BERNA – Per Gregory Hofmann a livello personale quella appena conclusasi è stata una regular season semplicemente eccezionale. 30 reti (nessuno ha segnato più di lui) e 21 assist, sinonimo di terzo posto assoluto nella classifica marcatori della National League.
Un traguardo importante quello raggiunto dal “casco giallo” del Lugano, e questo nonostante una stagione iniziata in salita e complicatasi poi dal difficile cammino intrapreso dal Lugano.
Alla cerimonia di premiazione dei Top Scorer 2018/19 si è presentato sorridente e con in mano un assegno da 15’300 franchi, che sarà devoluto al settore giovanile bianconero. “Soddisfatto al 100% non lo sei mai, ma sono sicuramente felice del lavoro svolto e dell’apporto fornito alla squadra”, ci ha spiegato Hofmann. “Nonostante una stagione non semplice, sia a livello di squadra che a livello personale, sono riuscito a crescere progressivamente e a mantenere un certa performance per tutto l’arco del campionato. Orgoglioso sì, ma fino ad un certo punto. So che posso e voglio fare ancora di più…”.
La stagione non è stata sempre semplice, con tante difficoltà a livello di squadra e le varie discussioni sul tuo futuro. Anche da questo punto di vista sei stato bravo a gestirti e a farti trovare sempre pronto…
“Ognuno si è assunto le proprie responsabilità, me compreso. So che tipo di giocatore sono e sapevo molto bene in che modo avrei potuto aiutare la squadra. L’ho fatto portando tanta velocità, puntando molto sul mio tiro e sull’energia che riesco portare sul ghiaccio. Solo in questo modo posso essere pericoloso. Ho cercato di essere costante, nonostante un inizio difficile durante il quale ho faticato ad esprimermi come avrei voluto. Dalla decima partita in avanti ho cominciato a percepire sensazioni migliori e questo mi ha permesso di essere efficace a livello realizzativo. È bello sapere di aver fornito un contributo tangibile alla propria squadra”.
Sei arrivato a quota 30 gol, l’ultimo svizzero a riuscirci era stato Michel Riesen nel 2007…
“Diciamo che statistiche come queste aiutano a livello motivazionale. Quando vedi raggiungere da altri certi traguardi ti lasci ingolosire e aumenta la voglia di fare qualcosa di grande… L’obiettivo di un giocatore, però, dovrebbe essere principalmente quello di aiutare la propria squadra; ecco che allora dati come questo possono aiutarti e fungere da spinta. 30 reti in effetti sono tante, ma non sarei mai riuscito a realizzarle senza l’aiuto dei miei compagni. Penso soprattutto Sannitz, senza il quale molti dei miei gol non sarebbero arrivati. Sono felice ma il margine di miglioramento è ancora ampio e su questo resta il mio focus”.
Ad influire sulle prestazioni di un giocatore possono intervenire diversi fattori, compagni di squadra compresi. C’è qualcuno che durante la stagione ti ha aiutato in modo particolare?
“Raffaele Sannitz. Abbiamo giocato gran parte della regular season fianco a fianco ed è stato per me un compagno di squadra fondamentale. E questo aspetto è molto interessante, perché negli anni passati non mi era mai capitato – salvo rare occasioni – di giocare con lui. È incredibile quanto sia forte, sia per visione di gioco che per furbizia sul ghiaccio. Riesce ad adattarsi a qualsiasi ruolo e questo non è da tutti. Spesso è stato chiamato a giocare in situazioni non consone a lui, e grazie alla sua duttilità ha sempre risposto presente. Giocando con me ha dovuto forzatamente ricoprire un ruolo maggiormente difensivo e lo ha fatto al meglio. Se oggi sono qui è anche grazie a Raffa”.
Affronterete nei quarti di finale lo Zugo, un avversario che avete già eliminato in passato e che per te è anche un po’ speciale. Come la vivi?
“La vivo bene e sono fiducioso. Tutti credono che sia chissà cosa, ma in realtà sarà una normalissima serie di playoff. Sono un giocatore del Lugano e il mio contratto termina a fine stagione. Fino ad allora la mia testa sarà bianconera. L’ho detto in passato e lo ripeto, voglio vincere. Cominciamo a farlo con lo Zugo, poi si vedrà. Io non vedo l’ora di iniziare!”.