LOS ANGELES – È stata dura, anzi, durissima, ed è proprio per questo motivo che i Los Angeles Kings hanno di che essere particolarmente soddisfatti, dopo aver sconfitto per 4-3 nella serie un avversario ostico e maledettamente affamato come i San Jose Sharks.
Come detto, si è trattato di una semifinale di Conference molto equilibrata e a dimostrarlo sono le statistiche, con cinque sfide su sette caratterizzate da vittorie con una sola rete di scarto. A fare la differenza sono stati gli estremi difensori. Antti Niemi è stato impeccabile per tutto l’arco della serie, mentre Jonathan Quick è tornato ai suoi migliori livelli, risultando fondamentale e decisivo per la vittoria dei suoi.
Quick è stato soventemente sollecitato durante i match giocati, ma l’estremo difensore statunitense non ha mai perso la concentrazione e ha spesso, come si suol dire, salvato la baracca. Un ennesimo fattore che sorge interessante al termine di questa serie è caratterizzato da sfide vinte unicamente tra le mura amiche. I Kings, infatti, sono subito andati sul 2-0 nella serie, con gli Sharks che hanno immediatamente replicato, inanellando due vittorie consecutive all’HP Pavillion.
I campioni in carica hanno in seguito fatto loro gara cinque giocata allo Staples Center, ma sono nuovamente stati sconfitti in gara sei in quel di San Jose. Sfida decisiva, quella di gara sette, che si è conclusa sul 2-1 in favore di Los Angeles, con Justin Williams autore di una doppietta. A proposito di Williams, è stato proprio il primo blocco dei Kings a soffrire maggiormente gli squali. In tutta la serie, infatti, Los Angeles ha faticato tremendamente con la propria prima linea formata da capitan Brown, Kopitar e lo stesso Williams, tanto che coach Darryl Sutter è stato costretto a modificare le linee, spostando Brown in terza e promuovendo in prima Kyle Clifford, giocatore molto fisico.
La domanda che sorge spontanea è per quale motivo il primo blocco dei Kings non abbia reso come in regular season. La risposta è molto semplice: Joe Thornton. Jumbo Joe ha infatti reso la vita di Brown, Kopitar e Williams un vero inferno, proponendo sul ghiaccio un forechecking asfissiante, impedendo a Los Angeles qualsiasi spazio in zona neutra.
Un altro fattore decisivo della serie è stato l’infortunio rimediato da Jarret Stoll, con la conseguente squalifica a Raffi Torres. I Kings hanno perso un uomo fondamentale, e si sono ritrovati a dover sopperire a questa importante assenza chiamando in causa Brad Richardson, il quale ha svolto un lavoro più che buono. Stoll, che accusava sintomi di una commozione celebrale, è tornato a pattinare, tuttavia non si conoscono ancora i tempi di recupero. Ad ogni modo coach Sutter ha fatto sapere in conferenza stampa che il numero 28 è lungi dall’essere a disposizione.
Con la vittoria dei Kings sugli Sharks, Los Angeles ha dimostrato di essere anche quest’anno una delle principali pretendenti al titolo. Gli Sharks sono stati un ottimo banco di prova, preparando nel migliore dei modi la squadra californiana alla finale di Conference, che prenderà avvio nella notte di sabato alle ore undici (ora Svizzera). Chi si opporrà ai campioni in carica saranno i Chicago Blackhawks, vale a dire quella squadra che ha portato a termine una regular season a dir poco stratosferica.
Certo è che i Kings, dopo quanto dimostrato nella serie vinta contro i St. Louis Blues, ed in seguito contro SJ, non hanno nulla da temere. Sarà fondamentale però per Brown e compagni continuare a proporre un solido gioco difensivo.