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Lugano

Lugano 12/13, ecco le valutazioni di fine stagione di HSHS

DSC_5170(© A. Branca)

Terminata la stagione, ecco che anche sulle pagine di HSHS tentiamo di esprimere il nostro giudizio generale sui giocatori di Ambrì Piotta e Lugano. La nostra scelta è stata quella di evitare di affidare ad ognuno di loro un valore numerico, in quando non ci sentiamo nella posizione di valutare così schiettamente e freddamente bianconeri e biancoblù.

Cominciamo nell’appuntamento di oggi con la squadra di Larry Huras, uscita dai playoff in gara 7 dei quarti di finale contro lo Zugo.

Portieri

DSC_3555(© A. Branca)

Daniel Manzato: Arrivato tra lo scetticismo generale e molti pregiudizi ha dimostrato di avere grandi qualità. Prima dell’infortunio ha raggiunto altissimi livelli, rimane una buona sicurezza oltre che un idolo dei tifosi.

Michael Flückiger: Già su queste pagine lo avevamo descritto come ben più di una riserva. L’ottima gestione da parte di Huras e una grande crescita mentale lo hanno portato a sfruttare alla grande l’occasione di essere titolare nei play off.

Difensori

DSC_3706(© A. Branca)

Julien Vauclair: Poco ispirato in autunno, irriconoscibile in inverno. Nei playoff ha trovato l’orgoglio per emergere come sanno fare i leader, ma è mancata la continuità.

Stefan Ulmer: Ha svolto bene il suo compitino, ma è mancato in fase di costruzione e di tiro. Dovrebbe rischiare di più, perché le qualità le ha.

Dominik Schlumpf: Ha fatto una grossa crescita sul piano della personalità, guadagnandosi a 21 anni anche il posto nel primo blocco. Fosse a volte meno arruffone e più fisico sarebbe eccellente.

Matteo Nodari: Insicuro e pasticcione fino al momento della firma con il Rapperswil. Avere certezze sul futuro gli ha fatto bene, meritandosi diversi applausi da gennaio in poi.

Johann Morant: La fama di picchiatore lo ha fatto bersaglio di pregiudizi, ma se non “sbrocca” è un ottimo difensore che usa alla grande la sua forza fisica e lo spirito battagliero. Chiedere a Linus Omark per conferme.

Lorenz Kienzle: Sempre pronto quando Huras gli ha chiesto di passare dalla difesa all’attacco, ma mai un picco di personalità e di orgoglio. Restando così rimarrà sempre e solo un buon jolly.

Steve Hirschi: Rientrato in anticipo per l’emergenza infortuni, il capitano ha dato stabilità alla difesa. Rimane uno dei difensori più completi in Svizzera, e anche se non è esente da qualche errore qua e là, risulta imprescindibile.

Ilkka Heikkinen: Il fiore all’occhiello del mercato di Habisreutinger. Solido in difesa, bravo nell’impostazione e autore di 16 reti in gran parte con le sue cannonate. A febbraio è calato un po’ ma il finlandese non si discute.

Petteri Nummelin: Da sempre il più amato, ma mai così discusso. Quando utilizzato è andato spesso a punti, ma è evidente che l’anagrafe ha firmato il suo congedo da Lugano. Chiude la storica carriera sul Ceresio dietro al tanto rincorso Andy Ton in fatto di punti, ma rimane impareggiabile come icona bianconera.

Attaccanti

DSC_3682(© A. Branca)

Flavien Conne: Stagione positiva non fosse altro che non ha subito infortuni. È una guida sicura per i giovani e non accetta mai di mollare, un esempio.

Hnat Domenichelli: Ha terminato la stagione come l’aveva iniziata, ossia segnando reti pesanti. Nel mezzo quattro lunghi mesi di infortunio, ma l’impressione è che possa dare ancora molto in fatto di punti e leadership.

Luca Fazzini: Tutti ne parlavano, tutti lo attendevano e lui ha risposto presente. Ha doti da attaccante puro e grande personalità ma Huras lo ha utilizzato con coscienza soprattutto dopo l’infortunio di Langnau. Ha un grande futuro, si spera a Lugano almeno per un po’.

Oliver Kamber: Dopo un’estate quasi da separato ha lavorato a testa bassa e si è guadagnato la fiducia di Huras, anche se il coach aveva già deciso di puntare su altri. Ottimo per creatività e produttività, ma manca di “cattiveria” per essere veramente indispensabile.

Diego Kostner: Tra i giovani è stato il più “snobbato”, ma nonostante qualità tecniche non eccelse dimostra grande intelligenza e visione di gioco. Nonostante qualche errore ha giocato un’ottima stagione.

Brett Mclean: Bollato come “inutile” da quella parte di tifoseria che non vede il lavoro massacrante e fondamentale che fa per sessanta minuti. Autore di molte reti risolutive (44 punti, mica noccioline) e nei play off è l’uomo migliore.

Daniel Steiner: Dopo un buon inizio si è rapidamente perso, complice anche un infortunio. Le occasioni le ha avute ma, rasentando l’irritante, non le ha sfruttate. Forse ad Ambrì troverà la sua dimensione.

Glen Metropolit: Alla soglia dei 40 anni ha ripetuto la straordinaria stagione del suo debutto in bianconero. Unico come fonte di gioco e spettacolo in ogni parte del ghiaccio, ha risolto molte partite, forse anche troppe per un quarantenne infinito.

Jordy Murray: Instancabile e meritevole per abnegazione alla causa. Purtroppo per lui ci vorrebbero le porte da calcio e oltre alla mira dovrebbe limare anche la focosità, che lo ha portato a prendere troppe penalità inutili.

Leandro Profico: Altro jolly che ha faticato a entrare nelle grazie di Huras, che lo ha spesso convocato come 13esimo attaccante o 7° difensore. Ha fatto buone partite, ma senza infamia né lode.

Sébastien Reuille: Sempre davanti a tutti per lottare e autore di alcune belle reti in autunno, purtroppo si è spento nel 2013, facendo mancare produttività alle terze linee bianconere.

Thomas Rüfenacht: Altro elemento sottovalutato al suo arrivo. Non solo si è distinto come la migliore spalla (e bodyguard) per Metropolit, ma grazie anche alla presenza del numero 50 è risultato il miglior marcatore svizzero con 32 punti.

Dario Simion: Gioca con la calma di un veterano, sbaglia pochissimo e ha cominciato a prenderci gusto nel segnare gol importanti. Di sicuro sarà un perno della prossima stagione.

Pierrick Pivron: Arrivato a dicembre per dare più peso alla squadra ha fatto il suo, con grande impegno e professionalità.

Pavel Rosa: Fortissimamente voluto da Huras ma rivelatosi inadatto per le caratteristiche troppo simili a Metropolit. Nonostante lo stato di forma precario ha comunque fatto un punto a partita.

Charles Linglet: L’opposto di Rosa per caratteristiche ha dato un discreto contributo, sfruttando l’impressionante forza fisica e delle mani comunque non così scarse.

Allenatore Larry Huras: Ha mancato gli obiettivi principali (4° posto a Natale e semifinali) in una stagione comunque resa di difficile lettura per il lock out e gli innumerevoli infortuni in casa bianconera. In mezzo ha dato personalità e stabilità alla squadra e fatto crescere diversi giovani. Ora lo si dovrà lasciare lavorare per la stagione della verità.

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