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Interviste

Hedlund: “Vedo un gruppo con carattere ed esperienza, c’è tutto per reagire alle avversità”

L’associate coach dopo la sconfitta contro lo Zurigo: “L’assenza di alcuni giocatori è una sfida, ma anche una chance per altri, che stanno facendo un buon lavoro. La nostra rosa è attrezzata per sopperire agli infortuni”

(Berend Stettler)

ZURIGO – Il 5-1 incassato dal Lugano in quel di Zurigo non fotografa decisamente l’andamento della partita. Il risultato punisce oltremisura una buona squadra bianconera, come conferma l’associate coach Stefan Hedlund.

“È così, per 50 minuti abbiamo creato parecchio, ci saremmo meritati qualche ricompensa in più. Dobbiamo guardare le cose in maniera un po’ distaccata, perché altrimenti è facile trovare solo frustrazione al termine della partita. Questa è la via da seguire, ma ovviamente non siamo contenti del risultato”.

La storia si ripete. Per la terza volta contro avversari forti siete in partita e performate egregiamente, ma alla fine uscite sconfitti. Ora è importante restare positivi, malgrado i risultati che non arrivano…
“Questo gruppo mostra molto carattere e dispone di tanta esperienza, non penso ci saranno particolari problemi dal lato mentale. Certo in estate, quando il sole splende, è facile essere positivi, è più difficile invece quando bisogna affrontare le avversità. Insomma, è comunque una bella sfida quella che ci attende”.

L’assenza di Sekac e Kupari non vi facilita certo la vita nella costruzione della squadra…
“È indubbiamente una sfida, ma anche un’occasione per altri giocatori che normalmente non riceverebbero così tanto spazio, e ci sta scendendo in pista penso stia facendo un lavoro fenomenale. Alcuni elementi possono giocare di più, è chiaro però che ci mancano due buoni giocatori, ma credo che con il nostro roster possiamo sopperire all’assenza di uno straniero sul ghiaccio, anche se è dura”.

Credo che ci sia gioia per il ritorno in un match ufficiale di Joren van Pottelberghe, seppure il suo ritorno tra i pali non sia stato condito dalla fortuna…
“Sì, Joren sta facendo un lavoro fenomenale per tornare al suo livello migliore. Credo che migliorerà con ogni partita che disputerà, sta andando nella giusta direzione. Merita di essere ricompensato per il tanto impegno che ha messo nella riabilitazione, penso che per lui andrà sempre meglio”.

Dahlström è reduce da una stagione molto difficile, ma in questa prima settimana di campionato ha mostrato cose egregie. Che ci dici in merito?
“So che lo scorso campionato è stato complicato, ma sta lavorando duro e ci conosciamo da tempo. Ha la mia fiducia e quella dell’intero staff. Ci conosciamo da tanto tempo. Inoltre ha già avuto Thomas Mitell come allenatore, quando vinsero il titolo svedese, questo lo aiuta ulteriormente. Un giocatore che percepisce la fiducia del coach cresce, a mio avviso. Non ho mai avuto dubbi sul suo conto e sul suo gioco. È un tipico giocatore che termina con un +/- sempre positivo e lo ha dimostrato in fondo anche nella passata stagione, nonostante le critiche ricevute”.

Avete difficoltà nel segnare e nel capitalizzare le chance. È un problema di fiducia o chimica?
“A lungo termine potrebbe essere un problema di fiducia, ora come ora abbiamo creato tante occasioni, dobbiamo semplicemente lavorare ancora più duro per avere i rimbalzi dalla nostra parte. Se si insiste, i puck che ora vanno a favore degli avversari, inizieranno ad andare nella nostra direzione”.

Come ti trovi a Lugano nel tuo nuovo club e nel tuo nuovo ruolo?
“Benissimo, la società ha accolto me e la mia famiglia alla grande, ho incontrato tante persone calorose. È bellissimo essere qui, anche la città e i dintorni sono magnifici, c’è una splendida cultura. Il lavoro è un po’ differente rispetto agli anni scorsi, ma sono felicissimo di questa situazione, inoltre conosco Thomas da tempo ed è bellissimo poter lavorare con lui e il resto dello staff. Infine l’hockey è sempre l’hockey”.

Hai la chance d’incontrare tuo figlio William più spesso adesso?
“(Hedlund ride, ndr) È divertente che lo menzioni. Devo ammettere che il fatto di avere una rivalità con il club in cui gioca mio figlio mi ha colto impreparato. Quando sono andato a vedere una sua partita di preparazione a Biasca, mi ha detto che forse era meglio che usassi la sua auto per raggiungere la pista, lasciando a casa la mia. Ho grande rispetto per la rivalità con l’Ambrì Piotta, sono aspetti che non vanno dati per scontati e non dò certo colpe a William se ora è dall’altra parte rispetto al papà. C’è inoltre Lucas nell’organizzazione del Friborgo. Una cosa però è sicuro, abbiamo sempre detto che io non li avrei mai allenati, perché non penso sia una cosa positiva avere il figlio nella propria squadra”.

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