CARL DAHLSTRÖM
Età: 29
Posizione: D
Altezza: 193 cm
Peso: 96 kg
Shoots: left
Provenienza: Färjestad BK (SHL)
Draft: 2013, round 2, 51esima scelta, Chicago Blackhawks
Contratto: due anni
Nazionalità: 🇸🇪
Dalle vie di mezzo al profilo definito
Da un profilo all’altro, alla ricerca dell’agognato difensore straniero ideale. Solo per poco tempo il Lugano è sembrato avere per le mani la pedina giusta nelle ultime stagioni, con quel Lukas Klok che ha però preferito la KHL, il ceco arrivato in mezzo a esperimenti poco proficui e scelte di ripiego perdenti già in partenza.
Carl Dahlström dà invece un colpo di spugna a tutte le strategie precedenti, bando alle delusioni del difensore offensivo, dentro un profilo fisico, difensivamente solidissimo e che va a ridistribuire competenze in un reparto che di qualità offensive e di costruzione possiede già nei giocatori svizzeri.
Probabilmente anche le poche ma in parte convincenti prestazioni di Matt Tennyson nel postseason scorso hanno fatto capire al club che un giocatore di sostanza difensiva avrebbe dato molto più equilibrio alla squadra, ecco allora il perché della scelta di Dahlström, tra i migliori difensori “d’ordine” disponibili sul mercato europeo, se non il migliore proprio per le sue qualità di contenimento.
Giocatore di grande stazza ma anche eccellente pattinatore, il 29enne fa della lettura del gioco e del posizionamento le sue grandi armi, unite a un ottimo controllo del disco e a un gioco fisico costante ma anche molto controllato e disciplinato.
Le grandi premesse per una grande carriera
Dahlström si forma nelle giovanili del Djurgarden di Stoccolma, sua città natale, prima di passare tra le fila del Linköping all’età di 17 anni. Nel 2013 lo svedese firma il suo primo contratto da professionista con i leoni rossoblù, trovando anche la sua prima rete tra i grandi la primavera successiva durante i playoff di SHL. Il difensore raggiunge presto le più alte gerarchie in squadra, giocando per intero le due stagioni successive, dopo essere stato draftato al secondo turno dai Chicago Blackhawks.
Un primo assaggio di Nord America avviene nella primavera del 2015, dopo la firma su un contratto entry-level con la franchigia dell’Illinois, nel qual caso Dahlström gioca un paio di partite a Rockford in AHL.
Convincente con la maglia del Linköping anche nella stagione 2015/16, lo svedese viene richiamato dai Blackhawks, con i quali però non scende mai in pista, destando però buone impressioni in un’intera stagione a Rockford.
“Deve continuare a perfezionare ogni aspetto del suo gioco ma è già sulla buona strada per ritagliarsi un posto tutto suo in difesa – le parole dell’assistente GM Norm Maciver a The Athletic durante il camp 2017– la sua mobilità sui pattini è molto buona per uno delle sue dimensioni, dovremo capire se ha il potenziale per diventare un all rounder o se resterà molto difensivo. Se farà altri passi avanti come è successo la scorsa stagione, allora avrà grandi possibilità di fare parte dei Blackhawks”.
Lo spazio a Chicago per lo svedese non si trova subito, ma il 10 febbraio Dahlström fa il suo debutto in NHL contro i Minnesota Wild, prima di essere rimandato a Rockford per i playoff di AHL e dopo undici partite con la maglia dei Blackhawks. “Carl si è dato un gran da fare durante i camp – Joel Quenneville sempre a The Athletic – è un gran pattinatore capace di leggere le azioni avversarie e spezzarle rapidamente. Il suo pattinaggio è così forte e agile che sa rimediare subito agli errori tornando in posizione in pochissimo tempo. È molto calmo e pulito, rapido nelle marcature, non si fa mai prendere dal panico”.
La seconda stagione sembra poter dare uno slancio diverso a Dahlström, ma nonostante la quarantina di partite giocate a Chicago e il rinnovo del contratto, a settembre 2019 viene piazzato nei waiwers e poi “pescato” dai Winnipeg Jets. Con la squadra di Paul Maurice gioca una quindicina di partite con una media di 15 minuti di ghiaccio, ma una frattura alla mano lo tiene fuori per più di venti incontri determinando di fatto la fine della sua stagione.
Luoghi sbagliati nei momenti sbagliati
Protagonista di uno scambio che lo porta a Las Vegas in ritorno di Paul Stastny e una scelta al quarto turno del draft, lo svedese arriva in Nevada proprio durante l’emergenza Covid-19 e oltre a 17 partite ad Henderson in AHL, il resto della stagione viene assegnato alla “Taxi-Squad” dei Golden Knights, di fatto senza mai scendere in pista tra i titolari.
Arrivato a fine contratto da free-agent, Dahlström si accorda con i Toronto Maple Leafs sulla base di un anno, ma anche qui le sue poche apparizioni sono frutto di una difesa in piena emergenza, la maggior parte della stagione la passa infatti in AHL ai Marlies. Il gioco di Dahlström sembra aver avuto una frenata nello sviluppo negli anni in Nord America e il fatto di essere arrivato al picco proprio durante l’emergenza pandemica non ha aiutato lo svedese: “Credo che per lui sia importante trovare una base di stabilità – ha affermato l’assistente GM Laurence Gilman a The Hockey Writers – ma ad oggi possiamo dire che difficilmente potrebbe trovare posto tra i titolari senza uno sviluppo verso la parte offensiva del gioco. Nonostante questo può comunque ritagliarsi le sue possibilità come difensore di profondità”.
Sfortuna in agguato anche sul ghiaccio, con un infortunio alla spalla patito nel preseason a ottobre 2022 che gli fa saltare 71 partite di regular season, rientrando giusto in tempo per giocare gli ultimi scampoli di stagione con i Marlies in AHL.
Il ritorno con un’identità vera
L’esperienza nordamericana non è andata come Dahlström aveva pianificato o sperato, quindi il difensore decide di fare ritorno in Europa per trovare finalmente stabilità prima dei 30 anni, firmando con il Färjestad.
Il tempo trascorso tra i camp e le varie squadre di NHL e AHL ha comunque permesso allo svedese di capire la sua dimensione e la sua vera natura di difensore roccioso e solido, tanto da risultare uno dei migliori in contenimento e pulizia di gioco in SHL, veloce nel primo passaggio e capace come pochi di leggere il gioco avversario. Interessante la sua statistica letta nel +28 personale, frutto di un -22 per quanto riguarda la sua presenza sul ghiaccio in occasione delle reti subite dal Färjestad e di un +50 sulle reti segnate della sua squadra, il dato migliore tra tutti i giocatori di SHL.
Dopo vari esperimenti e speranze mal riposte nel campo dei difensori stranieri, il Lugano ha fatto la sua scelta su un giocatore dal profilo ben definito, probabilmente la decisione più sicura che potesse fare per dare finalmente un equilibrio stabile alla squadra.