MANIX LANDRY
Età: 20
Posizione: C
Altezza: 180 cm
Peso: 82 kg
Shoots: left
Provenienza: Drummondville Voltigeurs (QMJHL)
Draft: 2021, round 5, 139esima scelta assoluta
Contratto: due anni
Nazionalità: 🇨🇦/🇺🇸
Un’opportunità da prendere
La situazione al centro sarà uno dei temi più importanti in casa Ambrì Piotta in vista della prossima stagione, con un posto tutto da conquistare – quello nel mezzo in aggiunta a Spacek, Dauphin e Kostner – e che vedrà i giovani Landry e De Luca impegnati nel trarre il meglio da una chance che potrebbe dare loro subito un ruolo importante nella prima annata da professionisti.
Nel caso specifico di Landry – che rispetto al compagno italiano ha due anni in più – le premesse sono sicuramente interessanti, anche alla luce di alcune caratteristiche che ben si sposano con l’idea di un centro bottom six nel gioco che vuole vedere sul ghiaccio Luca Cereda.
Il figlio d’arte nel suo percorso giovanile in QMJHL si è infatti sempre distinto per le sue qualità da leader e da lavoratore, profilandosi velocemente come capitano dei Gatineau Olympiques e portando la “C” sulla maglia per tre stagioni – anche se l’ultima è stata fermata da un infortunio, e poi caratterizzata dallo scambio ai Drummondville Voltigeurs – impressionando gli scout per la sua intensità ed energia sul ghiaccio.
Il gioco two-way di Landry non presenta inoltre molti fronzoli, ha una tendenza prevalentemente “north-south” che punta in maniera diretta alla zona offensiva e alla porta avversaria, grazie anche a delle buone capacità di protezione del disco. Le sue caratteristiche non si limitano però a quelle di un tipico “grinder”, visto che le mani del 20enne sono buone e le statistiche agli ingaggi promettenti (54.7% la passata stagione, 52.7% quella precedente).
La sua tecnica ed impatto offensivo non gli hanno permesso di essere tra i prospect più in vista degli scorsi Draft NHL e – complice l’infortunio della passata stagione – gli Arizona Coyotes non gli hanno mai fatto firmare un accordo entry-level nonostante la scelta al quinto turno nel 2021. Superato il termine dello scorso 1 giugno i Coyotes hanno lasciato “scadere” i diritti nei suoi confronti, dunque per Landry il trasferimento in Svizzera rappresenta un passo fondamentale per la sua carriera da professionista.
Un esempio da seguire
Da bambino il piccolo Manix non ha dovuto guardare troppo lontano per trovare l’esempio giusto da seguire, ed infatti in molti nel profilo descritto sopra avranno rivisto lo stile di gioco portato in pista dal papà Eric Landry, passato come giocatore anche dall’Ambrì Piotta e negli ultimi anni impegnato nel ruolo di head coach dei Ticino Rockets.
Nato nel novembre 2002 a Salt Lake City, Manix ha vissuto i suoi primi dieci anni in Europa seguendo la carriera del papà, che in quelle stagioni aveva vestito nell’ordine le maglie di Losanna, Basilea, Berna e Ambrì Piotta, con anche una parentesi in Russia con Dinamo Mosca e Atlant Mytishchi.
Mentre osservava il padre giocare alla Valascia, Manix ed il fratello Lukas iniziano il loro percorso nell’hockey nei settori giovanili di GDT Bellinzona e Ambrì Piotta, il che permette loro oggi di scendere in pista con una licenza svizzera.
Nel momento in cui Eric Landry si ritira dall’hockey giocato e fa ritorno con la sua famiglia in Canada, la carriera di Manix prosegue oltre oceano e raggiunge un momento particolare nel giugno 2018, quando viene draftato in QMJHL dai Gatineau Olympiques, club di cui proprio il padre era in quel periodo l’head coach.
Per due anni padre e figlio lavorano dunque a stretto contatto, ed in questa fase il giovane attaccante si distingue con un bottino di 50 punti (19 gol) in 116 partite. Nell’estate 2020 Eric Landry decide poi di accettare l’opportunità presentatagli dai Ticino Rockets, mentre Manix si profila sempre più come leader degli Olympiques e ne diventa il capitano proprio nella stagione successiva.
Tanta volontà, e ora la voglia di imporsi
Nel momento in cui gli Arizona Coyotes lo scelgono al quinto turno nel 2021, in tanti sono intrigati da una scelta che aveva il potenziale per rivelarsi una sorpresa positiva. In generale gli scout lo vedono come un possibile centro da bottom six, abile nel penalty killing e nel portare energia alla squadra, ma alcune sue caratteristiche non escludono che possa rivelarsi un giocatore più completo.
Questa situazione di “stand-by” in rapporto alle sue potenzialità perdura tutt’ora, anche alla luce di una scorsa stagione in cui ha potuto giocare solamente 43 partite (27 punti) e che è stata frenata da un infortunio alla clavicola sinistra patito a fine settembre e che lo ha messo fuori causa per oltre tre mesi.
Il contratto di due anni in un contesto come quello dell’Ambrì Piotta – in una lega di ottimo livello e con le possibilità di rivestire un ruolo rilevante – si presenta dunque come una premessa intrigante per capire sino a dove potrà arrivare il potenziale di Manix Landry. Nel frattempo, leggendo le descrizioni dei vari scout, il suo ingaggio per i biancoblù sembra azzeccato.
“Ha le caratteristiche tipiche di un giocatore che tutti amano avere in squadra, ma che odiano da avversario. Già a 18 anni era un leader e mostrava uno stile di gioco capace di ispirare i compagni, e per alcune caratteristiche poteva anche essere preso in considerazione come una scelta al primo turno”. Ora sarà interessante vedere come queste premesse di tradurranno nelle sue prime stagioni da professionista.