AMBRÌ – Non è andata di certo come sperato la prima delle due sfide del weekend in programma contro il Rapperswil. Dopo cinque (meritati) giorni di riposo, la macchina di Cereda si è presentata in pista senza la necessaria “disperazione” e con alcuni meccanismi poco oliati che hanno finito per incepparsi.
Neppure i rientri di Fischer, D’Agostini e Hofer hanno saputo invertire un ruolino di marcia salito ora a cinque sconfitte consecutive. “Si trattava di una sfida importante sotto diversi aspetti e ne eravamo ben consci”, ha commentato l’attaccante numero 91. “Ci siamo costruiti diverse occasioni interessanti ma in troppe circostanze è mancato quel pizzico di furbizia per concretizzarle. Fortunatamente domenica avremo a disposizione l’immediata rivincita…”.
A mancare è stato quel “fuoco sacro” che tanto bene vi aveva fatto fare il mese scorso. Come mai?
“Difficile da dire, a volte capita di scendere in pista con un game plan ben preciso ma poi ti ritrovi davanti l’avversario capace di portarti fuori rotta. Credo che la sconfitta sia imputabile a due elementi contrapposti: occasioni non sfruttate da parte nostra e cinismo del Rappi. Dopo due tempi avevamo tirato più di loro sprecando pure alcuni ottimi dischi e questo sicuramente non ha contribuito. Un gol in quella circostanza avrebbe potuto mutare l’inerzia della sfida ma così non è stato. E poi c’è la freddezza del Rapperswil. Forse abbiamo concesso loro qualcosa in retrovia ma loro sono stati bravi a sfruttare i momenti topici con furbizia e aggressività, ciò che a noi è mancato”.
Nelle recenti uscite a livello offensivo avete faticato a concretizzare in cinque contro cinque. Una sensazione oppure si è inceppato qualcosa?
“Contro i Lakers le migliori occasioni le abbiamo create in powerplay mentre in cinque contro cinque, effettivamente, abbiamo faticato un po’ di più. Credo che a mancare sia stato il lavoro nello slot. Non siamo stati bravi a generare sufficiente traffico davanti a Nyffeler che troppo spesso si è ritrovato con la visuale di tiro completamente libera. Ma in fondo nemmeno il powerplay è stato impeccabile…”.
La tua ultima apparizione risaliva al 16 novembre contro il Losanna. Il tuo infortunio al polso si è protratto più a lungo di quanto previsto, ora come ti senti?
“Mi sento bene. Sono contento di essere tornato, ho dovuto pazientare sei settimane, più tempo del previsto, ma ora eccomi qua. Sono riuscito a giocare con intensità creando alcune occasioni interessanti. Non sono riuscito a concretizzarle ma il mio corpo ha dato segnali sicuramente positivi. Sta a me ora di continuare a insistere in modo da ritrovare il prima possibile il livello dei miei compagni”.
La prossima stagione giocherai a Bienne. C’è qualche obiettivo personale che ti sei prefissato e che vuoi raggiungere da qui sino alla fine del campionato?
“Naturalmente darò il 100% fino alla fine per l’Ambrì, la squadra che mi ha permesso di crescere e di diventare il giocatore che sono ora. A livello personale il mio unico obiettivo è di dare sempre il massimo ad ogni partita. Voglio continuare a crescere per diventare un giocatore completo e so che ho ancora molta strada da fare”.