AUSTIN CZARNIK
Età: 31
Posizione: C/RW
Altezza: 175 cm
Peso: 77 kg
Shoots: right
Provenienza: Detroit Red Wings (NHL)
Draft: undrafted
Contratto: un anno
Nazionalità: 🇺🇸
Niente Kossila, ecco Czarnik
Il Berna aveva completato la sua squadra con un centro veloce e capace di alzare i ritmi come il finlandese Kalle Kossila, ma durante i test medici è insorto un problema ad oggi non specificato, e dunque il contratto firmato non è entrato in essere. Gli orsi hanno però trovato velocemente una soluzione, ingaggiando un giocatore simile con la firma dello statunitense Austin Czarnik.
Il 31enne è infatti un centro piccolino – 175cm per 77kg – che vanta però un buon gioco two-way ed una versatilità che gli permette di essere impiegato in tutte le situazioni. Non è forse così veloce sui pattini come il “predecessore” finlandese, ma ha un’alta competitività che gli ha permesso anche di smentire gli scettici che avevano rinunciato a selezionarlo al Draft, tanto che in carriera ha giocato oltre 200 partite NHL.
Dalla sua c’è dunque anche parecchia esperienza, che parla pure di quasi 350 partite in AHL ed una media nelle minors che è stata praticamente di un punto a partita. Quella di Berna sarà la sua prima esperienza in Europa, ma le caratteristiche del giocatore sembrano essere ideali per una transizione di successo.
Una stella nascente
Il percorso giovanile del ragazzo nato a Detroit entra nel vivo quando riesce ad ottenere un posto nel programma di sviluppo statunitense, e con le selezioni U17 e U18 si fa già notare per dei numeri interessanti che sfiorano costantemente il punto a partita.
Nell’annata 2009/10 ottiene 54 punti (22 gol) in 61 partite, gli stessi numeri di Matt Nieto e migliori di quelli ottenuti da gente come Jason Zucker e Bryan Rust, e questo gli permette di avere un ruolo importante anche al Mondiale U18. Sul palcoscenico internazionale firma sei punti (cinque gol) in sette partite, e contribuisce alla vittoria dell’oro in una squadra guidata dall’ex biancoblù Nick Shore.
Nelle liste degli scout il suo nome finisce però spesso molto in basso – oppure viene ignorato totalmente – visto che la sua bassa statura viene considerata un limite importante. Czarnik continua però con determinazione il suo percorso, passando per un anno in USHL ed accordandosi poi con la Miami University (in Ohio, non in Florida), con cui passerà quattro stagioni diventando anche il capitano.
In quegli anni passati in NCAA riceve vari riconoscimenti personali, tra cui il premio di Player of the Year nel 2013 e la nomina al prestigioso Hobey Baker Award, e viene anche convocato dagli States per il Mondiale U20. Al termine della stagione universitaria 2014/15 arriva finalmente l’interessamento di un club NHL, con i Boston Bruins che gli propongono un entry-evel e la prospettiva di crescere in AHL.
Una lunga lotta per un posto in NHL
La prima stagione tra i professionisti Czarnik la passa interamente in AHL, distinguendosi a Providence con l’ottimo bilancio di 61 punti (20 gol) in 68 partite, numeri che lo rendono il rookie più produttivo della lega.
La stagione successiva è dunque quella buona per il debutto in NHL, che avviene dopo che il centro riesce a ben impressionare al training camp. A quel punto faranno seguito alcuni anni in cui Czarnik fa la spola tra Boston e Providence, approfittando anche di alcuni infortuni dei compagni per mettersi in mostra.
I suoi numeri in AHL rimangono ottimi, ma l’impatto a Boston è limitato e dunque al termine della stagione 2017/18 il suo contratto non viene rinnovato. Da free agent passa dunque ai Calgary Flames con un accordo biennale, ed in Canada per la prima volta gioca una stagione intera in NHL.
L’annata 2019/20 lo vede però nuovamente passare il maggior tempo nelle minors, e poi le difficoltà dettate dal Covid gli fanno perdere ritmo nella progressione della sua carriera. Passa ai New York Islanders ma nel 2020/21 praticamente non viene mai impiegato, tanto che nella stagione successiva viene anche scambiato ai Kraken e finisce poi per giocare le ultime due stagioni nell’organizzazione dei Detroit Red Wings.
Anche in quel contesto si ripete lo stesso schema: in AHL mantiene delle medie di quasi un punto a partita, mentre in NHL deve accontentarsi di ruoli da bottom six in cui si fa apprezzare per il suo agonismo ma che tarpano le ali alla sua produttività. Arrivato a 31 anni era dunque il momento giusto per provare qualcosa di diverso, ed accettare l’offerta di un Berna in cui sarà tra gli elementi chiave della rosa.