AMBRÌ – Continua a impressionare per mole di gioco, qualità e intelligenza nelle sue giocate Tim Heed, che anche nella sconfitta del suo Ambrì contro il Friborgo ha saputo evidenziare quanto la sua presenza sia ormai diventata fondamentale per il lineup biancoblù.
Lo svedese ci ha anche provato offensivamente, specialmente nell’assalto finale, ma gli sforzi non sono stati ripagati. “Volevamo iniziare bene, ripartendo da dove avevamo concluso la scorsa partita”, ha dichiarato il numero 72. “Siamo riusciti a mettere sul ghiaccio una buona intensità per tutto il primo periodo, poi però le situazioni speciali hanno giocato a nostro sfavore: loro hanno saputo approfittarne, noi no. E in una partita così tirata questi dettagli fanno la differenza”.
Ve la siete giocata fino alla fine. Che cosa vi è mancato per portare i burgundi all’overtime?
“Direi perlopiù la fase realizzativa. Ci siamo creati molte occasioni da rete diluite su tutto l’arco della sfida ma, in un modo o nell’altro, le abbiamo sprecate. In una lega in cui il livello è così alto e in cui tutte le squadre possono dire la loro, occorre saper approfittare di queste situazioni. Quando lo abbiamo fatto, spesso e volentieri abbiamo portato a casa la partita. Stavolta non è stato così”.
Hai parlato di efficienza realizzativa. Pensando soprattutto ad un inizio di campionato in tal senso molto ispirato, il fatto che nelle ultime quattro uscite siate andati a segno “solamente” sei volte è un aspetto che vi preoccupa?
“No, non direi. È estremamente difficile riuscire ad essere costanti sull’arco di un’intera stagione, specie in termini realizzativi. Abbiamo vissuto un ottimo inizio di stagione in cui molti dischi sono entrati con grande facilità, alcuni forse con troppa. In queste ultime uscite la situazione è un po’ cambiata… oserei dire assestata. Ciò che contano realmente sono le occasioni che riesci a generare nel corso di una partita. Se segni zero gol e non crei nessuna chance, allora c’è da preoccuparsi. Ma se crei tanto e non riesci a concretizzare, allora si tratta solamente di una fase transitoria che prima o poi svolterà. Che avremmo potuto fare meglio contro il Friborgo è la presenza nello slot. In questo aspetto trovo che non abbiamo lavorato bene a sufficienza”.
Peccato che una partita così equilibrata sia stata decisa da una rete in shorthand, nata peraltro da un powerplay pasticciato…
“Abbiamo giocato male il powerplay e loro sono riusciti a sfruttare un nostro errore d’impostazione per ripartire. Sono stati freddi nella realizzazione e quella rete ci ha forse messo qualche dubbio di troppo. Ad ogni modo dobbiamo essere migliori nella gestione delle situazioni speciali ed è ciò su cui lavoreremo in vista della trasferta di Berna”.
In termini assoluti sono stati alcuni episodi a decidere la partita, si pensi – tra gli altri – alla rete (giustamente) annullata a Zwerger – che sarebbe valsa il 2-0 –, al disco del possibile 2-1 salvato sulla linea da Hughes e a quell’occasione a porta vuota avuta da Shore. Se in passato gli episodi avevano giocato a vostro favore, contro il Friborgo la situazione si è ribaltata…
“Certo, ma è normale che sia così. In una partita occorre essere abili a valutare le situazioni: devi capire quando tirare rapidamente, oppure quando devi essere paziente e leggere la situazione per prendere le giuste decisioni. A volte il disco ballonzola dalla tua parte, altre volte no. Ma la fortuna va anche cercata e sono sicuro che se continueremo a lavorare in questo modo riusciremo a portarla dalla nostra parte”.
Sei una delle colonne portanti della difesa biancoblù. Come ti senti dopo due partite dal tuo rientro?
“Mi sento bene, anche se per recuperare appieno da un’assenza di un mese ci vorrà qualche tempo. Sono felice di essere di nuovo a disposizione per aiutare una squadra che sta facendo davvero molto bene. I ragazzi si allenano con la giusta attitudine e vedo un gruppo che cresce di partita in partita: tutti remano nella stessa direzione e questo è un ottimo segnale”.