LUGANO – Nel giro di tre giorni è arrivata la seconda sconfitta casalinga contro lo Zugo, con il Lugano quindi incapace di riscattarsi dopo l’eliminazione in Coppa Svizzera.
In campionato i bianconeri hanno perso cinque delle ultime sei partite, con l’unica vittoria ottenuta oltretutto contro la cenerentola Rapperswil.
Se però nelle ultime partite, nonostante le sconfitte, si erano visti dei miglioramenti, lo stesso non si può dire della sfida di martedì sera. In particolare nella prima parte della gara si è vista una brusca interruzione del famoso “process” tanto caro a Greg Ireland.
“Nei primi venti minuti non siamo partiti come volevamo, abbiamo commesso troppi errori”, ci conferma Gregory Hofmann. “I seguenti quaranta minuti abbiamo invece giocato meglio, ma se non segni non vinci. Questo vuol dire che dobbiamo essere più cattivi sotto porta e avere ancora più fame. Credo che le occasioni ci siano e dobbiamo continuare a crearne ancora di più, mettere ancora più pressione sulla porta avversaria e prima o poi dobbiamo uscire da questa situazione”.
Il grande assente è stato di nuovo il powerplay…
“Facciamo ancora troppi errori, troppi passaggi sbagliati e non c’è abbastanza traffico davanti alla porta. Prima ancora del tiro, per me il problema è il possesso del disco. Una volta che abbiamo il possesso, dobbiamo cercare di fare un buon primo passaggio, poi creare le linee di tiro e infine andare sulla porta avversaria con convinzione. Dobbiamo davvero attaccare in cinque la porta – o perlomeno in quattro – ed essere più presenti. Quindi sì, ci sta assolutamente mancando il powerplay e dobbiamo trovare una soluzione per uscirne”.
Il prossimo weekend vi aspetta una doppia sfida con il Davos, dove in palio ci sono dei punti fondamentali…
“Sì, sono importanti. Sicuramente dalla partita con lo Zugo possiamo prendere delle cose positive, come la grinta e la voglia di fare bene negli ultimi quaranta minuti, da mettere in pista anche venerdì. Dobbiamo però cercare di giocare sessanta minuti, perché così siamo pericolosi. Di sicuro non dovremo avere paura di sbagliare, perché magari è questo quello che c’è nella testa di tutti in questo momento. Appena sbagliamo ci inceppiamo e non giochiamo più come dobbiamo giocare. Provare e fare errori fa parte del gioco, ma è come rispondi dopo che conta. Per me quindi è sotto questo aspetto che possiamo crescere molto e quando questo accadrà, faremo un grande passo avanti”.
Nel vostro gioco si vedono spesso degli errori per certi versi banali, come molti passaggi imprecisi o controlli del disco sbagliati… È una questione di fragilità mentale?
“Secondo me abbiamo paura di sbagliare, ogni tanto facciamo errori magari stupidi, ma non è una cosa che mi spiego, perché come detto queste cose fanno parte del gioco. Naturalmente dobbiamo limitarli, migliorare i dettagli e lavorare più duro. Dopo, che sbagli o no, se l’attitudine è quella giusta va bene, è questo quello che conta per me. Una volta che giocheremo davvero sessanta minuti, avremo delle buone possibilità di vincere. Poi chiaro, se non segni in casa non puoi vincere”.