LUGANO – FRIBORGO
3-2
(2-1, 0-0, 0-1; 1-0)
Reti: 6’42 Carr (Thürkauf, Alatalo) 1-0, 13’24 Carr (Thürkauf, Alatalo) 2-0, 17’50 Borgman (Bertschy, De la Rose) 2-1, 50’43 Gunderson (DiDomenico, Bertschy) 2-2, 60’33 Carr (Joly, Arcobello) 3-2
Note: Cornèr Arena, 6’232 spettatori
Arbitri: Lemelin, Stolc; Schlegel, Wolf
Penalità: Lugano 7×2, Friborgo 9×2
Assenti: Julian Walker, Markus Granlund, Giovanni Morini (infortunati), Joey LaLeggia, Arno Snellman, Roberts Cjunskis, Alessandro Villa, Joel Messerli, Jeremi Gerber, Leandro Hausheer, Maxime Montandon, Mikko Koskinen, Cole Cormier, Arnaud Montandon (sovrannumero), John Quenneville (squalificato)
LUGANO – I playoff sono battaglie di nervi, chi trema è finito. Il Lugano non ha tremato sotto 0-2 nella serie, non ha tremato al 2-2 del Friborgo al 51′ di Gara 4, ha tremato invece la Cornèr Arena al 3-2 definitivo di Daniel Carr in entrata di overtime.
La squadra di Gianinazzi può avere mille difetti, alcuni non proprio risolvibili immediatamente nelle corte giornate tra una partita e l’altra, ma in quanto a tenuta mentale e disponibilità a farsi del male per raggiungere l’obiettivo non è seconda a nessuno.
Questo lo ha fatto soprattutto da Gara 2 in avanti, quando prima aveva smarrito un po’ quella sua verve da battaglia, forse frustrata dall’aver perso i primi sei posti della classifica nelle ultime partite, ma oggi Thürkauf e compagni si sono ricordati di come sono usciti dalle mille difficoltà della regular season e hanno riacceso i fari abbaglianti.
E d’improvviso, quella prima linea tanto criticata – spesso anche giustamente – nella serata di venerdì è tornata protagonista, grazie al match winner Carr autore di una tripletta, del grande lavoro di un instancabile Thürkauf e pure di un Joly che fatica contro i rocciosi difensori del Gottéron ma che per primo non si tira mai indietro nella lotta.
Primo blocco protagonista della vittoria con le tre reti, ma tutta la squadra ha svolto un grande lavoro per contenere un Friborgo orfano di Sörensen, cambiato nel suo line-up offensivo, ma che ha sofferto la tattica blocco contro blocco attuata da Gianinazzi, facendo soffrire spesso le fonti di gioco avversarie, con in particolare lo svedese Wallmark rimasto più di una volta senza spalle per distribuire le sue giocate.
Le cose migliori ad ogni modo il Lugano le ha fatte vedere in un primo tempo ben giocato, solido, compatto e determinato, con quel vantaggio di 2-1 che andava bene ma non soddisfava appieno la squadra bianconera, capace comunque di gestire a lungo quella rete in più sui dragoni.
I pericoli maggiori ancora una volta sono arrivati nel secondo periodo, con la panchina bianconera lontana il Friborgo ha macinato gioco nel terzo offensivo grazie alle fiammate di Bertschy e DiDomenico, stancando Alatalo e compagni non fino allo stremo ma comunque mettendoli in grossa difficoltà nel gestire il disco e riportarlo fuori dal terzo.
Da lì via la partita è diventata più disordinata, ancora più combattuta su ogni centimetro di ghiaccio ma ovviamente anche meno “lucida” da parte delle due squadre, così come da parte del quartetto arbitrale. L’improvviso cambio di gestione da parte dei direttori di gara, magari temendo di vedere la partita degenerare dopo qualche scintilla tra Tennyson e DiDomenico, ha invece spiazzato ancora di più le due squadre, vedendosi comminare una penalità dietro l’altra per interventi che fino a poco prima nemmeno venivano presi in considerazione.
Lo stesso copione è andato avanti nel terzo periodo, e proprio una penalità è risultata decisiva per il pareggio del Friborgo mentre il Lugano sembrava in grado di gestire ancora bene il risultato. Il 2-2 di Gunderson con una splendida staffilata dalla linea blu ha comunque portato alla terza sirena un risultato complessivamente giusto per quello che si è visto in pista sull’arco dell’incontro, e si temeva che forse avrebbe potuto fare male ai bianconeri.
Però inizialmente avevamo detto che avrebbe vinto chi sarebbe riuscito a non tremare, e mentre Mauro Jörg è andato a cercarsi un’ingenuità a centro pista, il braccio di Carr non ha sbagliato, sbloccando il powerplay quando meglio non poteva farlo liberando l’urlo dei bianconeri.
Sarà interessante capire quali risvolti psicologici potrà avere questo rientro in parità nella serie da parte del Lugano, con un Friborgo che recupererà Sörensen già domenica. L’impressione è che i dragoni siano arrivati in Ticino già con qualche nervo di troppo scoperto e qualche sicurezza in meno, ma guai a pensare che ora la serie possa pendere automaticamente da una parte o dall’altra, perché ogni serata sarà una battaglia di nervi. Chi tremerà per primo in Gara 5?
IL PROTAGONISTA
Daniel Carr: Aveva comunque trovato una rete nei play-in contro l’Ambrì Piotta, ma ultimamente il numero 7 stava litigando un po’ con il disco e in particolare in Gara-3 era rimasto decisamente nell’ombra. Venerdì alla Cornèr Arena il canadese si è scatenato come nelle serate migliori, con una tripletta da opportunista e sniper vero, con quel diagonale tremendo dopo mezzo minuto di overtime a far esplodere la pista bianconera. Ritrovato Carr si è ritrovata tutta la prima linea, e per una volta pure il power play.
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