AMBRÌ – Dopo i primi quaranta minuti dello scontro diretto con il Losanna una vittoria leventinese appariva improbabile. Eppure, sorretti da un intrattabile Juvonen, gli uomini di Cereda sono riusciti ad uscire alla distanza e a conquistare la posta piena.
Decisivo è stato Tim Heed che, dopo l’errore in impostazione che era costato la rete d’apertura vodese, si è fatto perdonare con il game winning goal di serata.
“Sono errori che non dovrebbero capitare ma che inevitabilmente fanno parte del gioco. In quei momenti hai due soluzioni: sederti e rimuginare oppure rimboccarti le maniche e reagire. Volevo aiutare la squadra e, per farlo, era necessario farmi perdonare. Sono felice che gli sforzi del terzo tempo abbiano portato i loro frutti”.
È stata una partita sofferta per quaranta minuti, poi la reazione…
“Nei primi quaranta minuti non ha funzionato quasi nulla. Non abbiamo avuto argomenti per contrastare il nostro avversario se non Juvonen. Ci ha sorretti per due tempi, ha impedito al Losanna di scappar via e ci ha dato l’occasione di vincere la partita. In futuro dovremo essere più bravi in termini di costanza sui sessanta minuti. Arrivati a questo punto della stagione sarebbe bene non ricadere più in errori di questo tipo. Non possiamo permetterci di lasciare mai più Janne da solo”.
Una volta di più è emerso il buon momento degli special teams. Il boxplay ha impedito al Losanna di colpire nei primi due tempi – quando aveva il “momentum” dalla loro – mentre voi alla prima occasione avete affondato il colpo in powerplay…
“Le situazioni speciali sono state decisive. Quando giochi partite come questa, in cui non riesci ad esprimerti al pari del tuo avversario, devi cercare degli escamotage. Gli special teams rappresentano il momento ideale per cercare di smuovere la situazione e per portare il “momentum” dalla tua. È ciò che abbiamo fatto, giocando in maniera compatta in boxplay per poi colpire in superiorità numerica quando se n’è presentata l’occasione. Credo che questo, oltre alla prestazione di Janne, sia stato determinante per la conquista della vittoria”.
Si trattava di uno scontro diretto estremamente importante per la classifica. L’Ambrì ha saputo gestire le emozioni con grande maturità…
“È vero, la nostra forza è stata quella di tenere duro nonostante non stessimo giocando il nostro hockey. Eravamo in difficoltà ma ci siamo compattati, abbiamo stretto i denti in attesa delle giuste occasioni e poi siamo riusciti a coglierle. Possiamo prendere questa partita come insegnamento in vista del finale di stagione: qualora dovessero capitare altre serate in cui ci troveremo in difficoltà sul piano del gioco dovremo essere bravi a compattarci e a resistere. Se lo faremo con astuzia, poi le occasioni verranno da sé”.
Dopo un periodo natalizio intenso avete potuto contare su qualche giorno di pausa dopo il derby e ora, di nuovo, avrete a disposizione cinque giorni prima della sfida casalinga contro il Kloten. L’occasione per ricaricare a fondo le batterie?
“Decisamente. Dopo settimane così intense è certamente positivo giocare un po’ meno e avere a disposizione qualche giorno in più per recuperare le energie mentali e fisiche. Al momento non vedo una squadra stanca o scarica. Mi sembra che i ragazzi abbiano smaltito molto bene il carico di lavoro, ma ciò non toglie che dopo un Natale così intenso qualche giorno senza partite potrà farci bene. Cercheremo di ricaricare le batterie perché, contro gli aviatori, dovremo essere bravi a mantenere alta la guardia e a non commettere quegli errori che domenica hanno rischiato di compromettere la sfida”.