Mondiale U18, e non la guardo da due anni”, aveva commentato Andersson in merito al suo gesto.

Coast to coast

La forte personalità di Lias Andersson unita ad un gioco che gli permette di lasciare il segno in ogni zona della pista, ha portato i New York Rangers a draftarlo come settima scelta assoluta nel 2017, con un pick che aveva sorpreso molti.

Una volta arrivato a Manhattan la pressione è subito stata altissima, e le aspettative nei suoi confronti esagerate. Il giocatore – forte del suo carattere – ha affrontato la sfida a viso aperto, senza però mai riuscire a convincere

Dopo una prima stagione in cui riceve solo un assaggio di NHL – 7 partite, in cui segna però un gol nella sera del suo debutto diventando il più giovane a farlo nella storia dei Rangers – nel 2018/19 gioca un buon numero di partite agli ordini di coach David Quinn, ma senza però trovare un ruolo definito.

Nei primi mesi della stagione successiva – eravamo a dicembre 2019 – Lias Andersson chiede ufficialmente di essere scambiato, ma i Rangers preferiscono prestalo all’HV71 in Svezia, dove inizierà anche il campionato seguente. L’avventura a New York per lui finisce nell’ottobre 2020, quando viene scambiato ai Los Angeles Kings.

Anche in California però la situazione si ripete. Andersson non riesce mai ad elevare il suo gioco e ad imporsi come elemento solido in NHL, anche se i suoi numeri nelle minors sono buoni ed al termine del passato campionato parleranno complessivamente di 216 partite e 170 punti.

Il declino del percorso in NHL è però diventato evidente la scorsa estate, quando lo svedese si è ritrovato a dover accettare un contratto two-way di una stagione con i Montreal Canadiens, che lo hanno poi impiegato solamente nel farm team dei Laval Rocket. In quel contesto ha comunque vissuto una buona stagione, con un ruolo da top six ed in powerplay, e potrà ora iniziare un nuovo importante capitolo a Bienne.

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